Il Presidente ha ricevuto Pier Luigi Bersani che gli ha riferito degli incontri e delle concertazioni “ Concertazioni il cui esito non è stato risolutivo”
Non sapremo mai se Bersani è stato irrigidito dal suo stesso PD (che lo ha posto sopra l’incudine e con il martello in una mano e la falce nell’altra) o se è stato posto all’angolo del ring e martellato di pugni e schiaffi a parte degli altri partiti o gruppi o movimenti.
Lui ha detto di aver ricevuto preclusioni e richieste inaccettabili.
Noi non ci sentiamo di considerarlo un perdente, al massimo uno sparring partner; uno che aveva consapevolezza di un ruolo da agnello sacrificale,svolto con spirito di servizio fino all’estremo sacrificio.
Ora tocca a Giorgio Napolitano ed al suo “ghe pensi mi”
La frase esatta è stata: “Il presidente della Repubblica si è riservato di prendere senza indugio iniziative che gli consentano di accertare personalmente gli sviluppi possibili”
Ora ci sono due strade. La vecchia e la nuova
La prima , quella vecchia, è quella degli accordi tra i partiti, che non sembra percorribile. Nessuno si fida degli altri, ognuno ha paura degli altri.
La seconda, quella nuova, è quella degli accordi sulle cose da fare. Una strada che sembra percorribile con voti di volta in volta ottenuti su scelte concordate. Un governo che gestisce l’ ordinario, un parlamento che decide il cambiamento. Nessun voto di fiducia , quindi. Nessuno vince, nessuno perde ed il popolo controlla .
E domani Napolitano vedrà nell’ordine il PDL, il M5S, La lista civica di Monti ed infine il PD. Poi potrà decidere se dare un nuovo incarico o se assistere alla conferma in aula del fallimento del tentativo di Bersani e poi muovere verso le elezioni con Renzi premier lasciando Monti a capo del Governo.