Dramma in un hotel travolto da una valanga
Le squadre di soccorso scavano giorno e notte per cercare di salvare chi è rimasto intrappolato nelle rovine dell’Hotel Rigopiano di Forindola ai piedi del Gran Sasso travolto da una slavina dopo le scosse di terremoto e completamente distrutto e finanche spostato di circa dieci metri. Nell’albergo c’erano 33 persone, inclusi 4 bambini. Dopo notti e giorni di ricerche sono stati tratti vivi alcuni ospiti dell’hotel tra cui i bambini. Sono vivi perché si sarebbero riparati in cucina e avrebbero acceso finanche un focherello per riscaldarsi. Intanto continuano incessantemente le ricerche. E’ una lotta contro il tempo. C’è ancora fiducia di trovare qualcun altro ancora in vita, malgrado le condizioni proibitive del tempo. Ma più passa il tempo e più la speranza è destinata a diminuire. Gli ospiti dell’Hotel si trovavano tutti nella Hall ed erano pronti a lasciare la struttura perché l’albergo era tutto sommerso dalla neve ed avevano paura che potesse crollare da un momento all’altro. Volevano ritornare nelle loro case. Avevano fatto le valigie, erano tutti pronti, aspettando una turbina che pulisse la strada. Spaventati dal sisma avevano fretta di lasciare la struttura Aspettavano uno spazzaneve che non è mai arrivato. E’ arrivata prima la valanga che ha spazzato via tutto e tutti. E poi sono arrivati i soccorritori dopo 5 lunghe ore di marcia con gli sci alle 4 di mattina, perché le colonne dei mezzi sono stati bloccati dalla neve, dal ghiaccio e dagli alberi caduti. Quando arrivano l’albergo non c’era più. Era stato travolto da uno tsumani di neve, rocce e alberi. Poi arrivano altri Vigili del Fuoco, gli uomini della Guardia di Finanza, del soccorso alpino, della Polizia ed aprono un varco tra i cumuli di neve alti anche 5 metri e arrivano dove prima c’era l’ingresso dell’albergo. E’ invaso dal ghiaccio, dalla neve, dalle rocce e dagli alberi sradicati dalla furia della valanga che non ha lasciato scampo. Incominciano a scavare con le pale e con le mani sperando di trovare qualcuno ancora in vita. Non si sono mai fermati ed hanno avuto ragione. Dopo ore ed ore di lotta contro il tempo, il freddo, il gelo, la bufera hanno riportato in vita alcuni ospiti creduti ormai morti e sepolti sotto le macerie. Adesso sono incominciate, come al solito, le polemiche. Se l’albergo era sommerso dalla neve come mai le persone che soggiornavano nell’hotel non sono state fatte andare via in tempo? Come mai la turbina non è arrivata dopo che il datore di lavoro aveva dato l’allarme? Perché non è stato creduto? Adesso la Procura di Pescara indaga per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Indaga pure per i ritardi dei soccorritori. Sono stati acquisiti tutti i documenti che possano interessare le indagini. Vittorio Sgarbi, non si smentisce, e punta il dito contro lo Stato che manda gli elicotteri dell’Esercito a collaborare con le missioni criminali dei francesi e degli americani in Iraq e in Libia, ma non li manda a soccorrere al momento giusto gli ospiti dell’Hotel Rigopiano travolto dalla slavina. Se la prende pure con i Magistrati i quali indagano per disastro colposo e omicidio colposo e non per il reato di omissione di soccorso. “ Un omicidio non lo compie la natura, lo compie l’uomo. Allo stato dovrebbe essere indagata la slavina, ma sicuramente si tratta di una strage di Stato, annunciata, denunciata, ignorata”. E Alessandro Sallusti nel suo editoriale di venerdì 20 gennaio intitolato “ Valanga di colpe” afferma:- Sarebbe bastato uno spazzaneve, un maledetto e banale spazzaneve e oggi non saremmo qui a piangere altre vittime. Dove diavolo erano le turbine spazzaneve dell’Esercito, dove i mezzi pesanti, chi ha valutato non urgente andare a prendere quelle persone? Trenta disgraziati morti sì per una valanga ma temo anche di burocrazia e inefficienza