La storia che sto per raccontarvi è davvero strana e faccio tanta fatica a credere che possa essere vera. Fino ad ieri sapevo che la gente potesse finire in galera e mangiare il rancio dello Stato se avesse compiuto alcuni reati come uccidere, rubare, causare disastri e reati per mafia, ‘ndrangheta, camorra, spaccio di droga.
No, niente di tutto questo. Si può oggi finire in gattabuia senza commettere reati. Anche chi non vuole lasciare la sua terra, chi non vuole abbandonare i luoghi in cui è nato e cresciuto, può finire in galera con le manette ai polsi come un delinquente incallito.
Ad Arquata del Tronto, luogo colpito e devastato dal terribile terremoto, vive un uomo di 58 anni il quale non vuole abbandonare il paesello natio.
Soffre di una fobia, causa il terremoto, verso i luoghi chiusi.
Infatti, fino ad ieri, è vissuto in una tenda della Protezione Civile. Non vuole lasciarla e per questo è stato arrestato e subito processato. E il Giudice ha pure convalidato il suo arresto. Ma andiamo in ordine.
L’uomo si chiama Enzo Rendina che ha cercato di rimanere nel suo paese natale completamente distrutto dal sisma, accanto alla sua casa diroccata, dormendo prima all’aperto sotto le stelle, poi in una tenda in un luogo indicato dalla Protezione Civile. Non ne vuole sapere di abbandonare la sua casetta anche se è ridotta ad un cumulo di macerie, perché sotto quelle macerie ci sono ancora tutte le cose belle che lui ha sempre amato e sognato.
Molti hanno cercato di convincerlo ad abbandonare il paesello distrutto.
Niente da fare. Ci ha provato il Sindaco, ci ha provato finanche Vasco Errani il Commissario per la ricostruzione. Gli hanno offerto un alloggio in un comodo albergo della costa adriatica,niente.
Enzo ha paura del terremoto, ha paura di dormire in un luogo chiuso e ostinatamente si rifiuta di lasciare la sua tanto amata terra di Arquata. Quando è arrivata la seconda scossa di terremoto è costretto a spostarsi a Borgo Arquata, paese vicino.
E’ arrivato il crudo inverno, è arrivato il freddo e il gelo, è arrivata finanche la neve in grande quantità e il nostro amico è ancora là sotto una tenda al freddo e al gelo, neppure riscaldato la notte da un bue e da un asinello come Gesù Bambino. Viene minacciato dalla Procura di Ascoli Piceno e viene accusato di intralcio ai lavori dei soccorritori e minaccia a pubblici ufficiali.
Ma se dormiva la notte in una tenda che la Protezione Civile aveva sistemato in luogo sicuro quali difficoltà ha potuto creare ai Vigili del Fuoco?
Gli avvocati lo hanno tirato fuori dal carcere ed ora, forse, passerà gli arresti domiciliari in un camper messo a disposizione da una associazione francese “Io non crollo”, perché in una stanza in muratura, per adesso e solo per adesso, non vuole più starci.
L’arresto?
E’ semplicemente un arresto assurdo di un uomo, amante del suo paese anche se distrutto dal sisma che non vuole abbandonare. Ma la cosa che lo ha infastidito e turbato di più non sono state le manette ai polsi, è stato vedere che qualcuno aveva preso il suo zainetto con i pochi effetti personali che era riuscito a recuperare dopo il crollo della sua casetta.