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Com’è un giorno italiano di Francesco Gagliardi

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Alcuni anni fa “La Stampa” di Torino, nella rubrica Persone, ha pubblicato un articolo di Lietta Tornabuoni ( 1931-2011) “Com’è un giorno italiano” e per primo ha scritto dei quattro morti ammazzati in Sicilia, Calabria e Campania per colpa della mafia, della ‘ndrangheta e della camorra.

I morti ammazzati, è vero, ci sono stati e, purtroppo ce ne saranno ancora tanti in Sicilia, Calabria e Campania, come del resto ce ne saranno anche nell’Italia del Nord.

Ma i morti ammazzati del Nord non fanno notizia perché quei delitti non sono compiuti dalla mafia, dalla ‘ndrangheta e dalla camorra.

Se poi qualche efferato delitto viene compiuto anche al Nord da un cittadino del Sud, allora la notizia te la sbattono in prima pagina corredata anche di fotografia e nella didascalia in neretto ti diranno che l’omicida è un siciliano, un calabrese o un napoletano, come se tutti i meridionali fossero mafiosi o camorristi.

E’ un marchio di qualità che purtroppo ce lo portiamo addosso da diverso tempo.

Fino a quando?

A questo tipo di giornalismo di stampo mafioso ci siamo abituati ormai.

Ma quello che non tollero è che nessuno protesta.

I nostri giornalisti meridionali tacciono vigliaccamente.

I giornali del Nord diano pure risalto dei morti ammazzati nel Sud, ma vorrei però che venisse dato ampio risalto alle rapine, alle uccisioni, alle aggressioni alle donne, ai furti nelle case, che giornalmente avvengono al Nord e non relegare le notizie nelle pagine interne.

E vorrei anche che agli evasori fiscali del Nord, agli intrallazzatori, agli esponenti politici corrotti implicati in scandali, ai faccendieri, ai funzionari corrotti, agli spacciatori di droga, ai complici delle più intollerabili violenze, venissero riservati gli stessi trattamenti riservati ai meridionali.

Purtroppo non è così.

E Lietta Tornabuoni e gli altri giornalisti tacciono.

I morti ammazzati del Sud fanno notizia e la Tornabuoni ci descrive com’è un giorno italiano cominciando proprio dai morti ammazzati nel meridione.

Mentre la casa squillo scoperta a Bologna, città “grassa e godereccia”, dove si offrivano decine di ragazze di ogni parte d’Italia a industriali e professionisti; le tangenti di Venezia dove sono implicati tanti uomini politici; la morte di Giulio Papale, trovato riverso in un canale d’irrigazione nelle campagne di Castiglione Torinese; l’arresto dei tre fratelli, “la banda Bassotti” che con minacce, pestaggi, coltellate avrebbe incassato miliardi delle vecchie lire taglieggiando un folto gruppo di posteggiatori a Torino; gli evasori fiscali torinesi che, dichiarando redditi di fame, andavano a fare le vacanze ai Caraibi; la donna di Alessandria, la bella Mirella Legnaro, che lanciando il phon nella vasca da bagno, uccide il marito mentre stava facendo il bagno, non fanno notizia e Lietta Tornabuoni ( nella foto)ha taciuto di menzionarli.

Lietta Tornabuoni ha ritenuto importanti i fatti di sangue avvenuti nell’Italia meridionale, gli altri fatti verificatesi nell’Italia del Nord evidentemente non interessano i lettori ” polentoni” e vengono relegati nelle pagine interne del giornale e quindi non possono essere classificati tra le “Persone” che fanno notizie.

Ndr. Come al solito ringraziamo Francesco Gagliardi per la sua appassionata difesa del “Sud” e per la denuncia stereotipata di un intero popolo che il “Nord” ha voluto e preso con le armi ( chissà mai perchè se poi è così cattivo?).

Vogliamo poi ricordare che sono centinaia di anni che la politica( prima) ed il giornalismo (dopo) hanno scoperto che “parlare male degli altri porta a non parlare, e non far parlare, male di sé”.

Redazione TirrenoNews

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