Fino a pochi anni fa Pontida era per noi un Comune della Lombardia in provincia di Bergamo dove il 7 aprile del 1167 fu pronunciato il famoso Giuramento nel monastero benedettino dai delegati delle città di Ferrara, Brescia, Milano, Cremona, Bergamo e Mantova, i quali si impegnarono a difendere le libertà comunali contro Federico Barbarossa.
Poi venne Umberto Bossi, il Senatur, e Pontida divenne luogo simbolo della Lega Nord. I popoli della Padania si riuniscono sul sacro prato di Pontida per il raduno annuale per celebrare il famoso Giuramento.
Ieri, invece, sullo stesso prato, si sono riuniti per la prima volta “I terroni”.
Di questa manifestazione se ne sono occupati tutti i giornali nazionali. Il Manifesto così ha titolato: "Tutti i terroni sul prato di Pontida"; La Gazzetta del Sud: "Orgoglio meridionale a Pontida"; Il Secolo XIX: "I terroni espugnano Pontida"; Il Mattino: "Qui per combattere il razzismo".
In risposta al comizio napoletano del leader della Lega Matteo Salvini oltre 4000 persone, tutte originarie del mezzogiorno d’Italia, il 22 aprile si sono riunite a Pontida, in uno dei luoghi simboli e sacri della Lega Nord, per fare festa, con birra, musica e tanti panini alla ‘nduja.
La discesa a Napoli di Matteo Salvini aveva provocato tafferugli e feriti tra le Forze dell’Ordine e i manifestanti contrari a Salvini.
A Pontida, invece, tutto si è svolto pacificamente anche se la cittadina era blindata dalla Polizia e il Sindaco con una ordinanza aveva decretato la chiusura delle scuole, dei negozi e delle attività lavorative.
Chiusi perfino i cancelli del cimitero.
Molti proprietari di bar e ristoranti sono rimasti scontenti e delusi di non aver potuto aprire i loro locali.
Hanno perso una grande occasione.
Hanno persino criticato il loro Sindaco.
Per loro il Sindaco ha sbagliato a blindare tutta la città perché, essendo un operaio, non ha la cultura di capire questi eventi.
La folla, felice, contenta, entusiasta si è riunita intorno ad un palco su cui capeggiava la scritta :- Terroni di tutto il mondo unitevi-.
Le scritte inneggianti alla Lega erano state in precedenza cancellate.
Dal palco si sono esibiti fra gli altri Eugenio Bennato, i 99 Posse, Tonino Carotone, Ciccio Merolla, Valerio Jovine.
Il clou del concertino è stata la canzone “Gente d’ò Nord”.
Racconta la solidarietà e cosa significa essere migrante.
Sul palco, però, non solo musica ma anche politica.
Hanno portato le loro testimonianze giovani e meno giovani provenienti da tutte le parti d’Italia con il treno, coi pullman e con le proprie macchine.
Già pensano di tornare il prossimo anno.