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1946 – 2017. Settantunanni di donne che votano e che vengono elette

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fascia tricoloreInes Nervi in Carratelli, donna calabrese della provincia di Cosenza e precisamente di San Pietro in Amantea, ricoprì per la prima volta dopo la caduta del fascismo la carica di Sindaco. Fu votata nella seconda tornata elettorale amministrativa del 24 marzo 1946. Capeggiava una lista della Democrazia Cristiana in contrapposizione ad una lista civica “Stella” capeggiata dall’Avvocato Ottavio Policicchio. Era la prima volta che votavano anche le donne e che avevano la possibilità di essere elette. Il Decreto N.74 Articolo 7 del 10 marzo 1946, sotto il Governo di Alcide De Gasperi, aveva sancito l’eleggibilità delle donne. Ecco cosa scrive Il Corriere d’informazione del 19 marzo 1946:- Per la prima volta una scheda tra le mani. Ai seggi non manca una certa emozione, tra le donne, certo, consapevoli di vivere in prima persona un traguardo storico e di avere per la prima volta la responsabilità di cittadine, sentita in modo trasversale, senza differenza di età, ceto e istruzione, come racconta Egisto Corradi del Corriere, testimone del voto di un gruppo di donne ai seggi di Lodi:- Stanno in fila,nel mattino grigio e piovigginoso, tutto ben in fila e composte al portone della loro sezione elettorale, in mano il certificato, il rosario e il libro delle devozioni. Sono a malapena le sette e loro, che vengono dritte dritte dalla prima messa, sono lì pigiate ad attendere. Entrano nel recinto… (…) Finalmente, a voto scodellato, comunicano le loro impressioni:- Ho fatto una croce grande, grande quanto tutto il foglio-. 1946 al voto: Io c’ero. Non ho votato perché ancora non avevo compiuto 21 anni, ero ancora un ragazzo, però io quel giorno delle votazioni me le ricordo ancora benissimo. E ricordo anche i giorni precedenti al voto, le adunate, i comizi, i volantini, i manifesti e poi lo spoglio delle schede, le ansie e le preoccupazioni dei candidati, i balli e le feste in casa del Sindaco eletto. L’elezione di un Sindaco donna nel lontano 1946 ha rappresentato per la Calabria la punta più avanzata della rinascita dell’impegno femminile nella politica comunale. Il nuovo Sindaco eletto era una donna energica, religiosa, insegnante elementare, coniugata e madre di due figli in tenera età: Carolina e Saverio. Nella lunga parentesi del fascismo le sue aspirazioni sociali e politiche sono assorbite tutte dall’impegno dell’insegnamento. Chi scrive è stato suo alunno in quinta elementare. Non c’era ancora in San Pietro in Amantea un edificio scolastico, perciò le aule scolastiche di allora erano magazzini a piano terra. La nostra aula si trovava nell’allora Via Michele Bianchi ora Via del Popolo nell’abitazione della famiglia De Grazia presso il Ponte del Vallone. Negli anni 60 ospitò finanche la Farmacia del Dottor Ferraro. La Signora Nervi Ines sbaragliò gli uomini, suoi avversari politici, e vinse le elezioni a grandissima maggioranza. Venne eletta alla carica di Sindaco nella seduta consiliare del 31 marzo 1946 con 14 voti, due in più della sua stessa maggioranza consiliare. C’è da precisare che allora i Sindaci venivano eletti dai consiglieri comunali nella prima seduta del consiglio convocato dopo la votazione. In quella tornata elettorale venne eletta anche un’altra donna. Fu Lucarelli Vincenzina, la nonna paterna del carissimo nipote Periglio Grassullo. La signora Nervi restò in carica fino alle elezioni amministrative del giugno 1952. Realizzò alcune opere importanti: la fognatura comunale e la pavimentazione della strada principale del paese che va da Piazza IV Novembre a Piazzetta Margherita. Allora qui terminava il paese, tanto è vero che lo spazzino comunale dell’epoca Zio Roberto, non scopava il tratto che va da Piazzetta Margherita al Ponte del Vallone.

Da allora in poi San Pietro in Amantea ha avuto soltanto Sindaci maschi. Anche il mio paese natale ha scaricato le donne come del resto hanno fatto altri Comuni calabresi. Queste donne coraggiose, intelligenti, esperte, sono rimaste “corpi estranei” in un mondo politico dominato dai maschi. Amantea ha dovuto aspettare oltre 68 anni per avere per la prima volta un Sindaco donna. Non le fecero neppure terminare la consiliatura. Venne disarcionata dalla carica di Sindaco dalla sua stessa maggioranza.

Il nostro Sindaco è morto da diversi anni ed è seppellito nella tomba di famiglia nel cimitero di San Pietro in Amantea. A tutt’oggi non le è stata intitolata nessuna strada. Io, consiglierei, o meglio suggerirei in punta di pioedi al Sindaco e all’intero Consiglio Comunale, l’intitolazione in suo onore della Sala Consiliare per ricordare alle nuove generazioni il suo nome e l’azione politico amministrativa svolta.

Il nostro amato Sindaco, però, sarà ricordato mercoledì 3 maggio nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Saranno presenti alla cerimonia il Sindaco di San Pietro in Amantea Sig. Gioacchino Lorelli e certamente anche i familiari della compianta mia maestra elementare. Anche io ero stato invitato alla cerimonia, ma ho dovuto declinare l’invito per motivi di salute.

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