Prima, in sintesi, risultati del referendum consultivo di Veneto e Lombardia.
Sono stati quattro milioni i veneti al voto per il referendum sull’autonomia regionale.
L’affluenza è arrivata al 57.9%. I sì sono stati 98%, i no 2 per cento.
In Lombardia l’affluenza è stata del 40% circa, al di sopra della soglia del 34% fissata come “tetto” dal governatore Roberto Maroni, con il Sì che ha ottenuto il 95,6%.
Bergamo la città dove si è votato di più, Milano quella dove meno cittadini sono andati al voto. Maroni ha ringraziato i “3 milioni di lombardi che sono andati a votare” e ha annunciato un fronte comune con l’Emilia Romagna per ottenere maggiore autonomia dallo Stato centrale.
Ora passiamo a Zaia
Zaia dichiara: “Vincono i veneti, il senso civico dei veneti del “paroni a casa nostra”.
Nell’alveo della Costituzione si possono fare le riforme.
Il Veneto c’è, i veneti hanno risposto all’appello.
Vince la voglia di dire che siamo padroni a casa nostra”.
E poi conclude: “Vogliamo i 9/10 delle tasse”.
Infine il governo.
Il sottosegretario agli affari regionali Gian Claudio Bressa annuncia di essere “pronto ad aprire una trattativa per definire le condizioni e le forme di maggiore autonomia”.
In attesa di capire il timing delle due regioni, la vittoria del sì ha un evidente significato politico che viene capitalizzato da Matteo Salvini: “5 milioni di persone chiedono il cambiamento alla faccia di Renzi che invitava a stare a casa”, esulta.
Il leader della Lega, partito che ha fatto dell’autonomia uno dei suoi cavalli di battaglia non a caso parla dunque di “occasione unica”.
Per ultimi noi calabresi.
Sappiamo che si tratta di Venexit.
E’ palese, ma non è serio. Affatto.
Tutto sommato ci sono ragioni da valutare e condizioni per accettare la proposta.
Il Veneto vuole staccarsi dall’Italia? Bene che lo facciano ma come dice Zaia nell’alveo della costituzione” ed aggiungiamo noi, nell’alveo della logicità e della giustizia
Che vadano via o che ottengano il 90% delle tasse.
L’importante è che si paghino da soli il Mose( e quant’altro) e si portino anche il 90% del debito pubblico nazionale.
In fondo anche noi calabresi è giusto che, cadendo ancora più giù, in uno scatto di reni cominciamo ad eleggere politici veri e capaci!