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Ragazzo accoltella una professoressa di Francesco Gagliardi

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Il 7 novembre scorso, cari amici lettori, vi ho raccontato la storia di quella maestra che subì una vile aggressione da parte di un ragazzo di origine albanese.

La storia era vera, non era frutto della mia fantasia.

 

 

Eravamo a Mirandola, un paese della provincia di Modena, tristemente noto perché colpito dal vasto terremoto dello scorso anno, Istituto Professionale “Galileo Galilei”, prima superiore, finito nell’occhio del ciclone per un video postato sul web in cui si vede benissimo un ragazzo di 15 anni che tira con estrema violenza un cestino dei rifiuti alla professoressa di matematica durante l’ora di lezione seduta in cattedra che resta tuttavia immobile.

Se da un lato molti che hanno visto il video si sono indignati per il vile gesto compiuto dal ragazzo, dall’altro lato non c’è stata alcuna reazione, anzi hanno cercato di minimizzare l’accaduto.

Sono dei piccoli episodi insignificanti che si verificano nelle classi scolastiche.

Il ragazzo non voleva colpire l’insegnante e non aveva nessuna intenzione di fare del male.

Ha poi chiesto scusa. In fondo è un ragazzo.

Il vile gesto, però, non è finito qui, ora è al vaglio delle forze dell’ordine..

Del vile gesto ne hanno parlato quasi tutti i giornali.

E Massimo Gramellini sul Corriere della Sera nella sua rubrica “Il Caffè” ha scritto una lettera alla professoressa intitolandola ”La forza del cestino”.

A Gramellini più della bravata del bulletto, lo ha colpito la mancanza di reazione della professoressa.

“Il cestino le rimbalza addosso eppure lei non alza nemmeno la testa, vittima muta e inerte di un oltraggio inaccettabile, ma evidentemente considerato ineluttabile”.

A distanza di pochi mesi la storia si ripete, siamo nel casertano e precisamente a Santa Maria a Vico, Istituto Tecnico Commerciale “Ettore Majorana – Bachelet”, e un ragazzo di 17 anni di Acerra, che frequenta la scuola non lancia il cestino della spazzatura contro la maestra, ma addirittura con un coltello a serramanico la ferisce al volto.

Colpa della professoressa?

Voleva interrogarlo per fargli recuperare una insufficienza.

La ferita ha richiesto 32 punti di sutura.

Ancora la maestra è ricoverata presso l’ospedale di Maddaloni per le cure del caso.

Ma dal letto dell’ospedale non infierisce contro il suo aggressore.

Lo ha già perdonato e chiede addirittura alla sua dirigente scolastica di non infierire contro il ragazzo, il quale si è già pentito del vile gesto e ha chiesto perdono ed è pronto ad espiare le sue colpe.

– Non faccia del male a quel ragazzo – dice la professoressa Franca Di Blasio di 54 anni – madonna mia, non ce l’ho fatta a cambiarlo .

Ho cercato di spingerlo a fare meglio, non ce l’ho fatta –

E considera il gesto scellerato del ragazzo non solo come un fallimento della scuola in generale ma un proprio fallimento.

Sui social sono in tantissimi che, pur apprezzando la sensibilità della professoressa, chiedono una punizione esemplare per il ragazzo.

Gli studenti dell’Istituto hanno condannato l’episodio e hanno espresso alla Professoressa d’Italiano tutto il loro affetto e all’intero Corpo Docente che quotidianamente si prende cura di loro, non solo istruendoli, ma soprattutto educandoli al rispetto delle regole e delle persone.

Così ha scritto il Ministro della Pubblica Istruzione Fedele condannando l’accaduto;- Inaccettabile che uno studente arrivi armato in classe, simili episodi di violenza non dovrebbero mai accadere,

men che meno in un luogo come la scuola, in cui educhiamo le nostre ragazze e i nostri ragazzi al rispetto -.

Dopo aver colpito l’insegnante il ragazzo è scappato ma poi è stato rintracciato dai Carabinieri davanti ad un bar nelle vicinanze della scuola.

Ora il ragazzo, studente al quarto anno, è richiuso nel Centro di accoglienza minorile dei Colli Aminei a Napoli.

A novembre abbiamo registrato il lancio di un cestino, a gennaio lo sfregio al viso con un coltello a serramanico, a marzo cosa dovremmo registrare?

Un bel colpo di pistola per gambizzare il docente che cerca di fare il proprio dovere in classi e luoghi difficili.

Una volta si faceva un gran chiasso e si occupavano le aule scolastiche, ora si ferisce e si sfregia chi cerca di far rispettare le regole.

La scuola è cambiata, e come é cambiata! In peggio.

Redazione TirrenoNews

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