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LEONARDO-TRENTO 1LETTERTA APERTA AL PRESIDENTE MATTEO RENZI "NON PUÒ NON FARSENE CARICO, LA BASE VUOLE CAMBIARE POLITICHE E UOMINI"

 

Gentile Presidente RENZI,

sulla questione Calabria Lei rischia ormai di giocarsi tutta la credibilità riformatrice e rottamatrice costruita e consolidata fino ad oggi. L’idea ormai che tanti calabresi intellettualmente onesti si sono fatti è che, sulla immutabilità dei vizi incancrenitisi nelle dinamiche politiche ed istituzionali di questa regione, debba fatalmente scontrarsi e perire qualsiasi ansia e volontà di rinnovamento nazionale. – Mi domando, può continuare ad andare così? Può, ovunque in Italia, essere issata la bandiera del cambiamento generazionale e della classe dirigente, tranne che in Calabria? Anche noi Calabresi possiamo finalmente sperare in una inversione di rotta anche in questa terra maledetta e refrattaria ad ogni stimolo e suggerimento di novità?Io penso di sì, Presidente RENZI. E come me tantissimi Calabresi, giovani e meno giovani che ancora credono, sperano e si impegnano affinché la bella ventata di rinnovamento che sta accompagnando e spiegando molte delle sue iniziative politiche e di governo possa infrangersi contro il vero e proprio muro di gomma politico che ancora resta in piedi dal Pollino allo Stretto. – Non può fallire e morire in questa regione, già distrutta da un ventennio di scelte sbagliate e dagli ultimi cinque anni di fallimento plateale del centro destra, il sogno di incamminarci, insieme alle altre regioni del Sud, su quella strada del rinnovamento, dell’efficienza, dell’ammodernamento e della competitività del Paese sulla quale Lei non sta lesinando sforzi contro ogni ondata conservatrice. – La Calabria ed i calabresi hanno bisogno di confrontarsi sui contenuti, sulle grandi emergenze ereditate e da governare, sulle grandi sfide europee ed opportunità mediterranee da cogliere e da anticipare, sulle grandi direttrici di sviluppo sostenibile e durevole per troppo tempo piegate alle logiche asfittiche di una classe e di una generazione politica che non ha saputo guadare oltre il proprio naso!Eppure di tutto ciò, di contenuti e programmi non si parla in questa regione. E si assiste da mesi ad un duello muto su nomi, diktat e tatticismi del tutto sganciato dalla realtà e dalle esigenze quotidiane di quanti, imprenditori, associazioni, professionisti e studenti vivono, lavorano e hanno deciso, nonostante tutto, di restare e provare ancora, forse per una ultima volta, a credere in futuro diverso e migliore per questa terra; nelle sue mille potenzialità, inespresse, latenti e spesso sottovalutate da chi aveva la possibilità di cambiare (e non l’ha saputo fare!) le sorti di questa regione e di frenare l’emorragia di intelligenze, energie e forza lavoro.In una regione senza alcun governo, con un esecutivo di fatto decaduto ed una maggioranza di centro destra che non c’è più, con un apparato burocratico ormai allo sbando è assurdo dover assistere all’autolesionismo del PD invischiato in estenuanti balletti di nomi, all’indecisionismo di un centro sinistra incapace di spiegare ai calabresi la sua idea alternativa di Calabria ed all’autodistruzione del capitale di consenso e fiducia nella voglia di rinnovamento che i calabresi hanno già dimostrato alle ultime europee. – Qui e adesso si vuole cambiare pagina e passo da tutti i punti di vista, Signor Presidente. E LEI NON PUÒ NON FARSENE CARICO! La Calabria, quella della gente e della base, ha bisogno di voltare pagina ed il Pd deve essere in grado di dimostrarsi capace di rappresentare a tutti gli effetti questa insopprimibile ansia di rinnovamento degli uomini e delle politiche. Altrimenti sarà il fallimento finale della Calabria e, con essa, l’avvio al fallimento della straordinaria stagione di rinnovamento politico da Lei incarnata.

Cosenza, 11 luglio 2014

Leonardo TRENTO

Assessore provinciale governo territorio Provincia di Cosenza

Pubblicato in Italia

Intanto quando si incontra qualcuno che dice la verità bisogna levarsi il cappello!

Tanto più in Calabria dove la verità è pericolosa, dove la verità non può e non deve essere detta perché diversamente si scopre tutto.

E noi lo facciamo di fronte a Franco Laratta

Lo facciamo perchè Laratta, dirigente Pd e già parlamentare, in un incontro a Cosenza con i giovani dell'aerea renziana della provincia ha detto :

«Litighiamo sui nomi, ci azzuffiamo tra chi è vecchio e chi si crede nuovo, ma non pensiamo al programma e ad un progetto per salvare la Calabria!».

E poi ha affermato: «Lo spettacolo che sta dando il Pd calabrese non è dei migliori. E non si distingue praticamente nessuno».

Ed ancora con una lealtà rara in politica e tanto più nel PD, ha affermato: « L'obiettivo sembra essere uno solo: la conquista del potere.

Ma questo rischia di essere il nostro fallimento, perché non riusciamo ad essere alternativi nelle idee e nelle proposte. Ma non siamo nemmeno credibili e autorevoli.

Tra di noi c'è chi pensa che la Calabria avrà risolto tutti i suoi problemi, solo se andrà uno del Pd alla presidenza della Regione. Un'idea fallimentare in sé.

Abbiamo bisogno di mettere in campo un modello nuovo di Calabria, insieme ad una competente e alternativa classe dirigente, e mettendo in atto la rottura netta con il passato. Se non facciamo questo, le stesse primarie saranno inutili, se non dannose».

Forse Laratta poteva essere ancora più “tosto” ed insieme “vero” evidenziando che PD in Calabria significa anche Partito Diviso. Diviso tra renziani e non renziani. Diviso tra blocchi di potere , l’un contro l’altro armati. Diviso tra passato e futuro. Diviso tra il vecchio ed il nuovo. Tra chi pensa di vestire i panni di re mentre è nudo, tra chi vende i propri voti pur di conservare il potere necessario alla sua sopravvivenza mentre la Calabria muore.

Nessuno si ricorda che c’è una Calabria tirrenica diversa e distinta dalla Calabria ionica, una Calabria Citra diversa e distante dalla Calabria Ultra, una Calabria di ricchi ed una Calabria di poveri, una Calabria di potenti ed una di pezzenti, una Calabria di Baroni della politica e del potere ed una di servi della gleba

E nessun sembra nemmeno ricordarsi che la Calabria sembra pronta a reagire al “vecchio”, o meglio “all’usato”: Rende docet.

Ed allora un po’ di onesta e di coraggio.

Avviamo la raccolta differenziata nel PD , rottamiano il vecchio. Basta lucidare per far apparire nuovo e pulito il vecchio e lo sporco. Lo sappiamo tutti: ci sono pentole che se tenti di farle nuove ci perdi anche lo stagno!

Renzi, non sbagliare : Alla Regione un candidato lontano dai blocchi di potere. Solo così la Calabria si salverà!

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Cosenza

Renzi nel Consiglio dei Ministri del 13 giugno 2014 vanta la sua ennesima scelta evidenziando che: "Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, ha approvato misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese. Tra queste, le seguenti misure. ..... A decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale".

Praticamente vuole abolire le sezioni staccate dei TAR.

Per esempio in Calabria quella di Reggio Calabria

Probabilmente vuole concentrare la gestione amministrativa in un solo TAR per regione anche se appare ridicolo che ci sia un TAR per ogni regione quando le regioni sono fortemente diverse tra di loro. Ricordiamo che la Lombardi ha quasi 10 milioni di abitanti, e la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta non arrivano in tre ad 1 milione di abitanti!

Ed ancora più ridicolo è che la Valle d’Aosta ha un TAR pur avendo 130 abitanti e si voglia chiudere TAR in città che hanno più abitanti della valle d’Aosta.

Ma è evidente che Renzi muova verso una riorganizzazione anche dei tribunali amminitrativi e non solo penali e civili

Ma ecco le reazioni

A Reggio Naccari Carlizzi, come è d’uso da destra a sinistra, grida contro la chiusura del TAR della sua città ( fanno a gara a chi rida rima e di più!)

I giuristi ricordano invece la Costituzione che nel suo articolo 125 statuisce che : "Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa di primo grado, secondo l'ordinamento stabilito da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione" e gridano al vento richiamando inopinatamente la sentenza della Corte Costituzionale che ha recuperato ai TAR regionali competenze in costituzionalmente afferite al TAR Lazio

Altrettanto irragionevolmente si evidenzia che concentrando le competenze regionali in un unico TAR, pur diviso in sezioni, si ingolferebbe la macchina della giustizia amministrativa ed in particolare le segreterie dimenticando che il personale tutto delle sezioni soppresse afferirebbe a quelle conservate.

Insomma ci sembra che questo pachiderma Italia non debba essere mosso dalla posizione dove si trova per non turbare gli interessi territoriali, di governo, politici, economici e sociali.

Renzi, per favore continua e cambia tutto!.

Ecco la sentenza della Corte Costituzionale

http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do

Pubblicato in Italia

Tutto il mondo sa che la battaglia contro la ‘ndrangheta è la “grande battaglia” e che Lei ne è tra i pochi protagonisti validi ed indefettibili.

In meno, invece, a sapere che questa Calabria sta morendo, ma non solo di ‘ndrangheta.

Sta morendo di malgoverno.

Non da ora, ma da tempo.

E non è un problema di centro destra o di centro sinistra.

E’ un problema di uomini che se e quando non sono compromessi con la ‘ndrangheta, lo sono con il malaffare di ogni tipo e ad ogni livello, quando non sono loro stessi il malaffare.

Politici che rubano pensando di essere nel giusto ed onnipotenti; politici che concutono o si lasciano corrompere; burocrati che rubano gli stipendi assicurando ai politici la soddisfazione dei loro interessi, anche quando semplicemente politici.

Una politica che crea i cosidetti “precari” e poi li stabilizza assicurandosi eterna fede ed eterni voti. Ma così comprando la dignità di un popolo che era bruzio e che non vuole più emigrare ma si appresta a morire di fame od a diventare ‘ndranghetista . I calabresi infatti dicono “Io mangio grazie a…………..; che vuoi che mi freghi se……….; sul pane non si sputa”.

E questa è la base per la ‘ndrangheta!

D’altro canto ci deve essere sicuramente un forte legame nel fatto che la Calabria sia come reddito l’ultima tra le regioni italiane ( e tra le ultime in Europa) e come ‘ndrangheta la prima!

E la invocazione di Renzi che il riscatto della Calabria deve partire dalla Calabria rischia di restare tale, solo una invocazione.

Ha, invece, toccato il punto dolens , Renzi, quando ha detto che il Governo, «deve raccontare meglio la Calabria ma anche fare uno sforzo perché le leggi siano rispettate da tutti».

Si! La Calabria è un problema di rispetto delle leggi . E’ questa la “vera” lotta , la giusta lotta. Il male non è solo nella ‘ndrangheta ma anche, se non soprattutto , nella cattiva amministrazione che si arroga il diritto di non rispettare le leggi, ben consapevole che la magistratura , e lei ne sembra un esempio classico, lotta contro la ‘ndrangheta e dimentica la pessima amministrazione, la corruzione, il voto di scambio e tanto altro.

Abbiamo letto che Lei è andato a Scalea “ perché le è sembrato un fatto di buona educazione incontrare il premier nella sua prima visita ufficiale in Calabria” ma siamo rimasti prostrati .

Leggere, poi, che Lei non intende candidarsi a Governatore della Calabria per il semplice «fatto che non lascerà mai le sue funzioni ed il suo lavoro per indossare i panni del candidato» ci lascia affranti.

Ha ragione Magorno, anche noi riteniamo che Lei sarebbe il candidato ideale per governare la Calabria e far partire dal Suo governo il riscatto della nostra terra.

Ci provi dr Gratteri.

Non è nemmeno detto che ci riesca. Potremmo tutti scoprire una Calabria che non vuole il suo riscatto, una Calabria che ha paura della legge e quindi di Lei.

Forse non sarebbe nemmeno una sorprendente sorpresa, forse darebbe la misura di una politica ancora più compromessa di quanto temiamo!

Ma potremmo trovare una Calabria che vuole salvarsi e che si aggrapperebbe a Lei come un naufrago all’unica zattera possibile.

Vorremmo che ricordasse le sue stesse parole profferite ad Amantea sulla compromissione della politica la scorsa estate .

Erano parole giuste. Parole che Le impongono di riflettere sulla nostra sollecitazione!

Staff Tirrenonews.it

Pubblicato in Calabria

Tutta l’Italia avrebbe voluto che Nicola Gratteri divenisse ministro di Giustizia, ma così non è stato.

Tanta Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario alla Giustizia.

Quasi tutta l’Italia dopo le vicende dell’Ora di Calabria non voleva Antonio Gentile sottosegretario a qualunque cosa.

Ed è stato lui( spinto o meno dalle cose non importa) alla fine a dimettersi togliendo dall’imbarazzo sia Renzi che Magorno che Alfano che il NCD.

Ed ecco che la Procura cosentina chiarisce la situazione con una nota all'ANSA del procuratore, Dario Granieri rilasciata alle 20.14 di ieri 3 marzo.

Il senatore Antonio Gentile non è indagato nell'inchiesta sulle pressioni che sarebbero state esercitate sul quotidiano l'Ora della Calabria per non fare pubblicare la notizia che il figlio del parlamentare è coinvolto nell'indagine sugli incarichi da parte dell'Azienda sanitaria.

Non solo ma viene anche chiarito che nel registro degli indagati sarebbe stato iscritto Umberto De Rose, il titolare della tipografia che stampa il quotidiano, il telefonista a carico del quale s'ipotizza la violenza privata. Ne parla sempre l'ANSA. L'inchiesta è stata avviata dalla Procura di Cosenza, come atto dovuto, sulla base della documentazione presentata dal direttore del quotidiano, Luciano Regolo, che ha anche depositato la registrazione delle telefonate intercorse tra De Rose e l'editore del giornale, Alfredo Citrigno.

Non perdona il Coordinamento Area politico - culturale PD Calabria "#tuttaunaltrastoria", Comitato Canale Segretario.

Non perdona e lo fa con un comunicato “tosto” con il quale invita Renzi provvedere alla revoca di Gentile da sottosegretario.

Ecco il testo:

“La nomina del sen. Antonio Gentile a sottosegretario è un grave errore politico.

E' una macchia all'immagine del Governo nazionale.

E' la rappresentazione a Roma della Calabria peggiore.

Ernesto Magorno sapeva che il NCD di Alfano avrebbe proposto Gentile e non ha fatto nulla per impedire questa scelta.

Era suo dovere mettere il Presidente del Consiglio dei Ministri nelle condizioni di non sbagliare.

Anche in questa occasione per la Calabria si conferma, così, la linea del riciclo e non della rottamazione.

Le dichiarazioni odierne di Magorno sono tardive e non convincenti.

Magorno scarica la responsabilità sul NCD e sfugge al fatto che la nomina è stata fatta firmare a Matteo Renzi.

Né sarebbe una giustificazione se si affermasse che Magorno non avrebbe avuto alcun peso nella scelta dei Sottosegretari.

Il problema è, allora, lo strabismo politico del PD della Calabria: da una parte dice di collocarsi all'opposizione di Scopelliti, dall'altra inciucia sulla nomina di Gentile.

Questa nomina è oggettivamente un riconoscimento all'asse Scopelliti-Gentile su cui si impernia la Giunta regionale.

Per sottrarre il PD da questa tremenda ambiguità e rimuovere questa macchia dall'immagine del Governo nazionale la via d'uscita è una sola: revocare il Sen. Gentile da Sottosegretario.

Ora provveda Renzi !

Lamezia Terme, li 1 marzo 2014 Coordinamento Area politico - culturale PD Calabria "#tuttaunaltrastoria"Comitato Canale Segretario”

Pubblicato in Calabria

Renzi alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al propio Governo.

Dopo le dichiarazioni di voto delle forze politiche, le parole dure del Movimento 5 Stelle verso il presidente del consiglio incaricato Matteo Renzi, ecco il voto

 

Seguite l'intervento ed i risultati della fiducia direttamente sullo specchietto a destra sulla home page del nostro sito www.tirrenonews.it 

 

 

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Lo scorso 17 febbraio il procuratore antimafia Nicola Gratteri era stato intervistato da Riccardo Iacona, a ‘Presa Diretta’. “Se le proponessero di fare il ministro della Giustizia, accetterebbe?“, aveva chiesto il giornalista.

“Se avessi la certezza di poter fare le cose che ho detto e che servono, accetterei“, era stata la risposta.

Gratteri piaceva a tutti, dal basso, al popolo. Politicamente andava bene sia al Pd che a Scelta Civica e al Nuovo Centro/Destra. In tanti facevano il tifo per lui.

Matteo Renzi ha colto la palla al balzo ed ha formalmente proposto al magistrato reggino la carica di Ministro della Giustizia.

Avrebbe funzionato. Avrebbe cominciato a fare pulizia anche interna. Ne siamo certi.

Ma Napolitano non lo ha voluto. Sic!

Già il presidente della Repubblica, che è anche presidente del Csm, organo di autogoverno della magistratura, fa notare con forza che «c'è una regola non scritta per il ministero di Giustizia: mai un magistrato in quel dicastero. Mai!».

Così, in effetti, è sempre avvenuto. E’ prassi. Guai a rompere il protocollo di Corte!

Quindi non si discutono i nomi e le qualità delle persone indicate da Renzi, ma probabilmente per evitare guerre intestine nella già tanto devastata magistratura italiana, divisa i correnti e sottocorrenti, i presidenti della Repubblica hanno sempre rispettato quella norma non scritta, divenuta poi vera e propria regola al momento di comporre i governi.

La lotta alla mafia?

Aspettiamo che cambi la prassi!

Una sola domanda.

A chi faceva paura Nicola Gratteri?

Perché?

Forse non lo sapremo mai.

Lo dice con un post pubblicato su facebook Antonio Nicaso, reggino esperto esperto mondiale di ‘ndrangheta che vive e lavora da 25 anni nel nord America, noto scrittore di fama internazionale sul fenomeno delle mafie, docente universitario in Canada e Usa.

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Governo, Letta prepara il blitz: verso il rimpasto nel weekend

Legge elettorale, Renzi: «O si chiude o si perde l'ultimo treno»

Legge elettorale, altolà di Letta. Renzi: senza riforma legislatura finita

Bindi-Renzi, gag all'assemblea Pd: «Legge elettorale da ritoccare». «Ci vai tu da Berlusconi?»

Legge elettorale, Renzi: franchi tiratori? Affosserebbero Letta

Renzi: se Letta si logora non c'entro, è perché governa male

Renzi accelera su lavoro e riforme. Letta apre: patto con tempi certi

Esplode l'ira di Letta: «Adesso basta, così salta tutto. Renzi non hai mai difeso questo governo»

Letta in allarme: con quest’agenda il governo rischia

Legge elettorale, Alfano: «Daremo battaglia per le preferenze»

Legge elettorale, Letta avverte Renzi: se scateni la crisi perdi mezzo partito

Renzi: senza riforme il governo rischia. Legge elettorale? Chiamate Goldrake

Renzi-Letta, è scontro sul governo. Il sindaco: «Mesi di fallimenti»

Renzi rifiuta l’incontro con Letta: è tensione su agenda e riforme

Renzi: «Sulla riforma elettorale non mi fermano». I bersaniani: «Così il governo cade». Oggi al Pd l'incontro con il Cavaliere.

Legge elettorale, Formigoni: «Se Renzi fa accordi con Fi salta il governo»

Grillo: «Italicum ideato per eliminarci. E Napolitano tace»

Legge elettorale, ecco l'Italicum: tre sbarramenti, stop candidati in più collegi. Obbligo 50% donne

Pd, Cuperlo: «Mi sono dimesso per amore del partito. Non moriremo democristiani»

Le preferenze dividono Laratta da Franceschini

L'ultima sparata di Renzi: "Votare nel semestre europeo? Si può"

….continua….

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Abbiamo ricevuto e letto un altro “saggio” socio-politico di Peppe Furano. Lo riteniamo di notevole interesse e vi invitiamo a leggere. Sullo stesso se volete potete aprire un dibattito. Noi ci siamo!

“Dopo la eclatante vittoria di Renzi nelle primarie mi incontro con ex compagni con i quali ho condiviso le battaglie, come militanti del PCI, negli anni ‘70 e ’80. Molti di loro hanno votato Renzi e sono entusiasti del nuovo corso. Premesso che nel 2013 non ho votato PD,che non ho votato alle primarie e che non ho né argomenti né voglia di fare l’avvocato difensore dei perdenti. Che addirittura sono assolutamente d’accordo con Renzi che nel suo primo discorso ha detto che l’Italia ha avuto, in questi ultimi 20-25 anni, la peggiore classe politica dell’occidente (quelli di sinistra inclusi). (Solo en passant vorrei ricordare a Renzi e a molti dei suoi che da almeno 15 anni fanno parte di quella pessima classe politica anche se in seconda fila, ma una seconda importante!).

Penso che nessuno può avere nostalgia di una classe politica di sinistra che ha introdotto la Bassanini, rendendo, tra l’altro, i consigli comunali dei puri ornamenti,che ha modificato il titolo V della Costituzione(per inseguire Bossi!) avviando lo sperpero e gli abusi delle regioni,che ha calpestato le più elementari regole democratiche introducendo sotto altro nome il finanziamento ai partiti che i cittadini avevano abolito con un referendum nel 1993 con il 93% dei consensi,che si è tenuto per 8 anni il Porcellum,che si è costruito per essa stessa e i suoi clienti privilegi cafoni che sono fuori dal pur minimo senso civile,democratico e di giustizia,che ha contribuito a fare dell'Italia il paese più corrotto dei paesi più sviluppati,che ha alimentato un sistema di clientele che assegna posti e incarichi solo agli amici degli amici in spregio al pur minimo rispetto del merito,che ha distrutto le speranze del futuro di una generazione.

E come non essere d’accordo con Renzi quando dice “prima tocchiamo i nostri privilegi,prima abbattiamo i costi assurdi della politica e poi passiamo ad altro”.

Cose di buon senso che non sono esclusive della sinistra,ma che dall’irrompere sulla scena del M5S oramai le adottano tutti a destra e a sinistra (la Meloni di “Fratelli d'Italia” su questi temi forse è più radicale di Renzi!).

Ma sarebbe bello che anche Renzi, in attesa della norma,facesse fare da subito ai suoi deputati,senatori e consiglieri regionali quello che Grillo fa fare ai suoi,dimezzarsi lo stipendio e rinunciare al finanziamento pubblico! (Ma purtroppo parlano di abolizione del finanziamento pubblico quando ci sarà ancora fino al 2107 e per il dopo si inventano il 2 per mille e le detrazioni!)

Ma pur tutto questo stante non ho nessun entusiasmo per questa vittoria e anzi sono triste (tristezza ideale e sociale!) e mi sento ancor più, e forse definitivamente, idealmente orfano, perché sento che la vittoria di Renzi mette fine alla storia iniziata nel 1921.

Il PD nasce dalla fusione di DS e Margherita discendenti l’uno del PCI l’altro della DC,con i DS in maggioranza!

In meno di 10 anni i discendenti della DC fanno cappotto e penso che chiudono definitivamente in Italia la storia e la tradizione socialista!

Oggi:Renzi segretario del PD,Letta primo ministro con vice Alfano! Domani forse Prodi presidente della Repubblica!

Quante volte,facendo scongiuri, dicevamo “Speriamo che non ci capiterà di morire democristiani!” E invece la profezia scongiurata si è avverata!

L'Italia che dal primo dopo-guerra fino al 1990,unico caso in Europa, ha avuto il partito comunista sempre di gran lunga più grande del partito socialista o socialdemocratico,oggi è l’unico paese che non ha un grande partito nel gruppo del Partito Socialista Europeo.

L’iscrizione al gruppo del partito socialista europeo c’era nel programma di Cuperlo non c’era in quello di Renzi e non penso che sia negli orizzonti dei vincitori.

E allora perché la tristezza?

Io sono un laico e socialista.

Laico nel semplice significato che pur prendendo atto del grande mistero dell’universo e dell’uomo,mistero che vivo dentro la mia intimità, non assegno all’universo, alla vita e al loro senso significati escatologici e chiedo e pretendo, con tutte le mie forze, che le leggi e le norme che regolano i rapporti e la vita degli uomini in una società debbano essere assolutamente indipendenti e non condizionati da qualsiasi credo o fede.

Socialista nel semplice significato che sia pure lontano anni luce da utopie sconfitte dalla storia,che sognavano società di eguali, sia indispensabile nella società di porsi costantemente il problema della diseguaglianza accettabile, dei meccanismi e delle regole della produzione, del consumo e dei rapporti di potere tra governati e governanti e tra gli uomini.

Se ritengo legittimo che non abbia più senso pensare che in una società si possa tutti indossare la stessa casacca o pensare di abolire la proprietà di strumenti e cose,ritengo comunque che sia attuale e sensato che di fronte a una società e a un capitalismo moderno che permettono al 10% della popolazione di avere oltre il 60% delle risorse, che permette a pochi di avere retribuzioni e/o pensioni 100-400 volte superiori alle retribuzioni e alle pensioni minime (quale differenza rispetto ai privilegi della nobiltà dei tempi passati?), sia assolutamente indispensabile un movimento,una forza politica che si ponga nei confronti di tale sistema economico in modo critico e nell’ottica di un riequilibrio se non di un superamento di tali storture.

E ancora, che di fronte alla povertà e alla disoccupazione sia veramente irrazionale predicare,come fanno tutti, che l’unica soluzione sia la crescita, cioè aumentare la produzione (più macchine,telefoni ecc.) e più consumi.

Io non sono un economista, ma per quel poco di fisica che ho imparato so per certo che in un sistema finito e chiuso non può esistere una variabile, che rappresenti una grandezza reale, che possa crescere all’infinito! E la terra è un sistema finito!

L’orizzonte del socialismo deve prefigurare la modifica delle regole della produzione, dei consumi ,una redistribuzione immediata della ricchezza oggi esistente in modo che la diseguaglianza , collegata in modo chiaro al merito, sia più umana e accettabile!

La vittoria di Renzi può rispondere a queste mie esigenze ideali e culturali? Penso proprio di no!Renzi e i suoi hanno combattuto,in modo democraticamente legittimo, una battaglia per sostituire e sostituirsi a una classe dirigente. Forse qualcosa di nuovo sul fronte dei costi della politica e delle riforme istituzionale sarà fatto e questo è sicuramente cosa buona.

Ma questa nuova classe politica del PD non penso che si muoverà dentro gli orizzonti di un socialismo moderno nel senso di forza politica attenta al riequilibrio dei poteri tra governati e governanti, alle diseguaglianze e alla continua ricerca della loro riduzione per “portare avanti quelli che sono nati indietro”.

L’Italia sarà l’unico paese in europa politicamente americano,con un partito democratico che dovrebbe raccogliere gli ideali e le aspirazioni della sinistra che non solo non sarà iscritto nel gruppo del Partito Socialista Europeo ma che molto più di ieri, molti suoi alti dirigenti diranno che loro non hanno niente a che fare con il socialismo!

Nella tristezza, a volte, si accende un lumicino di speranza quando sento parlare i Maio, Battista, Taverna e tanti altri giovani del M5S che al netto di esagerazioni e di tante cose che lasciano perplessi si presentano come facce pulite, fuori dagli schemi logori del politichese e autenticamente rivoluzionari!

Peppe Furano

Pubblicato in Basso Tirreno
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