
Jean Marc è un ragazzo livoriano di 20 anni che vive in Italia a Prato dal 2016 e gioca a calcio in una squadra di Promozione la Vaianese Impavida Vernio. L’altro giorno, dopo un incontro di calcio, ha compiuto un gesto bellissimo: ha trovato un portafoglio con documenti, carta di credito e 150 euro e di persona l’ha voluto consegnare al legittimo proprietario. Per questo gesto inusuale ai giorni nostri è stato premiato dal padre del ragazzo che aveva perso il portafoglio. Lo aiuterà a trovargli un posto di lavoro magari nell’azienda in cui lavora. Ma veniamo ai fatti. Ci sono due squadre di calcio il Folgor Marlia dove milita Andrea e la Vainese dove milita Jean Marc. Domenica pomeriggio le due squadre si sono affrontate a Vernio e qui, dopo la gara, Andrea ha perso il proprio portafoglio. L’ha trovato Jean Marc e questi, quando si è accorto che il portafoglio apparteneva ad un giocatore che poco prima aveva incontrato sul campo di calcio, senza pensarci due volte, ha preso il treno per Lucca pagando il biglietto con i soldi trovati nel portafoglio dell’avversario ed è partito alla ricerca del legittimo proprietario. Per rintracciare Andrea che aveva affrontato poche ore prima sul campo di calcio ha dovuto fare anche un bel tratto di strada a piedi. Alla fine lo ha trovato ed ha consegnato il portafoglio con i documenti e i soldi. Andrea felicissimo del ritrovamento e commosso dal nobile gesto ha ringraziato Jean, lo abbracciato e gli ha voluto donare 50 euro. Jean non voleva accettare, gli sarebbe bastata una stretta di mano, l’abbraccio e un selfie. Cari amici, è stato un gesto bellissimo quello compiuto da Jean Marc. E’ stato un gesto compiuto da gente onesta. E Jean Marc che ha compiuto quel gesto ha dimostrato che lui è persona onesta. Molti, però, non avrebbero fatto altrettanto. Avrebbero trattenuto i soldi e buttato nella spazzatura documenti e portafoglio. La tentazione di tenere il denaro, inutile nasconderlo, è forte, soprattutto in questo periodo e poi a quel livoriano gli sarebbero serviti. Amici che mi state leggendo, forse molti di voi potrebbero pensare dov’è la notizia? E’ sempre un bene rendere noti questi nobili gesti che capitano molto di rado.
A Venezia, città che tutto il mondo conosce, ricca e famosa, città che ha dato i natali a tanti uomini illustri, una delle 4 Repubbliche marinare, hanno trovato un uomo, ex professore di Liceo, abbandonato da tutti, da amici e parenti, ma soprattutto dai vicini di casa, dopo essere svanito nel nulla, morto nel proprio letto disadorno dopo lunghi 7 anni. Nessuno lo aveva cercato, neppure gli esattori delle tasse. Eppure aveva un nome. Si chiamava Lello Boschetti, professore di Lettere, di origine romagnole, che ha insegnato nei Licei di Venezia e Treviso. L’ultimo incarico al Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso. La casa dove abitava si trova in Sestriere Dorsoduro. Viveva solo in una casa di due piani. E’ stata trovata dalle Forze dell’Ordine in stato di abbandono con bollette, ricevute e tanti documenti sparsi dappertutto che attesterebbero gli ultimi segnali di vita all’estate del 2011. Abitava in Calle del Cristo a Santa Maria non in una sperduta località di montagna del profondo Sud d’Italia. Non sappiamo ancora se avesse una moglie, dei figli, dei lontani parenti a Rimini dove era nato nel 1943. Nel Calle dove abitava evidentemente era nessuno, era un estraneo, per tutti non esisteva. E non esisteva nemmeno al Comune di Venezia. Infatti il suo nome era stato cancellato dall’anagrafe nel 2013 in quanto irreperibile. Povero uomo. Hai dedicato tutta una vita agli altri e alla fine tutti ti hanno abbandonato e dimenticato. Il Professore, dimenticato anche dai suoi allievi, forse un giorno del lontano 2011 decise di intraprendere un lungo viaggio, in silenzio, senza scomodare nessuno, per non dare fastidio a nessuno. Ora il Comune di Venezia, i vicini di casa, gli ex allievi lo seppelliranno al cimitero, porteranno dei fiori sulla sua tomba, verseranno pure qualche lacrima e forse il Professore dalla nuda terra riceverà finalmente amore e pace, quell’amore e quella pace che l’opulenta società del Nord le ha negato quando era ancora in vita. E’ morto solo, come un cane, senza nessuno accanto, senza uno sguardo, senza una carezza, senza una preghiera. In che mondo viviamo? Ci vantiamo di essere una delle più grandi e più ricche potenze del mondo, di essere un popolo di santi, di poeti, di navigatori, e poi, leggiamo sui giornali che a Venezia un uomo viene trovato mummificato dopo sette anni. Vergogna! Andiamo a messa ogni domenica, ci confessiamo almeno una volta all’anno, offriamo i 20 centesimi agli extracomunitari che agli incroci ci puliscono il parabrezza, portiamo i fiori sulle tombe dei nostri cari, facciamo visita ai defunti ogni due novembre, portiamo il cagnolino dal veterinario quando sta male e poi facciamo morire solo ed abbandonato un ex professore che aveva tanto bisogno di amore. La scoperta del cadavere è stata casuale. E’ avvenuta grazie ad un ladro di appartamento che si era intrufolato evidentemente per arraffare qualcosa. Il ladro, scoprendo il cadavere, è fuggito lasciando la porta aperta permettendo a un vicino di casa di accorgersi del cadavere. Immediata la chiamata ai Carabinieri. Sul cadavere non sono stati riscontrati dei segni di violenza. Ora si cerca di reperire qualche lontano parente. Che morale trarre? Io non sono nessuno e forse non ho le carte in regola per farla. Caro Professore Lello, ti accompagnino gli Angeli e i Santi nella Santa Gerusalemme e riposi in pace, quella pace che la gente di Venezia ti ha negato in terra per il troppo egoismo, lassismo, menefreghismo, per l’indifferenza e per il lungo silenzio durato sette lunghissimi anni.
Luglio 2017. Siamo a Reggio Emilia e una bambina di 10 anni approfittando di una bellissima giornata andava in giro con la sua bicicletta pedalando spensieratamente. Un uomo di 45 anni, questa volta italiano e non un extra comunitario, con la sua auto incomincia a pedinare la bambina, poi la supera e infine la costringe a fermarsi. Scende dalla macchina e dice qualcosa alla bambina abbassandosi i pantaloni e le mutande mostrandole i genitali. La bambina tutta sconvolta ritorna a casa impaurita, tremante e piangente e racconta l’accaduto alla mamma, la quale sporge subito denunzia all’Arma dei Carabinieri. L’autore del vile e sporco episodio viene subito identificato e denunciato per atti osceni in luogo pubblico. Si fa il processo con rito abbreviato e tutti si aspettano una severa condanna per l’imputato. Anche voi che mi state leggendo vi aspettavate una condanna, invece, l’imputato è stato assolto perché grazie al Partito Democratico e a Renzi, Presidente del Consiglio, quel reato non esiste più o meglio è stato modificato. La pena è stata aggravata se l’atto viene commesso in vicinanza di scuole, asili, oratori, luoghi frequentati da minori. L’avvocato difensore per un cavillo burocratico ha fatto assolvere il suo assistito invocando un decreto legge del 2016 e il Giudice ha applicato alla lettera il Decreto Lgs. 8 / 2016 approvato dal Consiglio dei Ministri, Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Amici, chi ha votato il 4 marzo Pd, ha votato anche questo schifo. Chi ne era a conoscenza ha votato Movimento 5 Stelle e Lega. Questo episodio ed altri esempi sono riusciti a svegliare gli italiani per voltare pagina politicamente. La bambina in un giorno di luglio del 2016 non si trovava nelle vicinanze di luoghi sensibili ma in una pubblica strada, pertanto l’imputato viene assolto. Il reato è stato depenalizzato e ridotto a sanzione amministrativa. Questa sentenza dovrebbe farci riflettere. E fare riflettere specialmente chi ha figli minori. Arrivati a questo punto io mi faccio da solo una domanda. Ma esiste la Giustizia in Italia con la lettera maiuscola? Funziona per davvero? Non dovrebbe vergognarsi quel Giudice che ha assolto l’imputato? Gesù avrebbe condannato quello sporcaccione alla pena eterna. Guai dare scandalo ad un bambino. Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina di mulino girata da un asino e fosse gettato negli abissi del mare. Qualcuno dirà:- Ha applicato la legge -. Dovrebbe soltanto vergognarsi. E se lo sporco episodio fosse capitato ad una figlia del Giudice o dell’Avvocato difensore come si sarebbero comportati? L’avvocato avrebbe sostenuto che l’episodio si era svolto non in un luogo sensibile e il Giudice avrebbe applicato quella assurda legge voluta da Renzi e Co. e dai suoi Ministri? Da domani, amici, tutti sulla strada a mostrare l’uccello alle figlie dell’avvocato e del Giudice, tanto non è più reato. E se qualcuno che mi sta leggendo abita a Roma dico a loro: Andate a mostrare il vostro gioiello davanti Piazza Montecitorio e Piazza Madama ai Ministri e alle relative moglie e figlie autori di quella schifezza di penalizzazione della pena. E allora non ci lamentiamo e non condanniamo se qualche volta alcune persone si fanno giustizia da soli senza aspettare le sentenze dei Giudici.