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Il sonno è un momento importante e va vissuto nel migliore dei modi. Una buona e sana dormita aggiusta l’umore, permette al corpo di riprendersi dalla spossatezza accumulata durante il giorno, scarica lo stress ed evitare anche alcuni disturbi alimentari (eh sì!).

 

Tra i fattori che meglio aiutano a conciliare il sonno, un ruolo importantissimo viene giocato dal materasso. Un buon materasso, adatto alle nostre esigenze, ci permetterà di dormire sonni tranquilli, riprendere le energie, sconfiggere mal di testa cronico ed al contempo migliorare (o quanto meno non aggravare) eventuali disturbi posturali. Va quindi scelto con attenzione: la regola del non accontentarsi facilmente, qui è sacrosanta.

Come scegliere?

Primo: il materasso deve adattarsi a chi lo utilizza. Alcuni preferiscono materassi rigidi, altri soffici, chi soffre il freddo e quindi predilige materassi avvolgenti e caldi, chi invece soffre il caldo e quindi sceglie materassi a molle insacchettate rivestiti in materiali confortevoli; c’è chi soffre di lombalgia, per fare un esempio, e quindi ricerca un materasso adatto al suo problema. E poi va da sé che deve essere antiacaro, antiallergico, antibatterico, ecologico, per non parlar poi del prezzo. Insomma, le caratteristiche da considerare sono molte.

Da questo, si può altresì dedurre che non esisterà mai un materasso che si adatti completamente alle nostre richieste, ma fin dove sia possibile, è bene provare a cercare.

Ricapitolando, innanzitutto si considerino le caratteristiche personali che fan sì che un materasso sia differente da un altro. Un buon materasso dovrebbe permettere di non sacrificare le ore di sonno seguendo le preferenze individuali.

Secondo: deve sostenere il corpo in una posizione neutra, che ne segua le curvature naturali ben distribuendo la pressione esercitata dal peso corporeo (va quindi anche preso in considerazione il proprio peso). Se troppo rigido il materasso solleciterà eccessivamente alcune parti del corpo costringendoci ad una posizione non corretta. Al contrario, se troppo morbido, i punti di pressione del nostro corpo il supporto adeguato, lasciandoci spossati al mattino. Per tale ragione è sempre meglio adottare materassi ergonomici, capaci di adattarsi facilmente alle forme naturali del nostro corpo. Tuttavia, un materasso sufficientemente rigido è da consigliarsi a quanti soffrono di lombalgia.

Quindi la seconda regola è quella di trovare un buon materasso che dia corretto sostegno alla schiena.

Terzo: quello giusto è quello sul quale non si sente alcuna pressione; si deve aver la sensazione di galleggiare in aria. Questo è anche il modo per capire se è tempo ormai di cambiare o meno il nostro vecchio materasso. Secondo gli esperti occorre sempre provare, prima dell’acquisto, rimanendo 10 minuti stesi sul materasso. Se ci si alza senza alcun dolore allora è stato trovato il materasso giusto.

Materassi a molle

I materassi a molle, come dice il nome stesso, sono strutturati su di una serie di molle affiancate l’una all’altra e rivestite di materiali spugnosi e tessuto. Sono attualmente i più diffusi e ne esistono di due tipi: materassi a molle tradizionali (o ortopediche) e materassi a molle insaccate. La variante ortopedica è quella maggiormente presente nelle nostre case; la loro struttura permette una buona ventilazione interna ed offre un buon sostegno alla schiena (soprattutto per chi ha una corporatura robusta). Il materasso a molle insaccate, invece, rappresentano la scelta ideale per chi vuole dormire su un materasso privo di elementi rigidi. Grazie alle sue qualità ergonomiche ben si adatta alle forme del corpo di chi vi riposa e le sue molle ne seguono in piena autonomia la postura; in pratica si adatta al corpo del dormiente.

Nella maggior parte dei casi non v’è rapporto diretto qualità/prezzo, pertanto è possibile trovare questo tipo di materassi anche a prezzi stracciati. Tuttavia occorre fare attenzione ed evitare modelli troppo economici, facili ad affossarsi nel tempo.

Materassi memory foam

I materassi Memory Foam sono realizzati con strati di schiuma (foam) di diverse densità che rispondono oltreché al peso anche alla temperatura corporea; il calore corporeo ammorbidisce il foam facendo sì che questo si adatti nel migliore dei modi alle forme del nostro corpo. Una volta utilizzato, però, questo materasso riprende gradualmente la sua forma originale, garantendone le future prestazioni nel tempo. Offrendo un adeguato sostegno alla schiena, grazie alla consistenza rigida, contribuisce ad alleviare piccoli fastidi alla schiena, agevola il rilassamento dei muscoli e nervi, eliminando contratture e tensioni e il senso di stanchezza che si prova al risveglio quando non si è riposato bene. In fine è ultratraspirante ed impedisce il proliferare di acari o l’accumularsi di polvere.

Lo svantaggio principale del Memory Foam deriva proprio dalla sua caratteristica principale: poiché sensibile al calore per adattarsi alle forme del corpo, difficilmente disperderà il calore stesso procurando notevole caldo nel dormiente (e quindi sconsigliato a chi soffre molto il caldo).

Materassi in lattice

I materassi in lattice sono realizzati in gomma naturale o sintetica, sono molto elastici e ben si adattano al profilo del corpo, favorendo un rilassamento totale della muscolatura e migliora la circolazione sanguigna. Inoltre permette alla colonna vertebrale di mantenere una linea corretta durante le ore di sonno, impedendo il sorgere di mal di schiena al risveglio. Il lattice è un materiale traspirante dunque impedisce il formarsi di acari, muffe e l’accumulo di polvere ed ha anche proprietà battericide; è anche ecologico in quanto prodotto vegetale, riciclabile e biodegradabile.

La rigidità del lattice però non è sempre apprezzata da tutti, quindi se si gradisce un modello più morbido il lattice non è il materasso più adatto.

Materassi gonfiabili

I materassi gonfiabili, in fine, adottano camere piene d’aria in sostituzione delle molle, coperte da uno strato di schiuma. Il loro uso è per lo più rivolto a persone con lesioni al midollo spinale, costretti a letto per tempi molto prolungati. Li si può regolare sì che non esercitino per troppo tempo pressione sullo stesso punto del corpo, evitando il formarsi di lesioni cutanee in pazienti immobilizzati.

Il difetto maggiore di questo modello sta proprio nella difficoltà, talvolta, che si incontra nel regolare l’aria all’interno delle camere.

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Eleonora Santoni e Roberto Scorcella di www.picchionews.it, hanno intervistato Emanuele Tondi, esperto sismologo e sindaco di un comune colpito dal terremoto.

Emanuele Tondi è responsabile della sezione di Geologia dell'Università di Camerino ed esperto sismologo.

Da qualche anno è anche sindaco di Camporotondo di Fiastrone, uno dei Comuni colpiti dal sisma del 24 agosto.

Nel 2009, all'indomani della tragedia de L'Aquila, Tondi, che non è Nostradamus ma uno studioso serio e molto preparato, in una intervista aveva dichiarato senza mezzi termini che il successivo evento sismico di rilievo si sarebbe verificato tra Amatrice e Norcia.

Una sorta di profezia rimasta, purtroppo, inascoltata.

Ma andiamo per ordine.

Professor Tondi, a 48 ore di distanza dal terremoto che ha colpito il centro Italia, qual è l'analisi del fenomeno sismico, che tipo di terremoto è stato? E da cosa è stato causato?

E' stato un terremoto medio di magnitudo 6.0 (anche se l'USGS americano ha calcolato una magnitudo un po' più alta, di 6.2) che ha colpito una zona sismica nota al confine tra Lazio, Umbria e Marche. Così come tutti i terremoti, è generato da una faglia, fratture della crosta terreste che permettono lo spostamento di masse rocciose a contatto tra loro. In particolare, lungo la zona assiale dell'Appennino, ci sono diverse faglie attive e sismogeniche note come estensionali. Il movimento lungo tali faglie determina un'estensione in direzione est-ovest e un abbassamento dell'area in prossimità delle faglie stesse. Generati da queste faglie sono appunto i bacini intramontani di Norcia, Castelluccio, Amatrice, L'Aquila, e Colfiorito.

Di seguito la mappa dei terremoti localizzati aggiornata al 25 agosto ore 16:00 italiane. Da www.ingv.it

La domanda può sembrare scontata, ma poteva essere previsto il sisma?

Guardi, per rispondere a questa domanda le virgoletto un messaggio ricevuto ieri da un mio ex studente: Amerigo Corradetti "Salve Prof., ancora mi ricordo quando al corso di Seismic Hazard affermava che dopo il terremoto dell'Umbria-Marche e quello de L'Aquila il prossimo serio evento sismico in Italia centrale sarebbe avvenuto tra Amatrice e Norcia e che eventuali risorse per fare prevenzione sarebbero dovute essere investite in quelle zone". E le aggiungo che questo non lo sapeva solo il sottoscritto ma in tanti. Allarmi inascoltati.

Sapendo dove si trovano le faglie e sulla base delle loro caratteristiche è possibile prevedere dove avverrà il prossimo terremoto e di che magnitudo massima sarà. Anche i cataloghi dei terremoti storici, cioè lo studio dei terremoti avvenuti in passato, aiutano notevolmente. Il "quando", però, non può ancora essere previsto, sono troppe le variabili. Quello che è certo, è che comunque prima o poi avverrà, perché i terremoti si verificano sempre nelle stesse aree e cioè lungo le faglie che rappresentano le zone di debolezza della crosta terrestre.

Il continuo susseguirsi di scosse più o meno intense cosa stanno a significare?

Le sequenze sismiche generalmente sono costituite da tre fasi che si susseguono una dopo l'altra, la prima caratterizzata da piccoli terremoti denominati "foreshocks", la seconda con il terremoto principale chiamato "mainshock" e la terza in cui si susseguono terremoti di minore intensità denominati "aftershocks". In questo momento la sequenza sismica si trova nella terza fase, quella degli "aftershocks". A differenza delle sequenze sismiche verificatesi negli ultimi anni, questa attuale non ha avuto una prima fase molto sviluppata ma può accadere, considerando la complessità del fenomeno.

Unicam ha fatto sapere ieri, in una nota, che insieme ad una equipe si sarebbe recato nell'area epicentrale, cosa è emerso dai rilievi?

Subito dopo il terremoto abbiamo organizzato una squadra della Sezione di Geologia della Scuola di Scienze e Tecnologie dell'Università di Camerino, costituita tra gli altri da Miller Zambrano e Tiziano Volatili, per andare sul posto e rilevare gli effetti del terremoto sull'ambiente. E' molto importante attivarsi subito in quanto alcuni fenomeni sono molto effimeri e si cancellano rapidamente.

Dalla Val Nerina ci siamo recati a Norcia dove abbiamo rilevato i primi crolli, in particolare sulle mura di cinta della Città. Inoltre abbiamo controllato gli strumenti (estensimetri) che abbiamo posizionato anni fa lungo le faglie. Uno di questi si trova nella cantina di un edificio privato, costruito a cavallo della Faglia di Norcia, che questa volta fortunatamente non si è mossa. Capisce qual è il problema quando parliamo di prevenzione? Tutti sanno che a Norcia ci sono edifici sopra le faglie, compresi i proprietari.

Danni gravi agli edifici e soprattutto i crolli sono concentrati quasi esclusivamente nelle Città di Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto ed Arquata. Per quanto riguarda le faglie abbiamo rilevato evidenze modeste di riattivazione lungo la faglia del Vettore. Evidenza poi confermata anche dai dati sismologici, che chiaramente indicano questa faglia come quella che ha causato il terremoto.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Si possono verificare due possibili evoluzioni della sequenza sismica in atto, la prima, quella auspicabile, è che gli "aftershocks" vadano via via scemando. Però, poiché quando una faglia si attiva genera una instabilità in una vasta area,c'è anche la possibilità che si riattivino altre faglie, con la capacità di generare terremoti anche simili al "mainshock" della notte del 23 agosto. Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell'area di Preci.

Secondo lei, poteva essere evitata questa tragedia? o potremmo evitare tragedie simili in futuro?

E' veramente triste vedere come un terremoto medio (perché non può essere classificato come forte un terremoto di magnitudo 6.0) possa ancora fare tante vittime. Oltre a costruire in tutta sicurezza i nuovi edifici è possibile migliorare la risposta sismica anche di quelli antichi o storici. Occorre chiamare un Ingegnere e un Geologo e provvedere alla verifica sismica, questo lo dovrebbero fare sia gli Enti per le strutture pubbliche che i privati cittadini per le loro abitazioni

Esiste una relazione con l'evento sismico del 1639?

Certamente si, come già detto, i terremoti avvengono sempre nelle stesse zone, stessa faglia stesso terremoto

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A Montelabbate, il 59enne era rimasto senza tetto da un anno.

Sul web un video per protestare contro i Vescovi: "Prendetevi cura prima degli italiani"

 

Ha esalato l'ultimo respiro l'11 agosto. Severino Pozzalo, nel silenzio e abbandonato dalle istituzioni che avrebbero dovuto aiutarlo.

Un uomo italiano di 59 anni è stato trovato nell'abitacolo della sua auto senza vita.

Quell'auto che era diventata la sua casa a Montelabbate (Pesaro).

Un decesso per cause naturali, dopo una vita costellata da disoccupazione, la separazione e da un anno anche dall'assenza di un letto dove dormire.

Non voleva sostegni dal Comune.

Forse per orgoglio.

 

Eppure da tempo nessuno si è attivato prontamente per aiutarlo, nonostante la sua situazione fossa a conoscenza dei servizi sociali.

Chissà se fosse stato un profugo, lo avrebbero messo un centro di accoglienza.

E' quello che pensano gli amici e gli abitanti di Montelabbate, che nei giorni scorsi hanno fatto girare un video su Facebook in cui accusano il governo e la Chiesa di dare maggiori attenzioni agli immigrati che agli italiani. "Questa vicenda grida vendetta.

Ha vissuto per un anno abbandonato dalle istituzioni.

Se sei italiano sei discriminato - ha detto in un video-denuncia il portavoce del Movimento popolare "Lega Italica", Davide Fabbri –

Mi rivolgo al cardinale (Galantino, NdR) che dice che vogliamo raccogliere voti sulla pelle dei migranti. Ma non è vero: noi italiani chiediamo solo rispetto".

Poi aggiunge: "La Chiesa non pensa ai parrocchiani che gli sono vicini, ai disoccupati".

Dalla morte di Severino Pozzalo lascia solo una domanda in bocca: perché nessuno pensa prima agli italiani?

Claudio Cartaldo- Mar, 18/08/2015 - 16:47

Ndr. Anche. Almeno, anche!

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