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L’art 633 del CP tratta del reato di invasione di terreni ed edifici

Recita l’articolo 633 del CP che “ Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da lire duecentomila a due milioni”

La Magistratura penale ( tra l’altro vedi Cassazione penale , sezione II, nella sentenza del 27 giugno 2007, n. 35580) nei suoi vari gradi è orientata a ritenere insussistente il reato penale laddove la occupazione discenda da un evidente stato di necessità(“sussiste lo stato di necessità qualora una persona, priva di una abitazione, indigente e con prole, si immetta abusivamente in una casa dello Iacp, dovendo il diritto all'abitazione essere compreso, ex art. 2 Cost., tra i diritti primari ed insopprimibili d'ogni persona. Pertanto non è punibile il soggetto che, nelle condizioni di estrema indigenza, si istalli abusivamente in un alloggio dell'edilizia popolare”). A fronte di siffatto orientamento sono cresciute abnormemente le occupazioni abusive di alloggi. Da qui il recente Decreto-legge del 28 marzo 2014 n. 47 convertito con la legge 23 maggio 2014, n. 80, entrato in vigore dal 29 marzo 2014 il cui articolo 5 tratta di “ Lotta all'occupazione abusiva di immobili” disponendo che “1. Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non puo' chiedere la residenza ne' l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge. (( A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, gli atti aventi ad oggetto l'allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa, nelle forme della stipulazione, della volturazione, del rinnovo, sono nulli, e pertanto non possono essere stipulati o comunque adottati, qualora non riportino i dati identificativi del richiedente e il titolo che attesti la proprieta', il regolare possesso o la regolare detenzione dell'unita' immobiliare in favore della quale si richiede l'allacciamento. Al fine di consentire ai soggetti somministranti la verifica dei dati dell'utente e il loro inserimento negli atti indicati nel periodo precedente, i richiedenti sono tenuti a consegnare   ai   soggetti   somministranti   idonea documentazione relativa al titolo che attesti la proprieta', il regolare possesso o la regolare detenzione dell'unita' immobiliare, in originale o copia autentica, o a rilasciare   dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' ai sensi dell'art. 47 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445)).

1-bis. I soggetti che occupano abusivamente alloggi di edilizia residenziale pubblica non possono partecipare alle procedure di assegnazione di alloggi della medesima natura per i cinque anni successivi alla data di accertamento dell'occupazione abusiva.

1-ter. Sono fatti salvi, fino alla data del 31 dicembre 2015, gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base dei contratti di locazione registrati ai sensi dell'art. 3, commi 8 e 9, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23. ))

La norma del decreto stronca le occupazioni e toglie potere ai movimenti per la casa imponendo il divieto di allaccio per acqua, luce e gas, utenze che verranno evidentemente sospese per non alimentare l’occupazione abusiva.

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Non te lo aspetti nella nobile Emilia Romagna e tantomeno nella nobile Modena ed ancor meno nel Policlinico che offre a tantissimi calabresi tanta scienza e tanta attenzione umana.

Ma succede se ieri 70 carabinieri del Nas sono entrati in azione con il supporto dei colleghi dell’Arma territoriale, ed hanno dato luogo in 16 province di 8 Regioni a ventiquattro misure cautelari reali relative a conti correnti e dieci decreti di perquisizione domiciliare, emessi dalla Procura modenese.

Il primo bilancio parla di 63 persone indagate tra professionisti e dirigenti pubblici.

Tra gli indagati anche l’ex direttore generale del Policlinico, Stefano Cencetti, suoi stretti collaboratori e professionisti, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, riciclaggio.

Forte la reazione di Carlo Lusenti, assessore regionale alle Politiche per la salute il quale ha dichiarato che “Da parte nostra forniremo la massima collaborazione alle Autorità inquirenti, in modo tale da far emergere al più presto eventuali responsabilità individuali, a tutela del buon nome che il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna ha saputo conquistarsi nel tempo.I fatti che vengono contestati dalla Procura di Modena, riferiti alla precedente gestione prefigurano, qualora venissero accertati, responsabilità gravi e fortemente lesive per l’immagine di integrità dell’intero sistema sanitario regionale. E’ evidente che in questa vicenda la Regione Emilia-Romagna e l’intero Servizio sanitario regionale sono parte lesa, ed in quanto tale ci tuteleremo in ogni sede, nel rispetto delle tante persone che lavorano onestamente nelle nostre strutture sanitarie e della qualità dell’assistenza che ci viene universalmente riconosciuta”.

Ed è vero!

Sono in corso sequestri preventivi, ai fini della confisca, di circa euro 1.500.000,00 sui conti correnti bancari riferibili a indagati e società collegate. Gli atti eseguiti saranno,ora, sottoposti al vaglio dell’Ufficio GIP del Tribunale di Modena.

La indagine dei NAS Carabinieri di Parma, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, ha portato a smascherare un collaudato sistema di tangenti per l’acquisto di strumentazioni mediche e per l’affidamento di lavori al Policlinico di Modena. In particolare i pubblici amministratori procedevano, attraverso appalti pilotati, all’aggiudicazione di lavori e forniture di strumentazioni mediche con la procedura dell’individuazione diretta della ditta senza rispetto dei principi della libera concorrenza e della scelta del contraente in violazione delle norme del Codice degli Appalti.

Giuseppe Marchese

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 E’ sempre la solita storia

Le truffe alle assicurazioni le paghiamo noi!

Noi infatti alla fine paghiamo premi più alti perché qualcuno finge danni inesistenti

Ma ora i carabinieri hanno scoperto una grossa truffa alle assicurazioni, hanno notificato provvedimenti a carico di trenta persone, e stanno controllando la posizione di altre 46.

Ad Amalfi i CC hanno scoperto una serie di truffe alle società di assicurazione per un importo superiore ai 500mila euro

E proprio è stata scoperta dai Carabinieri di Amalfi (Salerno) che stanno notificando in queste ore 30 misure cautelari ad altrettante persone in Campania, Basilicata e Calabria.

Tra gli indagati vi sono anche due avvocati e un medico.

Per otto persone gli arresti ai domiciliari, per venti gli obblighi di dimora ed inoltre due divieti dell’attività professionale legale.

Le ordinanze sono state emesse dal Gip del Tribunale di Salerno a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura della città campana.

Come detto al vaglio dell’autorità giudiziaria anche la posizione di altre 46 persone

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