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Il sostituto pg di Milano Laura Barbaini ha chiesto la conferma della pena inflitta in primo grado all'ex magistrato Vincenzo Giuseppe Giglio e all'ex consigliere regionale calabrese del Pdl Franco Morelli condannati rispettivamente a 4 anni e 7 mesi e a 8 anni e 4 mesi di carcere.

La richiesta è stata avanzata nel processo d'appello sulla cosiddetta 'zona grigia' della 'ndrangheta che vede tra gli imputati anche il boss Giulio Lampada.

Il pg concluderà la sua requisitoria il 30 aprile.

Giglio, ex giudice del Tribunale di Reggio Calabria, era stato arrestato nel novembre 2011 con l'accusa di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento aggravato per aver agevolato le attività del clan Valle-Lampada, e poi condannato in primo grado. Quando era presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria il magistrato, secondo il pg, ha ''incontrato più volte Giulio Lampada'', al quale attraverso Morelli avrebbe fornito ''notizie riservate su indagini in corso'' ottenendo ''la promessa di un incarico dirigenziale'' per la moglie nella Asl di Vibo Valentia.

L'ex consigliere regionale Morelli, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, secondo l'accusa era ''consapevole di mettersi a disposizione dei membri della consorteria mafiosa'' che avrebbe ''sostenuto la sua candidatura''.

Nel processo di primo grado erano state emesse altre sette condanne: 16 anni per Giulio Lampada, 9 anni e 6 mesi per Leonardo Valle, 8 anni per Vincenzo Giglio, cugino del giudice, 4 anni e 6 mesi per Francesco Lampada, 7 anni per Raffaele Firminio, 3 anni e 3 mesi per Maria Valle e 5 anni e 3 mesi per l'ex militare della Gdf Luigi Mongelli. Prima dell'arresto nell'ambito di una inchiesta della Dda di Milano e della condanna, Giulio Lampada gestiva un business di slot machine e videopoker in diversi bar di Milano. Il clan, secondo il pg, ''si era infiltrato in Lombardia'' gestendo attività legali e abbandonando ''comportamenti tradizionali mafiosi che avrebbero potuto destare allarme sociale e nuocere agli affari''. (ANSA)

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa del Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo.

“Roma, 22 aprile 2014- Rispetto al piano dei trasferimenti alla sanità, preoccupano non poco le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Padoan a margine del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso: “non ci sono tagli specifici, ma è anche vero che le Regioni possono tagliare voci di spesa sanitaria per ridurre gli sprechi”.

Siamo quindi di fronte a un semplice rimando di un'emergenza già denunciata.

E' bene ricordare sempre e comunque come la spesa sanitaria non e' un bancomat da cui si possono prelevare risorse per altri scopi. Al contrario saremmo di fronte a un tipico caso di 'finanza creativa' e sorge il dubbio - sulla base della prossima azione demandata alle Regioni - se gli stessi 80 euro in busta paga possano tradursi in aumento di costi dei servizi non solo per gli stessi lavoratori beneficiati, ma anche per le altre categorie, compresi i pensionati.

Il CUPLA (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo che rappresenta oltre 5 milioni di pensionati) ricorda come il DEF 2014 preveda una spesa sanitaria, per i prossimi anni, più bassa rispetto quella del 2013 nonostante le ripetute assicurazioni del Presidente del Consiglio.

Il CUPLA guarda con grande preoccupazione alla progressiva sottrazione di risorse e di mezzi al Welfare pubblico, che ormai dura da oltre un decennio e che ha comportato il ridimensionamento delle tutele pubbliche ed il contemporaneo aumento delle spese dirette a carico dei cittadini, con immancabili risvolti sulla possibilità di molte famiglie della fascia medio-bassa della popolazione di avere i mezzi per la cura e la salvaguardia della salute, che è un interesse pubblico sancito dalla Costituzione.

Il CUPLA ribadisce il suo apporto rispetto ad un'attenta razionalizzazione della spesa sanitaria – anche con la piena attuazione del sistema dei “costi standard” - da cui possano derivare sensibili risparmi di spesa, a patto, però, che tali risparmi siano reinvestiti nel Servizio Sanitario Nazionale e destinati esclusivamente a migliorare il servizio e il livello delle prestazioni erogate. In caso contrario chi ne farebbe le spese sarebbero i cittadini, in particolare i pensionati

Il CUPLA chiede dunque al Governo:

  • di portare avanti con concretezza e determinazione il piano volto a "territorializzare" il servizio, restituendo ai medici di base un ruolo primario con la costituzione sul territorio dei pool di medici multi disciplinari, assicurando l'assistenza h24 (il che, tra l'altro, farebbe diminuire il ricorso al pronto soccorso);
  • di potenziare i servizi socio-assistenziali, in particolare i servizi di assistenza domiciliare, dando applicazione completa alla legge 328/2000;
  • di puntare sulla prevenzione, come del resto già nelle linee guida del Ministro della Sanità.

Franco Filice”

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Ecco i risultati più veri dei test di medicina da quando non sono considerati i punteggi del titolo di studio.

Il punteggio totale è la somma dei punteggi specifici, cioè Ragionamento Logico, Cultura Generale, Biologia, Chimica, Fisica e Matematica.

Le associazioni degli studenti contestano e spiegano che “ i punteggi sono i più bassi mai visti. Il punteggio dell'ultimo candidato rientrato in graduatoria è di quasi 10 punti sotto a quello dell'anno scorso. È chiaro che questi dati siano lo specchio della totale inconsistenza del test come mezzo di valutazione delle capacità e delle conoscenze di uno studente per accedere all'università, vista la grande sproporzione tra i punteggi dello scorso anno e di questo».

Impossibile essere d’accordo

Tanto più quando si ha riferimento al fatto che oltre alla graduatoria individuale esiste anche una graduatoria tra atenei.

E gli atenei con i migliori risultati ottenuti dagli studenti che hanno partecipato ai test di accesso a Medicina, secondo l'elaborazione realizzata dall'Unione degli universitari sui dati resi noti oggi dal sito ufficiale offrono un risultato sconvolgente ma evidentemente vero:

Padova con 15 studenti sui primi 100,

Bologna con 11,

Milano statale con 10,

Pavia con 9,

Roma Sapienza con 8,

Bari con 6,

Torino con 5,

Milano Bicocca con 5 studenti,

Pisa con 4,

Napoli Federico II con 4,

Brescia con 3,

Genova con 3,

Palermo con 3,

Foggia con 2,

Messina con 2,

Perugia con 2,

Roma Tor Vergata con 2,

Verona, Vercelli, Catania, L'Aquila, Udine, Insubria con 1 cadauno

Dove sono le università calabresi?

Ecco il punteggio in ordine decrescente

http://accessoprogrammato.miur.it/2014/page.php?pag=TA&cdl=ME&id_ngrad=1

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