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rossa2020L’allora circolare ministeriale calpestata dai commissari espressione del Governo nazionale, dalla Regione e dai commissari della ASP e AO.

AREA MAGNA GRAECIA 6 Novembre 2020 — Calabria “Zona Rossa”, tutti i nodi vengono al pettine. Il comitato Magna Graecia a più riprese aveva sollevato, già dalla fase 1, la necessità di dare attuazione alla Circolare Ministeriale che individuava i Polo Covid negli HUB, questi da svuotare dei ricoveri ordinari da destinare negli ospedali Spoke. Una posizione, quella ministeriale, che il Comitato sposava appieno, poiché rispondeva ai criteri di economicità e garantiva assistenza qualitativa per professionalità, oltre che annullare il problema della promiscuità. E, invece, si è andati spediti come un carro armato nella direzione opposta, con delibere aziendali che spalmavano a più non posso reparti Covid in presidi il cui personale è impreparato a trattare pazienti affetti da Coronavirus. I responsabili hanno, dunque, un nome e un cognome e sono coloro i quali hanno firmato le autorizzazioni dei polo Covid negli Spoke. Ecco perché oggi il Governo, responsabile a sua volta di non aver imposto l’attuazione della suddetta circolare, dichiara Zona Rossa la Calabria. Il motivo è da individuare nella vulnerabilità del sistema sanitario, determinata dalla precarietà dei percorsi dedicati e dal personale sanitario da formare, con tanto di costi aggiuntivi.  

Chi ha deciso di sovvertire alle disposizioni del Ministero della Salute? Gli HUB sono dotati di tutte le specializzazioni necessarie per favorire una migliore assistenza sanitaria, a partire dai reparti di Infettivologia (dotati di ambienti a pressione negativa) e dai Laboratori di Microbiologia, tutti da creare ex novo nei polo Covid, unitamente ai posti di intensiva e sub intensiva. E quanto ci costa? La irresponsabilità su questo fronte è andata oltre ogni limite. Giova ricordare che anche la compianta Governatrice, Jole Santelli, nella prima seduta del Consiglio regionale aveva disposto che i ricoveri ordinari fossero gestiti dagli Spoke, mentre gli HUB sarebbero stati solo ed esclusivamente dedicati ai Covid. Invece si è preferito gestire il tutto in promiscuità, sia negli HUB che negli Spoke, intasando i Pronto Soccorso, generando quindi situazioni giornaliere di contagio che potevano e dovevano essere evitate. Ma la classe politica espressione dei Capoluoghi Storici si è ben guardata dallo svuotare le strutture ospedaliere ivi allocate nei loro territori. Troppi interessi evidentemente, pertanto scaricare le incombenze sulle periferie avrebbe rappresentato un valido palliativo per lanciare semplicemente fumo negli occhi. Ad oggi non è stato creato nessun posto aggiuntivo nelle terapie intensive Joniche dove tra i presidi di Corigliano Rossano e Crotone restano attive semplicemente 12 postazioni quando l’area dovrebbe averne almeno tre volte tanto. Permangono chiusi i presidi dismessi, nonostante avrebbero permesso la gestione esclusiva dei pazienti Covid, evitando quindi il problema della promiscuità negli ambienti ospedalieri Spoke. Insomma le dinamiche centraliste si confermano nefaste in tutti i settori. Persino nella gestione dei tamponi! Nelle ultime ore il Responsabile del Servizio Igiene e Prevenzione del distretto di Corigliano Rossano che denuncia da tempo gravi ritardi circa gli esiti—“Pochi, pochissimi i nostri tamponi processati. Sarà un caso ma sempre quelli dello Jonio vanno in coda”—. Una analoga situazione la subisce l’area del Crotoniate in cui il sindaco di Petilia Policastro—Amedeo Nicolazzi—denunciava la prelazione delle analisi dei tamponi delle province centraliste a scapito dell’area Jonica.

COMITATO MAGNA GRAECIA

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telefonoDurante l'estate le tariffe internet da rete fissa hanno subito un calo. È un buon momento dunque per cambiare provider, soprattutto se dobbiamo lavorare in smart working. Oppure se in famiglia c'è qualche studente alle prese con la didattica a distanza. L'ultimo report SOStariffe.it ha stimato il calo dei prezzi dal 2019 a oggi. Quasi dimezzati (- 46,26%) i costi di attivazione, va giù anche il canone.

C'è chi ha cominciato con il lockdown e chi non ha mai smesso di lavorare a distanza. Accanto a loro i lavoratori che si stanno cimentando da poche settimane con lo smart working. C’è poi una grande parte degli alunni delle scuole italiane costretta alla didattica a distanza dalla nuova stretta del governo. Per tutti è indispensabile navigare a costi contenuti, potendo contare su una rete affidabile.

A partire da novembre, le famiglie con ISEE inferiore a 20mila euro potranno usufruire del nuovo bonus, previsto dal Governo, per passare a una connessione a banda ultra larga e acquistare pc e tablet. Per ottenere il voucher di 500 euro basterà contattare un operatore internet e poi acquistare un nuovo dispositivo contestualmente all'attivazione del contratto Internet. In generale, inoltre, è un buon momento per passare a un nuovo provider visto il calo dei prezzi delle offerte iniziato a marzo e proseguito durante l’estate sino al mese di ottobre.

Quasi dimezzato il costo di attivazione (-46,26%)

Lo studio di SOStariffe.it ha analizzato l'andamento dei prezzi dei pacchetti per la navigazione domestica nel corso dell'anno 2020. I dati medi sono stati ricavati grazie alle principali soluzioni pubblicate sul comparatore di offerte internet casa nell'anno in corso e poi confrontate con i valori del 2019. La voce di spesa, tra le varie previste nella bolletta internet casa, che ha subito una drastica riduzione nel corso dei mesi è stata l'attivazione. Nel 2019 il suo costo medio era di 147 euro, a marzo è sceso a soli 52 euro, per far fronte alla massiccia esigenza di connettività domestica.

Nei mesi successivi l’attivazione ha subito alcune oscillazioni, risalendo a giugno a 83 euro e poi calando di nuovo a ottobre, fino agli attuali 79 euro di media. Un costo che, se paragonato all'anno precedente, oggi è circa la metà (-46,26%). Lo scorso anno tale costo veniva ripartito dagli operatori nei primi 20 mesi di abbonamento. Oggi, invece, il contributo di attivazione viene spalmato solo in 14 mesi (-30%).

Nel corso del 2020 si è scelto di accorciare sempre più il periodo necessario a saldare tale voce di spesa. Dai 24 mesi di marzo si è passati ai 18 di giugno, fino agli attuali 14 mesi complessivi.

Promozioni sempre più invitanti (-1,79% sul prezzo dei canoni)

La bolletta della nostra connessione di rete fissa tuttavia si compone anche di altre voci. Anzitutto il canone mensile. Chi è in cerca di un nuovo provider ha tutto l'interesse ad approfittare di un'offerta con canone mensile in promozione.

I canoni promozionali rispetto al 2019 sono ancora più allettanti. Nel 2019 il canone medio mensile era di 26 euro. Tale valore ha subito poi un balzo in alto a marzo del 2020 salendo a 27 euro, per poi crollare di nuovo a giugno (22 euro) e risalire a ottobre. Ora si attesta sui 25 euro in media ed è dunque sempre più conveniente rispetto allo scorso anno (-1,79%). La durata del periodo promozionale, che nel 2019 si attestava su 13 mesi in media, ora è diventata indeterminata.

Quasi immutato il canone standard (+0,28%)

Chi ha aderito a una nuova offerta nel 2019 oggi assiste a un lieve aumento di prezzo, che tuttavia è quasi impercettibile. Nel 2019, infatti, il canone standard di una connessione domestica era di 34,07 euro. Il valore era andato a picco a marzo (scendendo a 30,53), per poi risalire a giugno (31,81) e arrivare ad ottobre 2020 a 34,16 euro. Dunque oggi è solo di pochi centesimi maggiore rispetto al 2019. In sostanza è tornato ai valori dello scorso anno.

Usare un comparatore per scovare l’offerta più veloce

Se la nostra attuale offerta non ci soddisfa più lo strumento di comparazione di SOStariffe.it ci viene in soccorsoper risparmiare e navigare in banda ultralargahttps://www.sostariffe.it/internet-casa/. Inoltre, grazie all’App SOStariffe.it, scaricabile gratis da iOS e Android store, è possibile anche ricevere consigli di risparmio “su misura” dagli esperti del comparatore per mezzo della funzione “Scatta e risparmia”. Funziona così: basta fotografare la bolletta di fibra o Adsl tramite l’applicazione. Un esperto di SOStariffe.it ci contatterà per proporci una soluzione di risparmio pensata per noi:https://www.sostariffe.it/app/

Per maggiori informazioni:    

Alessandro Voci
Tel+39.340.53.96.208

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Vecchi che giocano a damaDove metto il vecchietto? Dove lo metto non si sa. Ve la ricordate, cari amici, la canzoncina cantata dal grande Domenico Modugno? Era il 1977. Sono passati tanti anni. Testo amaro, amarissimo, profetico. Dove li mettiamo i vecchietti che hanno smesso di lavorare e che non sono più per la maggior parte dei casi autosufficienti? A casa non li possiamo più tenere perché le badanti ci costano parecchio. Sono d’intralcio, sempre in giro per le stanze a lamentarsi continuamente. Spesso si ammalano ed hanno bisogno di cure. E allora mettiamoli negli ospizi. Ma anche lì si ammalano. Il coronavirus colpisce anche loro, soprattutto loro che sono persone vulnerabili e muoiono. In questi ultimi mesi ne sono morti parecchi nelle case di cura e di riposo. Ora, però, neppure negli ospizi c’è più posto per loro. Le nuore non li vogliono più. I bambini sono fatti grandi e non hanno più bisogno dei nonni, ma la paghetta settimanale la pretendono, eccome. I nonni sono vecchi, hanno vissuto abbastanza, sono malandati ormai. Fanno le valigie, abbandonano la casa dove hanno sempre vissuto, i loro cari, i loro affetti, i loro nipotini che amano tanto. Vanno all’ospedale. Ma anche lì non c’è un posto per loro. I letti sono tutti occupati, causa coronavirus. Non c’è un posto neppure dentro il cesso. Allora con una corda al collo si vanno a buttare in mare. Ripescati e portati al cimitero anche il guardiano è incavolato. Non c’è neppure un loculo disponibile. Va a finire che non c’è neppure un posto neppure nell’aldilà. No, in cielo c’è posto per tutti, per ricchi e poveri, nobili e plebei, giovani e vecchi. Per noi vecchietti il buon Dio ha preservato un posticino tranquillo dove non ci saranno più affanni, tribolazioni, pianto e stridori di denti.

Domenico Modugno non poteva sapere che dopo oltre 40 anni la sua canzoncina scherzosa sarebbe stata di grande attualità. Questo coronavirus che ha sconvolto la nostra vita ha messo in luce il problema degli anziani. In questi tristi e amari giorni per i nonni, specie se malandati, sono giorni difficili, perché sono considerati ormai anche di chi ci governa non indispensabili allo sforzo produttivo del paese. Se Giovanni Toti avesse fatto questa affermazione prima delle elezioni regionali ligure certamente non sarebbe stato rieletto Governatore. Anche i nonni nel loro piccolo si incazzano.

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