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Gli errori nella pratica della lotta proletaria o le rovinose deviazioni di essa, che hanno caratterizzato storicamente il tempo...vignettaaaaa

Potrei dividere la foglia

E dartene metà.

Potrei cercare due foglie

E dartene una.

Potrei……., oppure rivolgermi al grande Mare di Ulisse e lasciarmi trasportare tra due scogli contrari. Cariddi: scudisciare l’attenzione dei pochi lettori svogliati e tardi con la fata Morgana di attrattive che presto dissiperanno il corpo del pamphlet. Scilla: mettere un freno alla nostra luce per non oscurare e addirittura annientare quello che segue. Inevitabilmente, alcune regole sono necessarie. Come l’abbagliante tigre del Bengala che trattiene il suo artiglio per non cancellare con un solo colpo i lineamenti del suo instabile domatore, mi costringo a deporre il bisturi critico e apprezzando i contadini dell’arte che reggono l’aratro e determinano la zolla!

Statisticamente, il discreto lavoro descrittivo informativo porta quasi sempre ad un improbabile auspicio che in futuro persone come noi , ma più attenti al mondo che li circonderà, riusciranno a trarre dai nostri dati, una qualche proficua conclusione o una qualche ipotetica e “lodevole” astrazione.

Dopo questi miei sogni di gloria, torno con i piedi per terra e purtroppo la prima cosa che colpisce i miei stanchi occhi è l’immagine di un essere sgualcito , forse dovuto a un “disturbo” passeggero, con un volto dalle vaste guance mollicce, in cui i tratti si perdevano. Si trattava del miliardario, oggi defunto, David Rockfeller.         .

Il London Sunday Times scriveva dicendo che amici del sopracitato e miliardari come lui avevano discusso un piano per affrontare la sovrappopolazione, da loro considerata "una minaccia ambientale, sociale e industriale potenzialmente disastrosa".

Peraltro non era la prima volta che i “nati per governare il mondo” avevano cercato di stabilire delle ‘regole’ su chi potesse nascere. L’aspetto aberrante è che una politica di controllo della popolazione globale significherebbe controllare la disastrata povertà in cui versa più della metà della popolazione mondiale, sia che la politica riguardi la fertilità o la migrazione. Più del 90% della prevista crescita della popolazione nel 21 ° secolo avverrà nel sud del mondo. I tassi di natalità più elevati si registrano nelle nazioni più povere.

Cicerone scriveva di una donna che era entrata in un tempio in cerca di un Oracolo e che inconsciamente pronunciava delle parole che contenevano la risposta che lei cercava.

Tuttavia, la maggior parte dei presenti al “summit” affermava che il controllo della popolazione era una gentilezza nei confronti dei meno abbienti, una misura generosa e benevola che avrebbe sollevato le persone dalla povertà, dalla fame e dal sottosviluppo. Ridurre la popolazione mondiale veniva proposto da alcuni, senza battere ciglio, come una misura chiave per affrontare il deterioramento ecologico e prevenire il cambiamento climatico incontrollato.

L'idea semplice, di questi signori della Terra, era che, meno persone sulla Terra significherebbe meno emissioni di gas serra. Il controllo della popolazione veniva proposto come l’unico sistema per la sopravvivenza stessa dell'umanità.

Anche se l'idea, di pianificare il futuro di noi comuni mortali, sembra essere per il momento accantonata, la stessa idea, un po’ camuffata, ogni tanto rispunta sotto altre forme. L'essenza del controllo della popolazione, sia che prendesse di mira i migranti, i "non idonei" o le popolazioni che sembravano troppo grandi o troppo piccole, era stabilire regole per altre persone senza dargliene conto.

L’idea allettò molto i ricchi e i potenti perché, con il dilagare dei movimenti di emancipazione e l'integrazione dei mercati, sarebbe enormemente più facile e vantaggioso per loro, controllare le popolazioni invece di controllare il territorio.

Cercare di alzare l’asticella all’infinito mi porterebbe a sconfinare nel soffitto della mia modesta casa sul Mare di Ulisse. Sconfinare sul terrazzo in mezzo ai pannelli fotovoltaici e da lì sopra il passo sarebbe breve nell’astronomia. Andare in basso, mi porterebbe nella casa di un delinquente per poi finire i qualche pianura subtropicale e infine nel “globo terraqueo”,espressione gradita alla Carciofara.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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meloni-papa-francesco-952x768Il Santo Padre, Papa Bergoglio, ha scelto per il suo pontificato un nome famoso e importante, quello di Francesco, il santo che parlava agli animali e li chiamava fratelli e sorelle. L’altro giorno agli Stati Generali della Natività c’è stato un incontro tra il Santo Padre e il nostro Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni. Il Papa ha voluto scherzare, come al solito, con la Premier, tutti e due vestiti di bianco. “Ci siamo vestiti uguali”, ha detto sorridendo. Ha raccontato poi che un giorno a Piazza San Pietro si è avvicinata una donna la quale gli ha chiesto di benedire il suo bambino che teneva rinchiuso in una borsa. Che disgusto! Era un cagnolino. Papa Francesco non solo si rifiutò di benedire il cagnolino, ma sgridò la signora:- Con tanti bambini che hanno fame, pensa al cagnolino?- Ce ne sono tante signore in Italia che hanno in casa cani e gatti, che li curano e li amano. Ma vedere nelle vie, nelle piazze cani e gatti finanche dentro passeggini per neonati a me non piace tanto. E provengo da una famiglia contadina dove nelle nostre stalle c’erano gli animali. C’era la capretta “Stella”, il cagnolino “Fritz”, il gattino “Colongi” e la gallina “Ciciarigna” e in una gabbia il canarino “Gigi”. Evidentemente, con i tempi che sono cambiati, abbiamo smarrito il senso della misura. Non voglio intrattenermi nel dibattito che si è creato, forse quella signora ha dei problemi, forse non ha potuto avere figli, forse è sola, e   riversa su quel cagnolino tutto l’amore che non ha potuto dare ad un essere umano. Andava sgridata? Non lo so. Però chiamare il cagnolino “il mio bambino” è davvero disgustoso e giustamente ha fatto perdere la pazienza al Santo Padre. Trattare come figli un cagnolino dalle rispettive padrone è davvero esagerato e pericoloso. Secondo il Papa queste “ sono scene del presente, potrebbero diventare l’abitudine del futuro”. Sono insorte le associazioni animaliste e hanno protestato: - Chi non ama gli animali non ama neanche i bambini -. Adesso vi voglio raccontare un aneddoto che è capitato a me mentre passeggiavo su Corso Mazzini a Cosenza. Una donna teneva in una borsa un cagnolino abbigliato come un essere umano che non voleva stare fermo e abbaiava. La donna lo accarezzava, lo baciava, gli parlava. Ad un certo punto gli disse:- Buono, buono, tesoruccio della mamma, ora andremo al Bar e mamma ti comprerà un bel gelato alla fragola-. Non sono intervenuto, ma quelle parole dette al cagnolino da parte della signora mi hanno infastidito e mi hanno fatto riflettere a lungo. Il cagnolino trattato come un figlio. Stiamo diventando davvero tutti pazzi. Gli animali, tutti gli animali, è vero, vanno amati e rispettati, ma nella loro giusta riflessione e natura. Stiamo arrivando all’apice dell’assurdo e del ridicolo. Se dovessi un giorno incontrare quella donna, la chiamerei e la inviterei a prendere un gelato con me al Bar più vicino. Mi farei chiamare “figlio”, anche se ho 90 anni, ed io la chiamerei “mamma” anche se è più piccola di me. Per il semplice motivo che se la mia cara e adorata mamma fosse ancora in vita e fosse seduta accanto a me, farei lo stesso. Ordinerei un bel gelato alla fragola pur di passare del tempo con lei ed esserle vicino. E perché no? Una coppetta per il suo cagnolino.

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michePer promuovere il nuovo libro di imminente pubblicazione la scrittrice sarda Michela Murgia si fa intervistare da un giornalista prestigioso, Aldo Cazzullo, sul più diffuso quotidiano italiano, Il Corriere della sera. Due ampie pagine. E il giorno dopo, non soddisfatta, un altro giornale, pubblica una nuova intervista alla scrittrice. Tutto normale? Direi di sì. La scrittrice è molto conosciuta e molto seguita, specialmente ora che attacca quasi ogni giorno il governo presieduto da Giorgia Meloni e i suoi Ministri. L’operazione di promuovere e far conoscere il nuovo libro intitolato “Tre ciotole” è riuscitissima. Nel libro la scrittrice racconta quello che le sta succedendo.Non è piaciuto a me che non sono un suo lettore e non condivido le sue idee e le sue esternazioni contro il Governo che lei ritiene essere fascista, però, quello che la scrittrice ha rivelato. Sono cose personalissime che dovrebbe condividere soltanto con le persone che ama e che le stanno accanto. “Mi restano pochi mesi. Ho un tumore. E’ al quarto stadio. Non ho paura della morte. Spero di non morire con i fascisti ancora al governo-. Vi sembra tutto normale, amici lettori? Per promuovere un libro di imminente pubblicazione vi sembra normale che l’autrice racconta la sua imminente morta causa un male incurabile? Molti hanno plaudito e sulle pagine dei giornali, su Facebook, su Instagram sono fioccati migliaia e migliaia di messaggi e testimonianze. Anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiamata in causa, ha inviato un messaggio, forse il più bel messaggio ricevuto: - Odiami ancora a lungo, vuol dire che resterò al governo per molto tempo- . Quella battuta politica, spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più Presidente del Consiglio, la poteva evitare. Anche a me dispiace che la scrittrice abbia pochi mesi di vita. Le auguro di tutto cuore e da italiano vero di vivere ancora a lungo e che possa sconfiggere quel male che lei dice incurabile. La scelta di dire e di far sapere a tutti, amici ed avversari, il male di cui soffre è stata per molti bella e toccante. Quella frase “l’importante per me ora è non morire fascista” la poteva evitare. Come la potevano evitare gli agitprop e i trina ricciuti di staliniana memoria:- Non voglio morire democristiano-.Cara sig.ra Michela, il fascismo non c’è in Italia. E’ solo una sua invenzione. E’ morto e seppellito da tantissimi anni. Oggi viviamo in una democrazia consolidata. Il fondatore del fascismo è stato ucciso e poi impiccato a testa in giù a Piazzale Loreto a Milano. Io non l’ho mai conosciuta, non ho mai letto nessuno dei suoi libri che ha pubblicato, certamente non condivido le sue idee e le sue esternazioni contro il governo in carica voluto ed eletto dalla maggioranza degli italiani, però oggi che apprendo che è affetta da un male brutto e incurabile, la voglio abbracciare e dirle:- Forza Michela, le sono vicino e prego quel Dio che forse lei non ha mai conosciuto perché possa vivere ancora a lungo in modo che lei possa vedere Giorgia Meloni per altri cinque, dieci anni a Palazzo Chigi come Presidente del Consiglio.

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I Racconti

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