Non molla la minoranza di Longobardi.
Ecco cosa scrive oggi: "Longobardi potrebbe avere un duplice triste primato: quello di comune delle incompiute e di beni inagibili".
La denuncia viene dai consiglieri di minoranza Franco Cicerelli e Nicola Bruno.
Dopo la legittima battaglia per "scuole sicure", il gruppo consiliare "Progetto Longobardi" passa in rassegna l'anagrafe delle opere incompiute e degli immobili inagibili.
"Non accettiamo -continua il capogruppo di minoranza Nicola Bruno- che ancora, oggi, a distanza di tanti anni, vi siano nel nostro territorio comunale troppe opere incompiute ed inagibili, alcune delle quali, addirittura, realizzate e mai entrate in funzione, come il mercato coperto.
Tali opere, inutile dirlo, portano la firma della maggioranza.
Tra le incompiute figura il cosiddetto "casermone", come certificato dall'ufficio tecnico comunale, prot. n° 670 del 23/02/2018, in pieno centro storico, vero e proprio monumento allo spreco di denaro pubblico che sta per essere trasformato in 4 alloggi popolari, il cui costo complessivo, ahimè, ammonterà ad € 613.464,93 (prot. n° 4138 del 21/12/2017 - Utc + appalto).
Inagibili risultano, invece, sempre secondo l'ufficio tecnico, "il mercato coperto", sito all'ingresso del comune, nei pressi della ex stazione ferroviaria, "palazzo Miceli", posto in via Indipendenza, il "teatrino comunale" di viale san Francesco, "il convento di S. Francesco" e "la tribuna del campo sportivo comunale" (prot. n° 709 del 26/02/2018).
Il mercato coperto, poi, oggetto di continui atti vandalici, è stato adibito a "discarica".
Ma non è tutto qui.
"Alcune opere -conclude il consigliere Bruno- sono state realizzate dal comune, con finanziamenti pubblici, ma, badate bene, non sono di proprietà dello stesso ente.
Infatti, il teatrino comunale è in comodato d'uso al comune, come pure l'ex convento paolotto, oggetto, tra l'altro, di un finanziamento pari a 400 mila euro, realizzato da circa 10 anni e mai utilizzato.
Dulcis in fundo, l'amministrazione comunale paga l'affitto, pari ad euro 2.200 all'anno, per la casa delle culture, sempre ristrutturata dal comune, con finanziamenti pubblici, ma di proprietà di privati".