Amici miei carissimi di Tirreno News, oggi vi voglio raccontare una storia sconvolgente che arriva da molto lontano, dal Brasile. Una donna di 37 anni dopo due arresti cardiaci viene dichiarata morta e quindi sepolta. Rosangela Almaida dos Santos a fine gennaio viene sepolta nella sua città natale, ma dopo 11 giorni dalla sepoltura i familiari sono stati avvertiti da alcuni senzatetto che evidentemente dormivano nel cimitero che dalla tomba della donna provenivano strani rumori, gemiti e flebili urla. Si sono preoccupati e hanno deciso, d’accordo con le autorità, di aprire la bara della congiunta e, sorpresa delle sorprese, si sono accorti che Rosangela era sì morta ma il suo corpo era ancora caldo e presentava delle ferite sulle mani, ferite che assolutamente non aveva al momento della sepoltura. Segno evidente che la donna era ancora in vita quando è stata sepolta e che la morte, dunque, era stata una morte apparente. La donna aveva lottato con tutte le sue forze che col passare dei giorni sono diventate sempre più deboli e alla fine è morta davvero. Ha cercato di aprire la bara, di strappare i chiodi, ma invano. Secondo le notizie che arrivano dal Brasile la donna avrebbe cercato di uscire dalla bara, ma i chiodi hanno resistito. Il corpo della donna era ancora caldo, segno evidente che fosse davvero morta da poco. La Polizia ha aperto un’inchiesta. Per me è una “fake news”. Come può una persona resistere in una bara regolarmente chiusa e sigillata per più di 10 giorni? Impossibile. Questa storia sconvolgente mi fa ritornare indietro di 60 – 70 anni quando a San Pietro in Amantea nell’immediato dopoguerra si esibiva una compagnia teatrale “Calligaris” venuta da molto lontano. La commedia che attirava più persone e che riscuoteva un notevole successo era, indovinate? : La sepolta viva. Ma quella era una commedia scritta per il teatro per far divertire e commuovere gli spettatori. Questa che vi ho raccontato, invece, sempre se è vera, ma io non ci ho creduto, è una storia sconvolgente che inorridisce e che lascia in ognuno di noi inquietanti interrogativi.