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Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria lancia l'allarme in un'intervista al Fatto Quotidiano.

"Papa Francesco sta facendo innervosire la mafia finanziaria. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo ci stanno già riflettendo".

"Questo Papa – spiega Gratteri al quotidiano – è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale".

Nicola Gratteri, alla domanda se la mafia sia preoccupata da questi comportamenti, dice: "Quella finanziaria sì, eccome. Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa, è nervoso, agitato.

Papa Bergoglio sta smontando centri di potere economico in Vaticano. Se i boss potessero fargli uno sgambetto non esiterebbero"

Un fatto che non piace alla mafia finanziaria, quella che investe, che ricicla denaro e che per anni – prosegue il procuratore – "si è nutrita delle connivenze con la Chiesa".

"Chi finora si è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa è nervoso, agitato. Papa Bergoglio sta spostando centri di potere economico in Vaticano.

Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero".

Secondo il procuratore aggiunto di Reggio, il Papa può essere davvero in pericolo. "Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa - precisa – ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso.

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Fermato un uomo di 38 anni, venditore ambulante.

Siamo a Castel Volturno, nel Casertano.

Ora la ragazzina è ricoverata nell’ospedale Santobono di Napoli.

Le sue condizioni di salute, e quelle del feto di tre mesi, sono buone

Le indagini sono partite subito dopo il ricovero, quando il patrigno della minore ha presentato denuncia ripercorrendo le tappe della drammatica vicenda, di cui nessuno si era accorto.

La ragazzina è una ghanese nata in Italia e residente con la madre e il patrigno, entrambi regolari, a Castel Volturno (Caserta).

Presunto violentatore di Solomon Languaie è anche lui un ghanese trentottenne.

Solomon si è difeso sostenendo che la ragazza gli aveva detto di avere 18 anni .

In realtà quando la ragazzina ha scoperto di essere rimasta incinta ha tentato il suicidio ingerendo del detersivo per pavimenti, un tentativo per fortuna non riuscito.

La ragazzina è stata incapace di confidarsi con la madre ed il patrigno per paura della loro reazione.

Solomon ha approcciato la dodicenne oltre cinque mesi fa all'esterno dell'istituto scolastico di Castel Volturno frequentato dalla ragazzina.

Il ghanese avrebbe finto di avere 24 anni, ed ha iniziato un serrato corteggiamento che è durato fino a quando non è riuscito a portarsi la minore a casa sua dove gli abusi si sarebbero susseguiti nel tempo.

Il 38enne da poco tempo irregolare sul territorio dello Stato, è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Il suo arresto è stato convalidato da parte del Gip del locale Tribunale

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La polizia greca h sgomberato la sede della televisione pubblica Ert. L’edificio era stato occupato dai dipendenti lo scorso 11 giugno contro la decisione del governo di Atene di sospendere le trasmissioni.

Una decisione che ha fatto sì che la Grecia diventasse il solo Paese in Europa senza una televisione pubblica. Nelle condizioni economiche greche era impossibile pagare il canne RAI. La stessa situazione dell’Italia.

La situazione economica in Grecia è diventata ancora più grave e secondo il leader del sindacato Panagiotis Kalfagiannis “Oggi dovevano confondere le acque, perché i membri della troika sono in Grecia e il governo deve adottare nuove misure di austerità . Il governo sta agendo in un modo fascista. Vogliono chiudere la bocca a tutti e in parte hanno raggiunto il loro obiettivo, diffondendo la paura tra la gente nei modi più diversi. Siamo gli unici rimasti in piedi”.

A seguire Nikos Ionnidis, giornalista di Ert : “Tutti i dipendenti di Ert si sono radunati qui all’esterno degli uffici. Stiamo progettando di riprendere le trasmissioni da qui, dalla strada. Questo è il nostro obiettivo nell’immediato”.

Il governo di Atene difende l’intervento della polizia e parla di fine di un’occupazione illegale.

All’esterno dell’edificio, a nord della capitale, si sono radunati vari deputati dell’opposizione ai quali è stato impedito l’accesso nella struttura.

Thanasis Pafilis, parlamentare del partito Comunista, dice che: “Bisogna reagire a tutto questo. Questo è il nostro messaggio. Ci deve essere una risposta da parte di tutti i lavoratori. Non solo per quello che è successo oggi, ma contro tutti gli errori fatti fino ad ora”.

Poi Zoe Konstantopoulou, rappresentante di Syriza, ritiene che: “Ciò che sta avvenendo in questo momento rappresenta una pagina nera nella storia del paese Il governo dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa”.

La chiusura, senza preavviso, è costata il licenziamento di circa 2.600 persone.

“L’11 giugno la televisione nazionale greca ha interrotto le trasmissioni”

Oggi 7 novembre, quasi 5 mesi dopo le forze di polizia, accompagnate da un magistrato, hanno sgomberato l’edificio.

Una storia che fra breve succederà anche in Italia non appena l’Italia, come la Grecia sarà commissariata. Nel frattempo appare opportuno non pagare il canone RAI.

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