Domani 20 febbraio 2013 si celebrano i 70 anni dal bombardamento anericano di Amantea.
La Fidapa appone una targa (vedi foto) , fa celebrare una messa e ricorda l'evento. Ma c'è qualcuno che contesta. E' la signora Santa Gallo che ha appostouna lettera sul tazebao dell'edicola di Campaiola. Eccola:
"Perché la società amanteana pensa ai morti e non anche ai vivi?
La vicenda ha del grottesco.
Due istituti superiori( ITC Mortati e Liceo Scientifico) e la Fidapa hanno organizzato per il 20 febbraio2013 le celebrazioni del settantennale del bombardamento di Amantea
Trentacinque morti (circa). “Tredici bambini, tre giovani, sei madri( di cui due incinte), dieci uomini, le vittime innocenti di una perversa logica di guerra, rimaste sotto le Case sciullate”.
Non solo questo si legge sul verso dell’invito, ma perfino che ad Amantea “ Così chiamiamo quell’ammasso di macerie- mai rimosse- sotto cui potrebbero ancora giacere dei poveri resti umani, forse”
Una dichiarazione incontestata ed incontestabile quale è quella che da 70 anni quei ruderi sono abbandonati a se stessi, alle intemperie, vissuti da serpi e ratti.
Ruderi che da tempo cadono a pezzi, al punto che la stessa strada denominata via Duomo è chiusa per via dei crolli dei resti dei vecchi muri. Senza che nessuno e ne curi.
E dice bene la vice presidente della Fidapa quando scrive che “ Il bombardamento su Amantea, 20 febbraio 1943, è un pezzo della nostra storia che solo pochi ricordano e che molti, soprattutto giovani, ancora ignorano”
Aggiungo io “Ad iniziare dall’amministrazione comunale di Amantea che, giustamente, emana una ordinanza per tutelare la rocca di Coreca e la incolumità di improbabili accedenti, ma dimentica che via Duomo è chiusa al traffico pedonale , ormai da mesi”
Leggo che interverrà alla cerimonia addirittura il Sindaco di Amantea, oltre al presidente della Fidapa ed alle dirigente degli istituti scolastici, e che sarà apposta una corona e scoperta una seconda lapide a ricordo della giornata e delle vittime
Mi chiedo, allora. Ma come è possibile che la società amanteana pensa ai morti e non anche ai vivi?
Mi chiedo, come è possibile che dopo settant’anni ( 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10………….fine del secondo millennio …..68,69,70) nessun, insisto –nessun-, amanteano abbia tenuto in considerazioni il fatto che le case “non bombardate” possano avere crolli, figurarsi quelle bombardate?!.
Mi chiedo, come possa essere invitato a questa cerimonia il sindaco di una città( vale per tutti quelli che hanno preceduto quello attuale) che non ha imposto la eliminazione di un pericolo che dura da 70 anni ed accetti passivamente che tale pericolo continui ad esistere, ed al massimo faccia chiudere una strada pubblica sulla quale la gente ha il diritto di transitare?
Amantea 15febbraio 2013 Santa Gallo.