Stamattina 11 luglio i Carabinieri della Stazione di San Ferdinando, dipendenti dalla Compagnia di Gioia Tauro hanno arrestato ad Amantea Giovanni Priolo di 61 anni.
L’arresto è scattato in esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa lo scorso 8 marzo dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria.
Proprio da quella data, Priolo si era dato alla macchia, facendo perdere le proprie tracce.
Ovviamente erano scattate le indagini da parte di Carabinieri e Polizia di Stato, sotto il Coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, nel tentativo di risalire all’uomo, per altro legato da vincoli di parentela alla potente cosca Piromalli di Gioia Tauro. Fino ad oggi, quando i Carabinieri hanno posto fine alla sua, seppur breve, latitanza.
Da qualche giorno, gli uomini al comando del Capitano Gabriele Lombardo stavano monitorando l’abitazione privata di una donna di San Ferdinando, con la quale vi era il sospetto che Priolo intrattenesse una relazione.
La svolta, nelle indagini la si è avuta la scorsa notte, quanto i Carabinieri hanno notato una serie di movimenti di autovetture e sogetti ritenuti sospetti, proprio nei pressi dell’abitazione.
Ne è seguito, un lungo pedinamento lungo le principali arterie che attraversano non solo la provincia di Reggio, ma anche di Vibo Valentia e Catanzaro.
Dopo circa 3 ore di osservazione discreta a distanza, i militari hanno raggiunto il lungomare di Amantea e, fingendosi turisti, sono entrati in un bar al cui interno hanno riconosciuto da subito la donna, in quell’istante proprio in compagnia del latitante.
Una volta accertata la sua identità, lo hanno subito immobilizzato e condotto presso gli uffici della Compagnia di Gioia Tauro.
L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato poi associato presso la Casa Circondariale di Palmi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Ma chi è Giovanni Priolo?
Giovanni Priolo è stato accusato del tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, avvenuto la mattina del 14 dicembre del 2011, nel piazzale Cefris lungo la provinciale 1 a Gioia Tauro.
La Corte d’Assise di Reggio Calabria ha confermato le assoluzioni tutti gli imputati coinvolti nell’uccisione di Giuseppe Priolo, pregiudicato di Gioia Tauro, morto il 26 febbraio 2012.
L’unico a essere stato condannato è Giovanni Priolo, che in primo grado era stato assolto.
I giudici reggini lo hanno condannato a 10 anni di carcere per il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte.
Per la stessa accusa è stato assolto Giuseppe Forgione.
Alla sbarra, per l’omicidio c’erano Giuseppe, Vincenzo e Antonio Brandimarte e Davide Gentile.
I sostituti procuratori generali Fulvio Rizzo e Giulia Pantano durante la propria requisitoria avevano invocato l’ergastolo.
Richiesta non accolta dalla Corte così come avvenuto in primo grado quando il gup di Palmi ha assolto tutti gli imputati per uno dei delitti più efferati che ha insanguinato la Piana di Gioia Tauro.