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Sergio TempoLa vicenda è sempre quella del Lungomare, un’opera fortemente voluta dall’ex assessore ai Lavori Pubblici della Giunta Tonnara-Vadacchino oggi consigliere di opposizione e che ora è stata abbandonata e con le somme previste per il lungomare si è deciso di fare due ponti ed alcune opere di urbanizzazione.

 

Ora l’ex assessore Mazzei non manca di porre alla berlina l’attuale giunta segnalando che loro “Non sanno quello che dicono” alias “che scrivono”

E già.

Infatti, si legge sulla delibera consiliare n 33 del consiglio comunale del 30.9.2014 “Approvazione opere pubbliche triennio 2014-2016” che “L’assessore Tempo ribadisce che il mutuo sul lungomare è stato contratto il 28.11.2011 ed in questi 3 anni è stata affrontata una spesa pari ad euro 600.000,00 per cui si potevano fare già da altre scelte diverse soprattutto senza demolire opere già esistenti ma semmai migliorandole .In ogni caso ad oggi esiste l’ ostacolo amministrativo dell’impossibilità di acquisizione del bene all’ente per cui non si può procedere nella direzione del finanziamento del lungomare.”

Senonchè continua l’ex assessore Sante Mazzei nella delibera di Giunta n 202 del 18.11.2014 “ Devoluzione mutuo Euro 2.500.000” si legge, invece: “ Preso atto che a difesa dell’infrastruttura Lungomare che si snoda per una lunghezza di circa 1100 metri, realizzato nella metà degli anni 80 sono stati realizzati negli anni interventi di protezione /scogliere radenti/ che per la quasi assenza di manutenzione hanno limitato gli effetti di protezione. Le cogliere presenti nell’area ridotte in quota e densità, richiedono intervento di rifiorimento per garantire una idonea protezione del lungomare. Tale necessità ha fatto desistere l’amministrazione comunale di dare immediata attuazione al progetto per il quale era stato assunto il mutuo procrastinandolo alla esecuzione di interventi di ripristino delle opere di protezione

Conclude l’assessore che : “dimenticano cosa dichiarano e scrivono cose diverse da quello che dicono”.

Delle due una : o il progetto del lungomare non si realizza per problemi di acquisizione dell’area, oppure per problemi di rifacimento delle scogliere a protezione dello stesso.

L’Assessore Tempo dice, disdice e si contraddice.

La verità è una sola, che Amantea ha perso una grande opportunità, di crescita e sviluppo dell’economia, le giovani generazioni di aggregazione e socializzazione.

La Città si è impoverita, non dimenticatelo.

 

Il Gruppo Consiliare Insieme per la Città

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Scrive l’avvocato Salvatore Politano: “ Il M5S è riuscito a ottenere percentuali significative in consultazioni dove contava il voto d’opinione, ma nelle elezioni amministrative ha sempre sofferto la sua mancanza di un’offerta politica credibile, in termini di messaggio e proposte, così come di rappresentanza umana.

In questo momento però la rabbia grillina sembra esser sempre meno rilevante, in una fase dove la protesta è diventata sociale o pienamente politica e dove specie nel sud e nella zona del tirreno in particolare, le contraddizioni sociali e le emergenze economiche finanziarie delle famiglie sono esponenziali. In questo contesto l'analisi del voto del movimento padronale di Casaleggio in una zona depressa non poteva che riflettere un dato complessivo, ma ancor più rilevante se si osservano candidati e modalità di selezione degli stessi”.

Poi una dura riflessione . quando aggiunge che :” In uno scacchiere di potere consolidato in mano a pochi soliti noti, capaci finanche di rinnovarsi nelle facce , il movimento , invece di contrapporre con intelligenza le risorse umane capaci di contrastare con competenza e coraggio lo status quo, ha preferito seguire la strada , già di berlusconiana memoria, dei fedelissimi che si inchinano e pietiscono al capo: Nulla di diverso quindi dalla politica tradizionale, anzi peggio, si perchè quantomeno nella farsa complessiva, gli altri almeno fanno finta di confrontarsi nei congressi, mentre invece nel cd. movimento della pseudo dem orizzontale della rete, il miglior auspicio è avere un colloquio privato con il capo bastone di turno con contatti diretti con uno staff occulto che a sua volta fa riferimento al duo Grillo Casaleggio”.

Poi l’avvocato aggiunge riferimenti personali quando precisa che “ Per esserne stato diretto testimone e finanche diffidato all'utilizzo del simbolo, reo di aver condotto insieme a pochi altri una battaglia contro la legge elettorale, battaglia poi utilizzata a mò di furto con scasso, da alcuni parlamentari, posso riferire con cognizione di causa senza timore di esser smentito e comunque disponibile al confronto con chi dovesse averne coraggio, che il movimento calabrese si è evoluto nella peggiore forma di rappresentanza politica, sia in termini di dialettica e democrazia interna che di credibilità personale. Le correnti interne ne hanno dilaniato ogni capacità propositiva ed hanno al contempo fatto emergere il peggior materiale umano a disposizione. Due i candidati del tirreno, tale Eugenio Piemontese, mai visto prima delle lezioni , mai una proposta mai una presenza nel Mu tirreno, sostenuto dal gruppo arrivisti paolano, che fa riferimento a tale Sarpa , candidato in ogni occasione e mai eletto, poi anch'esso diffidato, reo di aver stabilito contatti con la corrente che fa capo al sen Molinari e al deputato Barbanti, contrapposti al cerchio magico dei 4 Morra Nesci Parentela e Dieni, ritenuti ortodossi e fedeli alle gerarchie dei vertici genoveneti, ai quali si era rivolto in precedenza senza successo. L'altro tale Nicholas Rinaldi da Scalea - Praia, famoso solo per il suo hobby del parapendio nel quale ha coraggiosamente e stoicamente accompagnato il candidato presidente Cono Cantelmi”

Infine il riferimento diretto ad Amantea e l’attacco a Francesca Menichino: “In questo scenario Amantea è rimasta a guardare , indispettita per non aver espresso un proprio candidato e contemporaneamente sollevata per la mancata elezione di Gianfranco Perri che si era candidato. A nulla importa se tale mancata elezione dipenda da un clamoroso imbroglio nelle primarie, ove diversi attivisti certificati ed in possesso di tutti i requisiti per il voto , sono stati dalla sera alla mattina disabilitati dal sistema operativo del guru. Chissà , forse con qualche nome e sagoma meno da Sancho Panza, avrebbero potuto ridimensionare una debacle annunciata, ovvero la perdita di due terzi dei voti ottenuti alle amministrative, dove peraltro avevano già pagato dazio rispetto al contemporaneo dato delle europee e dissipato un lavoro fatto esclusivamente da altri. Il movimento finisce qui, finisce ad Amantea, dove la portavoce urla e strepita contro i mulini al vento prendendosela contro i presidenti di seggio sino alle 5 del mattino e tediando i poveri dipendenti comunali costretti a subire le sue corveè con stoica pazienza che tanto somiglia ad una compassionevole rassegnazione. Finisce in Calabria, annichilito da presenze imbarazzanti e senza alcun collegamento sul territorio e terminerà presto la sua corsa in tutta Italia, ove sempre più si appiattisce su propagande reazionarie da destra integralista e razzista”.

Per ultimo ma non ultimo la indicazione di un nuovo percorso per le teste e non per le pance dice Politano:” Il percorso per una nuova dimensione politica è tuttavia ancora aperto, anche utilizzando alcuni principi originari del movimento, ma senza l'egida padronale dei detentori di un marchio aziendale e anelando ai principi di vero rispetto innanzitutto per i valori della persona come individuo e di un solidarismo fondato sul merito e sulla capacità di parlare alle teste e non già alle pance. Su questa strada è possibile ritrovare comunità di intenti per una svolta progressista , civile e democratica. Tutto il resto si chiama Menichino”.

Ovviamente il giornale è aperto ad eventuali note delle parti chiamate in causa.

Giuseppe Marchese

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Tantissimi big, assessori e consiglieri regionali uscenti, politici di lunga data con una storia di primissimo piano nelle segreterie dei principali partiti, sono stati “trombati” dal voto e rimangono con le pive nel sacco.

 

Parliamo di Mimmo Pappaterra (Partito Democratico), Presidente del Parco Nazionale del Pollino, al 5° posto nella lista del Pd con 6.214 voti non sufficienti ad entrare nel nuovo consiglio Regionale. Parliamo di Mimmo Talarico della lista “Oliverio Presidente”  con 5.495 voti

Parliamo di Rosario Mirabelli, 6° con 4.780 voti.

Ma che dire di Giacomo Mancini  3° con 6.755 preferenze nella lista di Forza Italia

Ed ancora peggio è andata al consigliere regionale uscente Piero Chiappetta (4° con 4.546 voti), potrebbe addirittura rischiare Ennio Morrone (2° con 7.063 voti) superato dal giovane Fausto Orsomarso, primo nella lista ed eletto con 7.872 voti

E della“Casa delle Libertà”, restano fuori i consiglieri uscenti Gianluca Gallo (2° con 6.433 voti, 1000 in più che nel 2010) e Gianpaolo Chiappetta rimasto al 3° posto con 3.508 voti( metà delle preferenze ottenute nel 2010).

Ma il più grande escluso è l’assessore uscente dell’UDC Michele Trematerra  con 3.352 voti( meno di un terzo dei 10.500 ottenuti nel 2010).

Nella coalizione del Centro (province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia) rimane fuori Francesco De Nisi del Pd, nonostante gli 8.628 voti di preferenza.

Fuori dal consiglio regionale anche Gianni Speranza de “La Sinistra”: non gli bastano i 3.577 voti ottenuti.

Resta fuori in Forza Italia il consigliere uscente Mario Magno, con5.203 voti.

Fuori anche Claudio Parente nella lista della “Casa delle Libertà”, secondo con 4.089 voti.

Altro grande escluso il Presidente del Consiglio Regionale uscente dell’UDC Franco Talarico (3.238 voti, nella foto a destra)

A Vibo V il consigliere regionale uscente Ottavio Bruni, racimola 2.071 preferenze e resta fuori .

Resta fuori anche Giuseppe Giordano, consigliere regionale uscente, 4° con 6.428 voti di preferenza.
I grandi “trombati” della lista “Oliverio Presidente” sono Domenico Mallamaci (7.158 voti) e Vincenzo Nociti (1.899 voti), superati da Francesco D’Agostino che ha sfiorato le 8.000 preferenze ed è stato eletto.

Fuori dal nuovo consiglio regionale senza appello, invece, Pasquale Maria Tripodi . La sua lista non ha superato la soglia di sbarramento regionale.


Tra i “trombati” c’è anche Elio Belcastro, che ha racimolato appena 1.555 voti nella lista “Calabria in Rete”.

Fuori anche Giuseppe Pedà, vicepresidente nazionale di Confcommercio e Presidente delle Ferrovie della Calabria, secondo con 5.000 voti

A casa la consigliere uscente Tilde Minasi, terza con 4.400 voti e Franco Crinò, già Consigliere regionale e Senatore della Repubblica, quarto con 3.450 voti, tutti superati dal giovane Francesco Cannizzaro (6.110 preferenze).

Tanti “big” esclusi anche nella lista di Forza Italia: Domenico Giannetta, Gesuele Vilasi e Giuseppe Pirrotta, tutti superati da Alessandro Nicolò, eletto con più di 7.000 preferenze.

Infine fuori due big l’assessore uscente Luigi Fedele, secondo con 4.840 ed il consigliere uscente Candeloro Imbalzano terzo con 3.666 voti, superati da Giovanni Arruzzolo, 54enne di Rosarno, che sfiora le 6.000 preferenze.

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