Crescono gli enti in italia che, attraverso i propri sindaci, hanno emesso ordinanze contro la sperimentazione della tecnologia sulla base del principio di precauzione.
I sindaci di centinaia di città italiane si schierano apertamente contro la nuova tecnologia per la comunicazione mobile, che consentirebbe connessioni più rapide.
In Salento addirittura una ventina di sindaci creano una Unione dei Comuni in tal senso dichiarando: "Non siamo affatto contrari alle nuove tecnologie, purché non siano lesive di elementari diritti quale quello alla salute che siamo invece interessati a tutelare. È necessario pertanto la massima prudenza e la via cautelativa di nuovi, più aggiornati e inoppugnabili dati scientifici quale strada maestra nel perseguire e promuovere un progresso ecosostenibile della nostra terra", inoltre sempre a mezzo stampa i sindaci consorziati dichiarano che "la necessità di considerare i recenti risultati scientifici sui danni correlati all’esposizione alle radiofrequenze, estremamente pericolose per l’uomo, come sostenuto da organismi indipendenti da legami con l’industria. Le radiofrequenze sarebbero, infatti, in grado di determinare cancro, malattie neurodegenerative, elettrosensibilità, danni al Dna, alterazioni immunitarie e della riproduzione."
In Italia oggi contiamo oltre 300 i comuni che hanno adottato provvedimenti simili.
Le ordinanze, come quelle precedenti emesse dai propri colleghi, si rifanno al Principio di precauzione, che è un principio generale dell'Unione Europea, in attesa della rivalutazione sulla cancerogenicità delle radiofrequenze, prevista dalla Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) sulla base dei dati sperimentali (National Toxicology Program statunitense e Istituto Ramazzini di Bologna) e dei dati epidemiologici presenti in letteratura.
Già nel 2009 il Parlamento europeo, come ricordano dall'Isde (l'Associazione dei Medici per l'Ambiente), ha espresso preoccupazione per l’esposizione della popolazione alle radiofrequenze e, nel 2011, il Consiglio d’Europa ha ribadito l’importanza di preservare la salute umana e l’ambiente dai rischi legati ai campi elettromagnetici artificiali, insistendo sulla necessità di tutelare soggetti a rischio come bambini, ragazzi, donne incinte, malati, soggetti elettrosensibili.
Il 5G, come di recente affermato dall’Eprs (Centro studi del Parlamento europeo), è «una tecnologia non testata, per cui si consiglia un approccio di cautela».
Già nel 2017, Isde Italia ha presentato una richiesta di moratoria al governo italiano per bloccare l’implementazione del 5G, «finché non saranno effettuati studi attendibili riguardanti l’impatto sulla salute umana e sull’ambiente». Un’ulteriore richiesta di moratoria è stata presentata nel 2018 alla Ue da Isde International. Le due moratorie sono state promosse da Agostino Di Ciaula, presidente del Comitato scientifico di Isde International.
In tutto questo stiamo ancora aspettando che si esprima la Commissione Straordinaria del Comune di Amantea, la città vorrebbe capire come mai ancora il Comune di Amantea non abbia deliberato la moratoria verso le antenne 5G, attendiamo con ansia una delibera in tal senso.