E’ accaduto oggi alle 10,19 un terremoto di magnitudo Mw 4.3 al largo della Costa Calabra sud occidentale, nel golfo di San Eufemia, a soli 11 chilometri da Pizzo Calabro, in mare aperto, ed a soli 10 chilometri di profondità.
Il terremoto ha generato il panico un po' dappertutto, dalle scuole, che sono uscite di fretta e furia, alle attività commerciali, che si sono, di fatto, fermate per poco più di mezz’ora dalle loro attività lavorative, il fatto strano è che lo stesso avvenimento tellurico sia avvenuto a distanza esatta di un anno dalla frana nel nostro centro storico, quasi un segno del destino, dove, tra l’altro oggi era presente una troupe di TGR Calabria per registrare un filmato ed una serie di interviste sul mal anniversario.
Tutto sommato dell’evento tellurico non dovrebbe sconvorgerci più di tanto, poiché dovremmo tutti essere abituati ai terremoti.
Quasi tutti i movimenti tellurici nella nostra zona avvengono sulla superficie terrestre e sono concentrati in zone ben precise, ossia in prossimità dei confini tra due placche tettoniche dove il contatto è costituito da faglie.
I nostri Terremoti al momento sono localizzati in aree vulcanicheper effetto del movimento di masse magmatiche in profondità.
Secondo l’Istututo Geografico di Geofisica e Vulcanologia il movimento delle placche è lento, costante e impercettibile (se non con strumenti appositi), e modella e distorce le rocce sia in superficie sia nel sottosuolo.
Tale movimento improvviso, che in pochi secondi rilascia energia accumulata, come quella accaduta oggi, per decine o centinaia di anni, genera così le onde sismiche e il terremoto associato.
L'energia liberata da un terremoto ha origine in un punto detto epicentro, da qui partono le vibrazioni dette onde sismiche.
Ritornando all’evento di oggi la situazione in città è rientrata presto alla normalità, a detta degli studiosi di terremoti l’evento di oggi rientranegli avvenimenti “normali” sismici nella nostra zona, come già detto non si registrano danni a persone o cose.
Quindi c'è ancora attività sismica nel sottosuolo calabrese, lo possiamo vedere dal grafico pubblicato nel nostro articolo negli ultimi tre mesi sono centinaia le scosse registrate dai sismografi, un fenomeno naturale per noi che abitiamo su una grossa faglia sismica, e che ci accompagna dagli albori della nostra civiltà, ma che non siamo ancora in grado di prevedere, nonostante i precursori sismici e tutte le tecnologie moderne.
Abbiamo trovato un articolo, che già precedentemente avevamo postato, di uno dei maggiori sismologi italiani di fama internazionale, dott. Giuliano Panza, su questo fenomeno di piccoli terremoti ripetuti nel tempo, lo stesso, afferma, che non esistono scosse di assestamento, perché questa etimologia della parola usata è pessima, ma purtroppo, tanto usata in gergo popolare e dai Mass Media.
“In realtà, i terremoti dipendono dalle variazioni del campo degli sforzi, ma tale dipendenza è complessa, come è dimostrato dal fatto che le repliche avvengono sovente lungo piani dove gli sforzi dovrebbero essere ridotti dopo l’evento principale“.
Il dottore panza inoltre ci spiega come “Le repliche ridistribuiscono gli sforzi attorno all’area epicentrale e perturbano la crosta terrestre anche a distanza e quindi contribuiscono, o possono contribuire a seconda dei casi, all’accumulo di energia per il prossimo forte terremoto che può avvenire anche dopo molti anni o secoli, anche a distanza di centinaia di km.
Quindi, di regola, le repliche non assestano ma ridistribuiscono gli sforzi e possono contribuire al prossimo terremoto, che si può verificare a distanza sia nello spazio che nel tempo“.
In sostanza, quelle che erroneamente definiamo scosse di assestamento lungi dal poter tranquillizzare, sono una sorta di campanello d’allarme che ci dice ‘attenzione: non è finita! I
l terremoto tornerà, ma non si sa con precisione quando e dove’.
“L’espressione scossa di assestamento – precisa il sismologo – oltre ad essere errata rispetto al fenomeno fisico che vuole descrivere è anche fuorviante perché induce rassicurazione.