Nelle primissime ore della mattina del sette ottobre, poco dopo le 10, abbiamo postato l’articolo dal titolo “Il Catocastro “nero” ed il mare “nero”, corredato dalle foto delle acque nere del fiume Catocastro e delle acque nere antistanti la foce.
Nell’articolo sottolineavamo l’impegno del corpo di Polizia municipale, due agenti del quale era stati alla foce del fiume e si accingevano a risalirlo per capire il punto di immissione.
Più tardi il comune evidenziava che non era stato possibile rilevare il preciso punto di scarico, ma anche di essersi “subito attivati per il tramite del Comando dei Vigili Urbani e, d’intesa con la Procura della Repubblica, abbiamo prelevato dei campioni del materiale sversato che lunedì sarà consegnato all’Arpacal, per le necessarie analisi”.
La nota concludeva ringraziando il Maresciallo Avolio dei carabinieri Forestale per essersi recato sul posto prontamente per un sopralluogo e lanciando l’ipotesi che potesse trattarsi degli effetti del “ dilavamento di zone bruciate”
L’amministrazione si impegnava a tenere la popolazione aggiornata sugli sviluppi.
Giorno 10 ottobre, infine, il comandante della PM locale certificava l’avvenuto prelievo delle acque e l’invio all’Arpacal.
Fintanto non sapremo che cosa e chi abbia inquinato il Catocastro ed il nostro mare saremo preoccupati.
Sono inaccettabili queste continue violenze al nostro ambiente ma è ancora più inaccettabile la sostanziale indifferenza della società civile amanteana.
Ora l’Arpacal cortesemente ci informa che gli esiti delle indagini sono stati acquisiti dalla competente procura della repubblica di Paola e che essi saranno resi pubblici non appena i giudici daranno la necessaria autorizzazione
Possiamo, così, supporre che non si tratti di nerofumo.
Curiosi e preoccupati ringraziamo ed aspettiamo.
Appena possibile vi faremo sapere.