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La recente decisione del commissario ad acta alla sanità calabrese, concernente il depotenziamento del laboratorio di analisi di Amantea, ha indotto numerose associazioni, partiti e cittadini del comprensorio ad unirsi in una rete sociale.

 

L’obiettivo e’ quello di difendere il diritto ad un sistema di servizi socio-sanitari territoriali pubblici che sia efficiente e funzionante.

 

E’ a tale scopo che la rete “difendiamo la salute” ha elaborato una piattaforma rivendicativa, riassumibile nella richiesta – finalizzata al potenziamento dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali del comprensorio – di assegnazione di una casa della salute.

 

In seguito alla grande manifestazione pubblica del 21 ottobre di amantea il direttore generale del dipartimento sanita’ della regione calabria ha insediato un tavolo tecnico.

In data 18 novembre sono iniziati i lavori del tavolo e – grazie alla collaborazione di tutti gli attori responsabili dell’organizzazione sanitaria sul territorio – i primi segnali sono stati rilevanti e positivi.

La rete sta promuovendo una serie di incontri sul territorio al fine di rendere noti i risultati sinora ottenuti, in un’ottica di trasparenza e di stimolo alla partecipazione ed alla condivisione dal basso.

 

Il primo incontro si terra’ a lago, sabato 28 novembre 2015, alle ore 18,30,   presso la sede avis di lago, in via mazzini n. 1.

Invitiamo tutti cittadini a venire a discutere di un diritto fondamentale garantito dalla costituzione: quello alle cure ed alla salute.

Rete comprensoriale.

 

"Difendiamo la Salute"

Pubblicato in Basso Tirreno

Domani 18 novembre presso il Dipartimento della salute in Catanzaro si terrà l’incontro con il DG Riccardo Fatarella nel corso del quale sarà chiesto di mantenere il laboratorio di analisi cliniche, il potenziamento della rete specialistica e la istituzione della Casa della salute.

 

Questa è la mia proposta di nota esplicativa:

“La Calabria è l’ultima regione italiana per PIL e per reddito medio, la prima per “evasione” sanitaria.

La Calabria , secondo i dati diffusi in questi giorni, è l’ultima regione italiana nella classifica dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) avendo conquistato nel 2014 la maglia nera che apparteneva alla Campania .

Questa la graduatoria che mostra crudamente la verità della sanità calabrese.

1° - Toscana 217 (nel 2013  214, 1°)                         2° - Emilia Romagna 204 (204, 2°)
3° - Piemonte 194 (201, 3°)                                       4° - Liguria 194 (187, 6°)
5° - Lombardia 193 (187, 6°)                                    6° - Marche 192 (187, 4°)
7° - Veneto 189 (190, 5°)                                          8° - Basilicata 177 (179, 12°)
9° - Sicilia 170 (165, 9°)                                            10° - Umbria 165 (179, 8°)
11° - Abruzzo 163 (152, 10°)                                    12° - Puglia 161 (134, 15°)
13° - Lazio 154 (152, 11°)                                         14° - Molise 148 (140, 13°)
15° - Campania 139 (127, 16°)                                  16° - Calabria 131 (135, 14°)

Non c’è (ancora) o comunque non è pubblica la graduatoria dei LEA tra distretti ed all’’interno dei distretti tra le distinte aree territoriali.

Se ci fossero queste graduatorie potremmo avere la conferma che il comprensorio di Amantea è l’ultimo in Calabria per servizi sanitari.

Ovviamente, ove siano o saranno redatte e pubblicate le graduatorie alle quali facciamo riferimento, siamo pronti a leggere ed a valutarle.

Questa di ultimi tra gli ultimi è una condizione illegittima ed una situazione vergognosa.

Siamo, cioè, in presenza di disparità inaccettabili .

Disparità che hanno determinato , oggi consapevolmente, la forte reazione sociale scattata in questi ultimi giorni dopo anni di spoliazione e depauperamento del Poliambulatorio, cioè della unica struttura sanitaria rimasta dopo la scomparsa dell’Asl di Amantea e del Distretto di Amantea.

Una disparità che il commissario Scura, emissario inviato “dai potenti re d’Italia” per porre rimedio alle condizioni vergognose della sanità calabrese, voleva, e vuole, aumentare proponendo, con violenza ingiustificata ed inaccettabile abuso, la chiusura del laboratorio pubblico di analisi cliniche , che è una delle poche cose che funzionano , a dispetto di tutto.

E così centinaia di cittadini ed associazioni dei comuni dell’ex distretto di Amantea( Amantea, Aiello calabro, Cleto, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte Calabro, Longobardi, Fiumefreddo Bruzio) , in rappresentanza dei circa 30mila abitanti residenti e, nel caso, delle altre decine di migliaia dei comuni della provincia di Catanzaro, hanno promosso la rete della salute che oggi è a questo tavolo, per difendere gli utenti, in sostituzione di una politica per lo più disattenta, inane, parolaia e senza spina dorsale.

Siamo qui per dire basta al saccheggio dei servizi sanitari dal comprensorio di Amantea.

Per dire basta alla disattenzione degli amministratori e dei governatori passati.

Per dire basta alla supponenza dei tecnici.

Siamo qui per ricordare gli elementi della nostra rivendicazione sociale:

-conservazione e potenziamento del laboratorio di analisi cliniche, che, lo ricordamo, serve anche una parte della popolazione dei comuni della provincia di Catanzaro ;

-completamento quali-quantitativo della rete degli specialisti atta a dare risposta in tempo reale alle esigenze della popolazione del comprensorio che-va ricordato- durante l’estate raddoppia la richiesta di prestazioni.

-eliminazione della impossibili liste di attesa anche previa dotazione delle attrezzature necessarie e/o sostituzione di quelle carenti od obsolete ;

-attivazione della casa della Salute, in luogo del Poliambulatorio.

Non essendo dotato questo territorio né di ospedale, né di casa di Cura, si impone, infatti, una più che qualificata medicina preventiva atta a ridurre:

- la ospedalizzazione;

-la evasione ospedaliera extra regionale;

-il ricorso ai medici privati, peraltro mancanti;

-i costi di movimento sul territorio che devono sopportare le famiglie di questo ambito territoriale.

Incredibile che non si comprenda che una insufficiente medicina preventiva crea danni anche irreversibili alla salute dei nostri amministrati e che non si comprenda come questa condizione muova verso la ospedalizzazione, anche extra regionale .

Impossibile che non si comprenda che una insufficiente medicina specialistica sul territorio crei non solo danni anche irreversibili alla salute dei nostri amministrati e spinga da un lato al ricorso ai privati con depauperamento dei servizi pubblici che tutti noi dovremmo essere qui a rappresentare ed a difendere, a maggiori costi di movimento sul territorio, se non ad evasione territoriale anche per la specialistica.

Sappiamo che la attuale struttura nelle more del suo previsto completamento strutturale può essere flessibilizzata ad un appropriato uso per l’invocato completamento e potenziamento del poliambulatorio nell’attesa della esecuzione dei lavori onde la attuazione della invocata Casa della salute.

Registriamo una intensa consapevolezza sociale verso la Casa della salute , consapevolezza che ha determinato una prima straordinaria presenza nell’incontro del 21 ottobre scorso dal quale è nato questo di oggi.

Una consapevolezza che è stata percepita dal dr Riccardo Fatarella che in questa occasione ringraziamo pubblicamente.

Una consapevolezza che continua a crescere soprattutto quando è proprio il dr Fatarella a dichiarare che “ c'è una scarsa attenzione ai servizi territoriali anche se c'è stato un lieve miglioramento sottolineato anche dal rapporto del ministero”. 

Una consapevolezza che ha sollecitato i tecnici della Rete per la salute, che come noto annovera la adesione di oltre settanta associazioni del comprensorio di Amantea, i quali hanno pronto un modello evoluto di casa della salute che può diventare spendibile per la intera regione.

Osserviamo che la mobilità extraregionale ha un costo circa 240 milioni di euro all’anno, di cui 86 milioni di euro annui relativi alla ASP di Cosenza.

Parliamo di una mobilità extra regionale che interessa circa 23mila pazienti.

Quasi un quarto dei costi di mobilità riguardano il tirreno cosentino ( parliamo di 19.149.150,00 euro) e quasi un quarto del trasmigranti ( 5772) sono del distretto del Tirreno, segno palese della insufficienza della sanità del tirreno cosentino di dare risposta alle esigenze della popolazione di questo territorio, che, invece,   sotto il profilo residenziale è meno di un sesto della intera provincia!

Ed è da supporre che non sarebbero meno drammatici i dati della migrazione specialistica, soprattutto per quanto riguarda Amantea.

Purtroppo i dati non sono stati diffusi per cui sembra di essere qui a parlare di aria fritta.

Ambedue le migrazioni , come detto, determinano insostenibili costi di movimento per la popolazione tanto più in un territorio che non ha mezzi di linea che aiutino i pazienti nei loro viaggi per cui spesso la gente non si cura.

E’, tra l’altro, il caso delle persone anziane che vengono invitate ad eseguire mammografie di controllo nel lontano ospedale di Cetraro che non è nemmeno servito da mezzi pubblici di linea!

Una vergogna per il tecnico che lo ha ipotizzato, una vergogna per il politico che lo permette!.

A queste condizioni inaccettabili occorre porre fine definitivamente ed immediatamente.

Nel ricordare che Amantea, diversamente da Paola, Cetraro e Praia a mare, non colse la opportunità del finanziamento, concesso a fine anni sessanta dall’onorevole Giacomo Mancini, di un proprio ospedale, ed oggi ne paga amaramente le conseguenze in termini di qualità dei servizi sanitari, vogliamo augurarci che oggi la classe politica sia migliore di quella precedente ed operi l’ invocato riequilibrio territoriale dei servizi sanitari.

Tutto oggi nasce da questa parola riequilibrio dei servizi , riequilibrio dei diritti.

A Lei dr Fatarella ed al Presidente Oliverio formuliamo questa richiesta fermo restando che saremo sempre più pronti a muovere su questa intrapresa.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Primo Piano

Le foto sono chiaramen te dimostra tive di una fortissima sensibilità delle popola zioni del comprenso rio di Aman tea per i gravissimi problemi di una sanità se non assente comunque fortemente carente.

 

Rarissimo vedere una sala così stracolma di gente, peraltro in un giorno di maltempo.

Tante altre occasioni stimolate ed organizzate dalla politica sono state un flop.

Non solo ad Amantea ma anche altrove, segno di un sempre minore credibilità da parte dei cittadini verso i politici.

Pur in presenza di tale diffidenza il problema della sanità ad Amantea è tristemente avvertito e questo ha indotto la forte presenza delle comunità del comprensorio.

 

Centinaia e centinaia i cittadini presenti.

Tra questi alcuni amministratori locali tra cui per Amantea Monica Sabatino, GB Morelli, Antonio Rubino, Emma Pati, Gianluca Cannata, Ciccia Caterina, Sergio Tempo, e poi il sindaco di Belmonte Calabro Francesco Bruno, il sindaco di Longobardi Giacinto Mannarino, il vice sindaco di Fiumefreddo Bruzio Teresina Cavaliere, il sindaco di Aiello calabro Franco Iacucci, il vicesindaco di Aiello Calabro Gaspare Perri, il consigliere provinciale Graziano Di Natale.

E poi anche vecchi amministratori come Franco La Rupa, Mario Pizzino, Giacinto Muto, ed altri.


Numerosi i dipendenti del Poliambulatorio di Amantea.
Numerosissimi i cittadini in rappresentanza delle varie associazioni aderenti alla rete.

Un popolo composito e variegato costituito da centinaia di persone della società civile venuti per sapere se il presidente Oliverio avrebbe preso le difese di Amantea come le ha prese per la “sua” San Giovanni in Fiore.

Ed invece pur avendo egli stesso stabilito la data dell’incontro non è stato presente, nel rispetto dell’adagio amanteano “ha promesso i certu ed ha mancato i sicuru”, ma offendendo così un popolo che in lui aveva posto fiducia.

Le ragioni? Palesi, evidenti.

 

Il dado è tratto. Amantea deve sanitariamente morire cominciando dal laboratorio di analisi cliniche e il governatore non voleva confermare la scelta già accettata di chiuderlo.

Se non fiosse così basterà un comunicato stampa inviato agli abitanti di questo comprensorio contenente l’impegno in tal senso

Basta una telefonata al suo addetto stampa e pochi minuti per redigerla

Ma vedrete che non arriverà.

Continua……..

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

Scene come quelle viste stamattina (e non è l’unica volta) al poliambulatorio di Amantea lasciano il segno a chiunque sia costretto non solo a fare la fila ma anche a vederla ed a sentire le sacrosante lamentele di tutti.

 

Stamattina si lamentava il personale addetto alle prenotazioni ed alla riscossione dei ticket.

Spesso è con loro che se la prendono gli astanti che hanno perso ogni briciolo di pazienza dopo ore di attesa in piedi .

Talvolta accennano anche allo sputo per segnalare il proprio disprezzo per una situazione che ha tutt’altri responsabili.

Che dovrebbero fare –si chiedono- denunciare tantissimi pazienti ai carabinieri?

Peraltro nel poliambulatorio non esiste un servizio d’ordine!

Ed ovviamente si lamentavano i pazienti che arrivano e non trovando un erogatore automatico o manuale di numeri si mettevano in fila (approssimativamente in fila ) controllandosi ( ma anche garantendosi) uno con l’altro.

Non c’era nemmeno il famoso uomo erogatore dei biglietti che garantiva il rispetto dell’ordine.

In ferie?Ammalato? Non è dato sapere ma è certo che la dirigenza ha pensato a sostituirlo.

Solo a metà mattinata stanti le forti lamentele hanno incaricato una addetta per distribuire i numerini, ma ormai la frittata era fatta.

E le gridate rendevano difficile il lavoro degli stessi addetti.

Non funzionavano ( da 4 mesi ci dicono) nemmeno i visori che indicavano il numero servito ed allertavano, quindi, l’utente successivo.

Insomma una situazione inaccettabile.

E guai a lamentarsi. Al personale è vietato e sollecita noi a farlo anche per loro.

Il re, i baroni ed i duchi della sanità non vogliono.

Per loro c’è il rischio di provvedimenti disciplinari.

Per noi c’è il rischio di essere citati per lesa maestà.

E sembra che il re o la regina abbiano “mandato a dire” che è intenzionata a farlo!

E pensare che solo gli utenti del “famoso” laboratorio di analisi cliniche che il signor Scura vuole chiudere, sopprimendo il servizio per la utenza dell’hinterland di Amantea, sono ogni giorno quasi un centinaio .

Questi non devono prenotare il servizio e quindi possono facilmente essere sottratti alla grande fila.

Già, basterebbe un apparecchio a lettura automatica della ricetta sanitaria capace di determinare anche il costo da pagare con bancomat o con monete .

Ma perché non viene acquistato ed impiantato?

Snellirebbe la fila e renderebbe quasi umano un servizio oggi inaccettabile.

Mah! E pensare che in teoria i sindaci possono concorrere a migliorare queste condizioni da terzo mondo!

Pubblicato in Cronaca

Proprio il contrario degli antichi governatori spagnoli che prendevano possesso della città regia di Amantea che per l’occasione esponeva i “tumaschj” in segno di festa.

Il governatore Scura invece è venuto, quasi in incognito, a visitare e monitorare la struttura del poliambulatorio amanteano.

In questa sua visita è stato accompagnato dal direttore del distretto Giuliana Bernaudo.

Si è immediatamente attivato il comitato di accoglienza da cui la foto dei presenti al capezzale della morente struttura sanitaria del Basso Tirreno Cosentino.

Parliamo dei sindaci di Amantea ( Monica Sabatino) e di Fiumefreddo Bruzio (Vincenzo Gaudio), degli amministratori comunale di Amantea vice sindaco Giovanni Battista Morelli, assessore alla sanità Emma Pati e consigliere di maggioranza Adelmo Mannarino.

Tutti gli altri sindaci del comprensorio e gli altri amministratori amanteani sono stati assenti.

Inspiegabilmente. Così come inspiegabilmente è stato assente il segretario del PD Enzo Giacco che pur aveva sollecitato un incontro con Scura.

Ma è andato tutto bene. Sembra che Scura dopo la visita abbia sottolineato una impressione sia “altamente positiva” e che questo commento lasci aperta ogni possibilità.

Che avranno voluto dire?

Che il laboratorio non sarà chiuso e che pertanto il popolo dei pensionati dell’ex distretto e dei comuni lametini continueranno a servirsi di Amantea?

O che, al contrario, il laboratorio sarà chiuso lo stesso e Scura è venuto pure ( e non solo lui) a prenderci per i fondelli?

Parliamo di presa per i fondelli perchè nessuno vi dice che…….

Aprire un confronto con il commissario straordinario Massimo Scura.

È questo l’obiettivo perseguito dal sindaco Monica Sabatino che, presso il poliambulatorio nepetino, ha accolto il massimo dirigente del sistema sanitario regionale. Scura, che ha avviato il monitoraggio di tutti i presidi territoriali, ha visitato i reparti diagnostici e assistenziali, raccogliendo informazioni ed interagendo con il personale medico e paramedico presente nella struttura.

In questa sua particolare visita è stato accompagnato dal direttore del distretto Giuliana Bernaudo e dal vice sindaco Giovanni Battista Morelli.

Subito dopo ha avuto luogo una riunione alla quale hanno partecipato il primo cittadino, il sindaco di Fiumefreddo Bruzio Vincenzo Gaudio, l’assessore alla sanità Emma Pati ed il consigliere di maggioranza Adelmo Mannarino.

«Il confronto – ha spiegato la Sabatino – si è svolto in un clima quanto mai sereno e costruttivo.

Al commissario Scura abbiamo ricordato quelle che sono le esigenze di un territorio vastissimo che comprende non solo i comuni costieri e quelli dell’hinterland, ma anche i centri fuori provincia.

Si tratta ora di considerare tutti questi elementi per dare seguito ad un piano di rilancio serio e concreto.

L’assistenza sanitaria territoriale è un diritto imprescindibile».

«Gli interventi – ha spiegato la Bernaudo – devono seguire due diverse direttrici: strutturale e tecnologica. Il completamento dell’edificio che accoglie il poliambulatorio deve procedere di pari passo con l’acquisizione di nuove apparecchiature per la diagnostica.

Questo abbiamo chiesto al commissario straordinario che, nel corso della visita, ha potuto valutare il livello qualitativo che il presidio è in grado di generare. Si tratta ora di proseguire sulla strada del dialogo».

La presenza di Scura, lontana dai riflettori, ha certamente aperto una nuova fase nella gestione futura del poliambulatorio.

Pur in assenza di dichiarazioni ufficiali il commissario ha sottolineato come la propria impressione sia “altamente positiva”.

Un commento che lascia aperta ogni possibilità.

Pubblicato in Cronaca

Uno di “gioielli” del poliambulatorio di Amantea è certamente il laboratorio di analisi cliniche.

Vuoi, anche , perché Amantea,grazie alla sua “sciagurata” classe politica, “selfistica” da sempre , dedita alle parole, più che ai fatti, non ha mai né preteso, né voluto un ospedale, pur assentito dal piano predisposto, suo tempo, con la legge 12 febbraio 1968, n. 132 (cosiddetta "legge Mariotti").

Il piano previde ospedali in Amantea, Paola, Cetraro, Praia a Mare, mentre Belvedere restava assistita dalle numerose cliniche private esistenti.

Solo quello di Amantea non venne realizzato.

Ed ancora oggi Amantea ed il suo hinterland ne pagano le conseguenze.

Errori ed omissioni gravissime , a cui si pose rimedio con la ASL n 1 conseguente alla legge 23 dicembre 1978 n. 833 .

Oggi, invece, siamo in presenza del Piano di disfacimento del servizio sanitario italiano

La prova è nella proposta chiusura dell’unico laboratorio pubblico di analisi cliniche e nella conservazione di ben 3 laboratori privati convenzionati.

Una palese dimostrazione che la sanità pubblica sta per chiudere ed essere sostituita da quella privata.

Non spending rewiew, ma movimento verso la privatizzazione della sanità: alla faccia della sinistra italiana!

Ma il mistero più fitto è quello che siamo in pochi a parlarne ( leggi consiglieri comunali) e meno ancora ad agire.

Eppure …….

In sostanza il commissario per risparmiare soldi pubblici normalmente e da tutti sprecati, porta le apparecchiature esistenti ad Amantea in quel di Cosenza, trasferisce i medici in quel di cosenza ed ovviamente trasferisce a Cosenza anche le provette di sangue.

E Cosenza non è dietro l’angolo, ma a circa 50 k m di strada piena di curve.

Pratica mente quello che prima si faceva ad Amantea ora sarà fatto a Cosenza!

Perche? Cui prodest?

E dove è il risparmio?

Non si risparmia sulle apparecchiature

Non si risparmia sul personale, e anzi dovranno essere pagati i costi del trasferimento da Amantea a Cosenza , posto che non nevichi eccetera!

A parte i dubbi di spostare il sangue di 50 km

E tutto questo perchè Amantea non abbia nemmeno una Casa della Salute!

Per questo chiederemo alla Magistratura di indagare!

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Cronaca

Se fossi Procuratore della Repubblica inquisirei i dirigenti dell’ASP. Non una ma cento volte. Il pensiero che ledonnescelgono abbiano donato al poliambulatorio di Amantea un mammografo nuovo che serviva solo 6 donne a settimana, cioè trecento all’anno, a fronte delle migliaia aventi bisogno, mi offende.

Ed ha offeso sicuramente tutti gli abitanti di Amantea, Aiello Calabro, Cleto, Serra di Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte calabro, Longobardi e Fiumefreddo Bruzio il fatto che il mammografo sia stato attivato pienamente solo quando si è rotto quello di Paola.

Ma ora giunge notizia che il mammografo sia fermo e le prenotazioni sembra siano già arrivate a settembre.

“Sono stata prenotata per settembre. Se avessi un tumore alla mammella non ci arriverei…..” e la riflessioni di una sconosciuta signora detta al telefonino!

Possibile che i dirigenti responsabili del sistema sanitario di base non comprendano che “La prevenzione e’ un diritto e non un favore o un privilegio”

Tra l’altro ora l’alternativa è Cetraro che per molte donne è irraggiungibile.

Possibile che nessuno ricordi che il tumore della mammella è il tumore più frequente nella popolazione femminile.

Possibile che nessuno ricordi che ogni anno in Italia circa 37.000 donne si ammalano di cancro della mammella e che nei paesi occidentali si stima che una donna su dieci svilupperà un tumore mammario nel corso della vita.

Il mammografo è fermo, ma sembra che si tratti di una spesa affatto rilevante ; poche migliaia di euro; forse un semplice programma di aggiornamento del software;.

Ed ovviamente un tecnico che lavori almeno 3 giorni a settimana così da fare almeno 20 mammografie a settimana, cioè almeno 600 all’anno.

Che serve che un associazione al fine di aiutare le donne abbia donato il mammografo che doveva essere acquistato dall’ASP?

Se lo chiedono in tanti; forse anche i responsabili dell’associazione ledonnescelgono ed in particolare il senologo Raffaele Leuzzi che si spende nel nostro territorio per l’educazione alla prevenzione anche con convegni ed incontri mensili dei quali parleremo in una prossima occasione.

Anche il cancro al seno si previene a tavola.

Giuseppe Marchese

Perviene in data odierna la nota della Funzione Pubblica e del Coordinamento della CGIL del Poliambulatorio di Amantea e ne diamo pubblicazione.

Cari colleghe/i , la CGIL nella recente riunione della RSU tenuta in data 10 febbraio 2015, ha chiesto con fermezza di bloccare la trattativa sindacale con l’azienda in merito alla definizione delle posizioni organizzative e dei coordinamenti.

Come avevamo più volte denunciato, l’individuazione e la corretta attribuzione delle posizioni organizzative, non può prescindere dall’esistenza di un preciso ed articolato assetto organizzativo, solo all’interno del quale possono trovare legittimazione gli obiettivi strategici, che l’azienda intende perseguire, ed il ruolo funzionale assegnato agli operatori.

Purtroppo, ancora oggi, l’ASP non dispone del principale strumento organizzativo che e’ l’Atto Aziendale, il quale, come e’ noto, non e’ mai stato approvato dalla regione Calabria.

E’ chiaro che in un tale contesto, dove il quadro organizzativo e le finalità operative risultano indefinite, la scelta e la quantificazione delle posizioni organizzative non potrebbe che ubbidire ad una sola logica: quella clientelare.

Una logica non più sopportabile dai lavoratori e poco funzionale al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini-utenti.

Come candidati CGIL per l’RSU, in questo particolare momento, riteniamo che sia prioritario e di maggiore interesse per i lavoratori, chiedere l’immediata apertura di un tavolo di contrattazione che possa portare, nel breve termine all’attribuzione delle cosiddette fasce a tutti i dipendenti e riattivare le procedure per le progressioni verticali bloccate dal 2009 e, quindi, mettere qualche euro in più nella busta paga dei lavoratori del comparto che, come ben sappiamo, da diversi anni non hanno beneficiato di alcun incremento salariale.

L’azione del sindacato, comunque, non può limitarsi alla sola rivendicazione di ordine economico e salariale, ma deve proporsi anche come principale leva per il cambiamento della politica sanitaria nella nostro contesto territoriale, assumendo il ruolo di principale sostenitore della centralità dell’Utenza nel processo di produzione dei servizi socio-sanitari ai cittadini.

Una centralità dell’Utenza, enunciata solo formalmente dall’Azienda, ma nei fatti sacrificata e subordinata al mantenimento dei tanti privilegi economici e funzionali di una casta dirigenziale, cresciuta all’ombra della politica.

Una logica che si alimenta sottraendo risorse al diritto alla salute dei cittadini, in particolare dei più deboli.

Insieme possiamo e dobbiamo cambiare questa logica e fare della sanità pubblica il luogo dove è possibile coniugare i diritti del lavoro con il fondamentale diritto alla salute di tutti i cittadini.

Anche tu puoi dare un contributo al cambiamento, dando maggiore forza e sostegno all`azione sindacale della CGIL.

I candidati del nostro poliambulatorio nella lista della CGIL sono: DOMENICO VELLONE, LAURETTA PAGLIARO, GUGLIEMINA PROVENZANO Amantea, 17 febbraio 2015

Pubblicato in Politica

Riceviamo e pubblichiamo la nota della Cgil

“Siamo contenti perché dopo le nostre sollecitazioni sia i sindaci del territorio , sia gli operatori sanitari stanno prendendo coscienza di quanto sta succedendo al poliambulatorio di Amantea. Qualche mese fa sollevammo la questione relativamente al laboratorio analisi, secondo noi in fase di smantellamento.

Le notizie di questi giorni,,confermano, purtroppo , quanto avevamo denunciato.

Quel poco di sanita' buona,efficiente e di qualità c'è la stanno togliendo.

Perché questa miopia manageriale? Per quanto ci riguarda non aspetteremo gli eventi, lotteremo con tutte le forze sane del territorio affinché questo disegno non vada in porto.

E ' necessario che il direttore generale dell'Asp di Cosenza immediatamente cancelli i provvedimenti che riguardano il personale del laboratorio.

E' insopportabile che 30 Mila abitanti del comprensorio non possano usufruire di questo servizio e ,magari, per la felicita' di qualcuno si debbano rivolgere a strutture private o in subordine sobbarcarsi centinaia di chilometri per una semplice analisi.

Ma questo non e' il solo problema del poliambulatorio.

Basta recarsi una mattina qualsiasi per vedere tanta gente in fila, in piedi ad aspettare per pagare il ticket .

Per non parlare del servizio di cardiologia rimasto chiuso per diverso tempo o del mammografo mai entrato in funzione o ancora dello sperpero dei fitti che si pagano mensilmente , invece di completare la struttura per come sarebbe previsto.

Non ci interessa fare politica, vogliamo semplicemente portare all'attenzione dell'opinione pubblica la questione sanitaria del nostro territorio.

Un bene universale che va salvaguardato. Sostanzialmente l'obiettivo e' quello di dare un contributo alla realizzazione di un servizio sanitario locale più efficiente ,ma soprattutto più vicino ai cittadini. Questo riusciremo a farlo se costruiremo spazi di democrazia partecipata, impegnando in primis tutti coloro che hanno la gestione dei servizi pubblici, le associazioni territoriali, e le parti sociali. Sicuramente ci risponderanno che la sanità e' commissariata, che siamo in presenza di un piano di rientro che limita fortemente la spesa, o che il governo nazionale continua a fare tagli. Il poliambulatorio e' nato come centro di prevenzione e di filtro teso a limitare il ricorso al ricovero ospedaliero.

Una funzione che, se espletata bene consente di risparmiare tantissimi soldi. Purtroppo negli ultimi anni si sono fatti tanti provvedimenti che hanno penalizzato e limitato i servizi ,per ultimo quello relativo al laboratorio di analisi.

Diventa secondo noi importante riorganizzare l'erogazione degli stessi a partire da tutte le criticità segnalate dai cittadini.

Nelle prossime settimane proporremmo un pubblico dibattito all'interno del poliambulatorio dove presenteremo una piattaforma che abbiamo condiviso con i sindaci del territorio per marcare più incisivamente la situazione.

Se si dovesse continuare con questo atteggiamento da parte dei vertici dell'Asp siamo sicuri che la popolazione risponderebbe con una forte mobilitazione.

Massimiliano Ianni responsabile CGIL amantea

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