
Non tutti hanno memoria ed è una bella fregatura. Anche i giornalisti dimenticano che il primo piano regionale dei rifiuti prevedeva un termovalorizzatore( puoi anche chiamarlo inceneritore, tanto non si offende) in provincia di Cosenza, ubicato in quel di Bisignano. Scoppiò una guerra fisica e mediatica: NO! Noi l’inceneritore non lo vogliamo! Dobbiamo difendere i fichi del cosentino e gli altri prodotti agricoli; lo sappiamo che i rifiuti inquinano, figurarsi quando bruciati. E fu così che il sistema saltò. Nacque solo l’impianto di Gioia dove tutto è possibile( chissà poi perché?).
Ora la situazione è diventata grave e l’inceneritore assolutamente necessario.
Ora però sembra più facile attuarlo.
Lo vogliono sia Cosenza, che Rende, che Castrolibero. In gioco ci sono “ 15 milioni di euro di fondi europei da investire. Una torta che fa gola “.
Venti città sono state interessate e invitate alla manifestare il proprio interesse ad ospitare l'impianto nel proprio territorio.
Tre appaiono logisticamente “valide” per tutta la provincia di Cosenza: Bisignano, Luzzi, Rogliano.
Sarà la Regione a scegliere tra Bisignano, Luzzi, Rogliano l’area più idonea.
Ma non sarà facile vincere le resistenze di Cosenza, di Rende(dove il PD, nel silenzio di tutti, da diverso tempo ha già autorizzato la costruzione di un impianto di termovalorizzazione tra i quartieri universitari), di Castrolibero.
Come è strana questa Calabria, come è strana questa politica? Quello che nessuno voleva ora è preteso e con esso la dote!
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Non ci sono i presupposti per lo scioglimento del Consiglio comunale di Rende per infiltrazioni mafiose.
Il senso del decreto firmato da Alfano è esattamente questo.
Il decreto è pubblicato sulla GU di oggi 26 settembre
E peraltro ricalca il parere del prefetto di Cosenza da poco promosso alla Prefettura di Catanzaro
La vicenda aveva avuto inizio dopo l'arresto, eseguito il 15 novembre 2012, dell'ex sindaco Umberto Bernaudo, e dell'ex assessore Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Pd, nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Catanzaro.
Immediata la nomina della commissione di accesso avvenuta il 19 novembre 2012.
Poco dopo, a dicembre, il provvedimento restrittivo emesso a carico di Bernaudo e Ruffolo era stato annullato dal Tribunale del riesame ed i due esponenti politici erano tornati in libertà.
Poi nel giugno scorso il sindaco Vittorio Cavalcanti formalizzava le dimissioni senza specificarne le ragioni ma limitandosi alla sola comunicazione.
Oggi il comune è commissariato.
Ora il via alle elezioni.
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Una intera convulsa giornata non è bastata per far ritirare le dimissioni del sindaco Vittorio Cavalcanti , per quanto ci abbiamo provato ed anche intensamente Sandro Principe e Mimmo Talarico, cioè i vincitori delle elezioni della primavera 2011.
Toc, toc, toc. Suona la mezzanotte ed ora si cambia pagina.
Rende ricomincia.
Ora spetta al prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, che dovrà nominare un commissario che porterà la città brutia fino alle prossime elezioni.
Ci vorrà la prossima primavera, con ogni probabilità
E ciò salvo che non si giungesse addirittura allo scioglimento del consiglio comunale per condizionamento mafioso. In tal caso i tempi del ritorno alle urne si allungherebbero. Ovvio che il centrodestra gongoli. Eccome. Rende a oltre mezzo secolo è in mano al centro sinistra.
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La voce trova due fondamenti. Il primo è nello stato dell’IDV in Calabria (e non solo!).
Il secondo è nell’invito che ha emanato Mimmo Talarico invitando i suoi amici a partecipare all’incontro fondativo di un’associazione regionale che miri al rinnovamento della Calabria. Incontro fissato per il 26 giugno pv ore 18.00 presso la sala consiliare del comune di Rende. Ecco il testo: «Cari amici, gentili amiche, la Calabria è attraversata da una profonda crisi sociale e politica, nella quale, ai problemi atavici che travagliano la regione, si assommano nuovi e più insidiosi problemi, la cui origini è da ricollegare alla particolare, ed inedita, fase politico-istituzionale che vive oggi il paese.
La politica, nella sua accezione tradizionale, sconta una forte crisi di credibilità, mentre si rafforzano, sebbene in forme variegate, fenomeni antipolitici e demagogici, che, ad ogni buon conto, non possono essere considerati come una risposta adeguata ai problemi del momento, in Italia quanto in Calabria. Che fare allora? Vorremmo dare vita ad una associazione regionale che, relazionandosi con altre esperienze associative e di movimento presenti in Calabria, abbia come scopo l’elaborazione di una proposta politica di rinnovamento e di fuoriuscita dalla crisi per la nostra regione. Beni comuni, legalità, sviluppo sostenibile, lotta alla criminalità organizzata, dovrebbero costituire i capisaldi della sua missione. L’adesione all’associazione non sarebbe comunque incompatibile con l’iscrizione ad un partito...».
«Il nome e il simbolo? Lo decideremo insieme, democraticamente. Potete inviare la vostra proposta sul nome, il simbolo e i principi statutari via email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ».
«Intanto vi aspetto mercoledì 26 giugno p.v., alle ore 18, presso la sala consiliare del comune di Rende in piazza Matteotti, per l'incontro fondativo, nel quale stabiliremo il calendario e le iniziative da organizzare sul territorio».
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Qualcuno le intende come un fulmine a ciel sereno. Qualcuno le attendeva. Ed infatti Cavalcanti dice che questa decisione la aveva presa già da tempo, almeno sei sette mesi fa.
Certo che appare probabile la connessione tra le dimissioni ed il buco finanziario di 9 milioni di euro, cresciuto dalla data delle elezioni quando era di “soli “ 6 mln di euro.
Ma ancora più appare probabile la relazione tra le dimissioni e l’arrivo tre settimane fa della richiesta di perquisizione e sequestro da parte della Dda di Catanzaro, nella quale si denunciano casi di parenti di boss che lavorano all’interno di ditte che hanno appalti con il Comune e presunti favoritismi nell’attribuzione di immobili comunali. Impossibile il contrario.
Lo evidenzia il sindaco quando risponde all’intervista de Il Quotidiano sostenendo che «Ci sono fatti ed eventi che ti impongono di riflettere non tanto sul merito, quanto sul momento, e ti inducono ad andare oltre lo specifico. Dico subito che la lettura, attraverso i giornali, del contenuto del decreto della Dda suscita tante perplessità, perché non ti è chiaro il senso complessivo: non riesci a capire perché, in altri termini, possa essere un filone d’indagine la presenza di parenti di boss della criminalità organizzata tra i dipendenti di ditte che hanno appalti con il Comune. È difficile ritenere che questo dato possa avere il significato di un indizio di “erogazioni pubbliche in favore di clan della malavita locale”, ma, al di là di ogni tua personale convinzione, resta fermo ed incrollabile il rispetto istituzionale per il ruolo della magistratura, specie in una regione in cui i rischi di infiltrazioni e di condizionamento della mafia sono altissimi. In quel momento, però, ti scorrono come in un film le immagini di questi due anni e, soprattutto, ti domandi se e cosa hai fatto per governare adeguatamente un momento del tutto eccezionale ed inatteso: dunque, non solo cosa hai fatto per l’attuazione del programma, ma anche per operare forme di contrasto verso la criminalità organizzata ed, ovviamente, ti chiedi se ed in che termini ci sei riuscito. Ed il film di questa consiliatura ti trasferisce l’immagine di quel che era il tuo programma e di cosa ti sei trovato a gestire, ma soprattutto ti domandi se ed in che misura quel che hai fatto ha trovato l’appoggio della tua maggioranza».
Infine c’è il senso di solitudine che talvolta “prende” i sindaci quando arrivano in comune portatori di un sogno che alla fine non si realizza, così che al mestiere difficile di amministratore si aggiunge l’amarezza e la disillusione.
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Operazione antidroga dei carabinieri. Per Cosenza hanno operato gli uomini del Comando Compagnia di Rende insieme a quelli delle Compagnie di Cosenza, Paola e S.Marco Argentano oltre il Nucleo cinofili Vibo Valentia,. Per Palermo gli uomini di Piazza Verdi San Lorenzo, per Roma di Piazza Dante, hanno proceduto all’esecuzione di misure cautelari e perquisizioni
Otto le misure cautelari eseguite e disposte dal GIP del Tribunale di Cosenza.
Ecco gli arrestati:
-Intrieri Antonio, nato Montalto Uffugo (CS) cl. 63, residente in Marano Marchesato (CS), pluripregiudicato, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno;
-Gagliardi Fausto, nato Cosenza cl. 62, residente a Dipignano (CS), pregiudicato, già avvisato orale;
-Pasqua Davide, nato a Hohenlimburg (Germania) cl. 73, residente a Cosenza;
-Marotta Francesco, nato a Cosenza cl. 83, ivi residente, censurato;
-Santoro Simone, nato a Cosenza cl. 81, residente in Carolei (CS), pregiudicato, Avvisato Orale (eseguita in Roma);
-Scarpelli Antonio, nato a Cosenza cl. 67, ivi residente, con precedenti;
Ai domiciliari:
-Mignolo Mario, nato a Cosenza cl. 90, ivi residente, censurato, (arresti domiciliari);
-Arena Francesco, nato a Cosenza cl. 90, residente a Marano Marchesato (CS), censurato, (arresti domiciliari – arrestato in flagranza in Roma);
Con obbligo di firma:
-Greco Alberto, nato a Cosenza cl. 73, residente a Rende (CS), (obbligo di firma).
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Depositate le liste dell’M5S in Calabria. Ci sono Imprenditori, operai, professionisti, disoccupati, impiegati nelle liste calabresi per Camera e Senato del movimento di Grillo.
Nessun amanteano e da qui una malcelata delusione per non esservi organizzati in tempi utili, visto il buon risultato che si ipotizza nella città alle prossime consultazioni. Intanto prosegue il tour di Beppe Grillo, denominato "Tsunami Tour" impegnato oggi ad Avellino e Salerno.
Tutto questo, mentre ad Amantea gli attivisti del Movimento 5 stelle, si preparano al primo incontro aperto previsto per sabato 26 gennaio, ore 17:00 presso il parco della Grotta.
Ecco le liste:
Alla Camera sono candidati:
Dalila Nesci di Tropea,
Sebastiano Barbanti Cosenza,
Federica Dieni Campo Calabro,
Paolo Parentela Catanzaro,
Ivan Pastore Cosenza,
Melania Di Bella Tropea,
Isabella Cimino San Giovanni in Fiore,
Salvatore Salvaguardia Reggio Calabria,
Dario Elia Cosenza ,
Roberto Gatto Mendicino,
Massimo Belsito Acri,
Laura Ferrara Cosenza,
Antonio Vivacqua Rende,
Luigi Palermo Rende,
Giovanni Caccavo Crotone,
Domenico Scarpino Savelli,
Enzo Orlando Rossano,
Bachisio Canu Rende,
Massimo Cugnetto Lamezia Terme,
Gianpaolo Garofalo Cosenza,
Francesco Molinari Montalto Uffugo,
Nicola Morra Cosenza,
Vincenzo Frustaci Crotone,
Giuseppe Auddino Polistena,
Giorgio Raso Corigliano Calabro,
Raffaella Greco Montalto Uffugo,
Maria Pia De Rango Castrolibero,
Peppino Accoti Villapiana,
Massimiliano Aloe Rende,
Giovanni Luca Monaco Paola.
Al senato,invece, sono candidati
Francesco Molinari Montalto Uffugo,
Nicola Morra Cosenza,
Vincenzo Frustaci Crotone,
Giuseppe Auddino Polistena,
Giorgio Raso Corigliano Calabro,
Raffaella Greco Montalto Uffugo,
Maria Pia De Rango Castrolibero,
Peppino Accoti Villapiana,
Massimiliano Aloe Rende,
Giovanni Luca Monaco Paola
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Chi fra qualche anno leggerà la storia dei rifiuti in Calabria stenterà a capire, per quanti sforzi faccia e financo se fosse dotato di un QI altissimo. Eh, si, perché i comportamenti avuti appaiono talmente illogici da sembra folli.
Al momento, e fintanto non si muova decisamente verso la raccolta porta a porta, esiste una unica possibilità per non riempire il mondo di spazzatura ed è quella di bruciare i rifiuti, o meglio come si usa dire e scrivere di “termovalorizzarli”.
Ed essendo la provincia di Cosenza quasi una regione ed avendo una altissima produzione di rifiuti il piano regione dei rifiuti ipotizzò due termovalorizzatori; uno in provincia di Reggio Calabria ( a Gioia Tauro dove opera da tempo) ed uno in provincia di Cosenza. Questo venne ipotizzato nell’area di Bisignano. Parliamo di circa 15 anni fa, quando
Quindici anni fa, dicevamo, “una delegazione degli amministratori di Bisignano, si recò a Brescia per visitare il Termovalorizzatore che faceva parlare tutti per la sua particolare tecnologia e per i sistemi avanzati di sicurezza ecologica di cui era dotato. Tornarono convinti della bontà del sistema e dichiararono a voce alta di volere che l’impianto fosse realizzato sul loro territorio.
Poi le cose cambiarono, il giuoco finì nelle mani degli ecologisti di mestiere, dei demagoghi della politica e del termovalorizzatore non si parlò più. Frattanto le imprese che avevano avuto l’appalto per la costruzione cominciarono la lotta per ottenere il risarcimento dei danni subiti per non aver potuto realizzare l’iniziativa della quale non avevano mai avuto la definitiva indicazione del sito di destinazione e nel 2007 lo Stato fu condannato a pagare a queste imprese ben 30 milioni di euro!”.
Nel frattempo la raccolta porta a porta non ha fatto certamente passi da gigante! Nel frattempo i rifiuti sono stati seppelliti sotto terra ed hanno, in molti casi, creato grossi problemi ambientali e di inquinamento.15 anni persi. Oggi la situazione ,se possibile,è ancora più grave di quando la Calabria venne commissariata, le poche discariche sono ormai colme e quasi tutti i comuni sono pieni di spazzatura.
Ed allora oggi ritorna in mente il termovalorizzatore in provincia di Cosenza. Già, ma dove?
Sul Tirreno non se ne parla , salvo che nella zona est della piana di Scalea che però risulta marginale rispetto al territorio.
Sullo Ionio dicono di aver già pagato il prezzo ambientale della centrale di Rossano.
Peraltro il maggior numero di abitanti è allocato nei pressi di Rende, facilmente raggiungibile grazie alla A3, ed alle strade verso la Sila e verso il Tirreno.
Se ne è parlato nei giorni scorsi tra Clini e Scopelliti.
Comunque l'assessore regionale Francesco Pugliano già in consiglio regionale aveva detto che l'impianto di Cosenza nord si farà , sorgerà a Rende e sarà finanziato attraverso la rimodulazione dei fondi Por.
Il problema è che il sindaco Cavalcanti nega di saperne niente ed aggiunge che chiederà a breve un incontro a Pugliano per capire la fonte della notizia.
Ma se Cavalcanti temporeggia ci sono altri sindaci ( nemmeno sospettate chi )pronti ad ospitare il termovalorizzatore . Uno di questi è Luciano Marranghello ,primo cittadino di San Lorenzo del Vallo,il quale ricorda che dal 2007 è disponibile ad ospitare il termovalorizzatore nel suo comune, magari al margine del territorio e lontano dal centro abitato
Ora prossimi alle elezioni aspettiamo gli stessi volti e le stesse sigle che hanno bloccato per 15 anni la nascita del termovalorizzatore a Cosenza ma nulla fecero per quello di Gioia Tauro, quasi che i diritti dei calabresi siano diversi.
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