I due PM, Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, titolari della indagine sulla nomina di Alessandra Sarlo a direttore generale del dipartimento Controlli, hanno chiesto al GIP del Tribunale di Catanzaro il rinvio a giudizio per i tre indagati Giouseppe Scopelliti, Antonella Stasi e Domenico Tallini.
Non solo ma i pubblici ministeri hanno, anche, avanzato istanza per un incidente probatorio al quale sottoporre il presidente Scopelliti e l'assessore Tallini.
La storia è nota. Parliamo della nomina a direttore generale esterno del dipartimento Controlli di Alessandra Sarlo ex commissario dell'Asp di Vibo Valentia e moglie del magistrato Vincenzo Giglio, il giudice indagato dalla Dda milanese per aver fornito notizie riservate al consigliere regionale Franco Morelli.
La prima parte dell'indagine era finita scon un avviso di garanzia all'assessore Tallini e alla dirigente del dipartimento Personale, Rosalia Marasco.
Secondo l’accusa l'assessore e la dirigente avrebbero attestato falsamente che la Sarlo da curriculum «possedeva l'esperienza sufficiente in proporzione alla complessità dell'incarico».
Poi l'assessore sostenne che quella nomina era stata decisa «collegialmente».
E così sul registro degli indagati finì la intera giunta regionale.
Nel prosieguo della indagine la Procura nei giorni scorsi ha avanzato richiesta di archiviazione per gli altri indagati.
Secondo i magistrati Scopelliti, «amico personale della famiglia Sarlo», la Stasi «concorrente morale» del governatore e l'assessore Tallini «al fine di attribuire alla dottoressa Alessandra Sarlo la dirigenza generale del dipartimento Controlli della Regione Calabria, con delibera 381 dell'11 agosto 2011, alla luce dei curricula depositati, attestavano apoditticamente e, dunque, falsamente che nessuno dei candidati, dirigenti interni alla Regione, possedesse una “esperienza sufficiente in proporzione alla complessità” dell'incarico».
In questo modo la giunta fu tratta in errore.
Sempre secondo i PM la Sarlo, aveva un curriculum « sicuramente non superiore in riferimento alla specificità dell'incarico rispetto ai dirigenti interni alla Regione dichiarati non idonei». Ed infatti tra le parti offese i due dirigenti esclusi Luigi Bulotta e Giovanna Melania Grasso.
Non solo ma i tre indagati sarebbero responsabili anche della violazione ed elusione dell'articolo 19 comma 1 bis del decreto legislativo 165 del 2001 che recita: «L'amministrazione rende conoscibili, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le disponibilità dei dirigenti interessati e le valuta».