In manette un insegnante accusato di aver adescato ragazze 14enni. Le adescava e poi ne abusava sessualmente.
Nel suo pc sono state trovate foto di altre minorenni. L'approccio avveniva in chat o tramite Facebook.
L’insegnante è stato tratto in arresto dagli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
A denunciare il tutto è stata la madre di una delle vittime che aveva scoperto le conversazioni intime tra la figlia e l’ex insegnante.
Nel comunicato si legge di uno scenario più ampio e di maggiore gravità rispetto a quanto ipotizzato nella fase iniziale.
Le attività tecniche condotte dagli investigatori, il sequestro di apparecchi cellulari e di altri supporti informatici, sia nei confronti dell’indagato che delle vittime e la loro successiva analisi, hanno infatti consentito di recuperare numerosi file cancellati, contenenti fotografie ritraenti alcune minori in abiti succinti, sia da sole che in compagnia del professore, nonché innumerevoli conversazioni (chattate) di natura estremamente confidenziale.
Le audizioni protette delle minori coinvolte hanno poi consentito di accertare che il modus operandi del Prof corrispondeva a quella condotta tipica, definita tecnicamente grooming: il professore, attraverso dialoghi in chat, e/o via sms o tramite social network, avrebbe costruito un legame di fiducia con le minori, esercitando su di loro una dipendenza psicologica in virtù della stima e della considerazione che le giovani vittime nutrivano nei suoi confronti, inducendole in tal modo ad accettare più facilmente gli incontri di persona ed a considerare come normali alcuni atti, di natura sessuale, tra adulti e minori.
L’estrema confidenza che i giovani hanno con il Web li conduce talvolta a valicare i confini della prudenza.
Chi ha interesse ad avere contatti con i minori con la volontà di indurli a compiere atti intimi sa che il web può essere un terreno utile per “avvicinarsi” ai giovani, perché sono tutti sempre connessi, liberi e con la convinzione di essere al sicuro.
I genitori spesso fanno fatica a capire tutto quello che i loro figli vivono”.
Gli abusi sarebbero avvenuti, nella gran parte dei casi, nell'abitazione dell'insegnante