Per avere un quadro del disastro della sanità in Calabria il primo dato da tenere in conto è la evasione sanitaria, cioè il ricorso da parte dei calabresi alla sanità di altre regioni; quella sanità che per fortuna funziona ed alla quale spesso si ricorre, quando si hanno i soldi.
Già, ma perché la sanità di molte altre regioni funziona ( Lombardia, Emilia Romagna,Veneto, in primis), e la nostra molto meno? C’è qualcuno che ne porta la responsabilità? Chi? E perché non viene licenziato?
Un secondo dato è quello dei tempi per avere una visita od un esame specialistico.
Questi sono i tempi a Vibo Valentia.
Una Ecografia addominale o toracica occorre attendere ben 273 giorni.
Una mammografia 266 giorni, praticamente 9 mesi, il che impedisce, in caso di tumore, di correre immediatamente ai ripari.
Una ecografia transrettale (212 giorni)
Una visita ortopedica dovrete attendere 205 giorni
Una risonanza magnetica 156.
Una visita allergologica da 4 giorni a ben 264, a seconda dello specialista prescelto ????.
Una ecografia da 90 a 200 giorni.
Una visita angiologica da 5 a 131 giorni.
Una visita oculistica da 70 a 190 giorni.
Una visita ortopedica non prima di 120 giorni esatti.
All’ospedale di Tropea il dato più eclatante: se per una Tac non c’è praticamente da attendere ma per un esame urodinamico c’è da aspettare ben 448 giorni.
Per una visita dermatologica con 225 giorni.
E’ ovvio che poi possa succedere( è successo) che il paziente nel giorno fissato per la prenotazione non si presentò perché nell’attesa era …deceduto.
Parliamo ovviamente dei poliambulatori perchè all’ospedale si va da visite immediate (settore nefrologico, pediatrico o neurologico) ad attese di pochi giorni (è il caso di molti esami radiologici, delle visite cardiologiche, otorino, ginecologiche).
Ma il direttore sanitario aziendale Michelangelo Miceli chiarisce: «Va sottolineato che per molte specialità le attese sono contenute in tempi “fisiologici”, un risultato dovuto all’impegno profuso dall’azienda in tale direzione.
Persistono, è vero, liste molto lunghe ma in molti casi, al di là delle carenze d’organico che pure incidono abbastanza in alcune specialità, esse sono conseguenza delle richieste, contraddittorie, degli utenti o del loro comportamento non corretto».
Ecco. La colpa è dei pazienti che non sanno attendere e che vanno ( a proprie spese) a curarsi fuori regione o come sempre dal medico privato e poi non comunicano di essersi curati già( magari solo per non aggravarsi o non morire).
E’ accaduto a Pizzoni, nel Vibonese, dove una fuga di gas, secondo le indagini condotte dai carabinieri, si sarebbe determinata dal tubo di collegamento della bombola di gas anestetizzante usata dall’odontotecnico.
L’uomo, Santo Romano, 49 anni, è rimasto ustionato in modo grave.
L’esplosione si è verificata nel suo studio e l’odontotecnico, dopo un primo ricovero nell’ospedale di Vibo Valentia, è stato trasferito in elisoccorso al “Cardarelli” di Napoli.
Dai primi accertamenti la presenza di una fessura sul tubo che collega la bombola con le attrezzature mediche presenti all’interno del locale avrebbe consentito al gas di fuoriuscire, creando quasi una saturazione dell’ambiente che, all’accensione del dispositivo, ha provocato la violenta esplosione.
L’odontotecnico è stato investito in pieno dallo scoppio, riportando ferite soprattutto al volto, mentre ai piani superiori, dove abitano i familiari di Romano, lo spostamento d’aria ha danneggiato vetri, finestre e suppellettili creando crepe nei muri.
Situazione a causa della quale i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile la palazzina.
Si è svolta ieri 7 agosto la giornata sulla sicurezza in mare organizzata dalla Guardia Costiera di Vibo in tutto il Compartimento Marittimo. La giornata, dedicata alla sicurezza dei bagnanti e diportisti, rientra nelle attività predisposte dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto nell’ambito della più vasta operazione “Mare Sicuro 2015”, che vede impiegati ogni giorno nel Compartimento marittimo di Vibo ben 70 militari, quindici mezzi navali e 12 pattuglie terrestri, lungo i trentasei Comuni costieri (da Maratea a Nicotera). In particolare si sono svolte esercitazioni in mare di recupero naufraghi con l’impiego delle unità cinofile della Scuola italiana cani da salvataggio, appositamente imbarcati sulle motovedette della Guardia Costiera, sono state rilasciate interviste alle televisioni, nelle quali sono stati resi consigli utili ai fruitori del mare, nonché organizzato anche uno stand informativo per i bagnanti.
Le varie pattuglie terrestri e le unità navali impiegate sul litorale hanno implementato i controlli alle unità da diporto, al fine di rilasciare il bollino blu 2015, a quelle in regola con le dotazioni di sicurezza. La collaborazione con la Sics, nasce da un protocollo d’intesa stipulato nel mese di marzo 2015 tra il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e il Presidente della Scuola Italiana Cani da Salvataggio – il Tirreno, che hanno reso possibile gli imbarchi delle Unità Cinofile sulle Motovedette della Guardia Costiera, grazie ad ulteriori convenzioni stipulate dai Comandi Periferici. Infatti, il Capo del Compartimento di Vibo Valentia Marina, C.F. (CP) Antonio Lo Giudice, in virtù della collaborazione già avviata negli anni precedenti, ha sottoscritto una convenzione con la Sics, al fine di poter cooperare sia in attività addestrativa, che in attività operativa finalizzata al soccorso lungo il vasto Compartimento Marittimo di Vibo. In particolare, per mezzo di un apposito calendario, le unità cinofile della Sics operanti in Calabria, potranno imbarcare sulle Motovedette ed eseguire pattugliamenti piedi montate, lungo i litorali costieri maggiormente affollati.
Inoltre, si legge nella nota stampa, nel week end ferragostano verranno implementate le attività operative sia via mare che via terra al fine di raggiungere il massimo sforzo operativo nel periodo più caldo dell’estate al fine di rendere più tranquille le vacanze di bagnanti e diportisti.
L’Ufficio relazioni esterne della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, evidenzia, infine, nella stessa nota stampa, di contattare per eventuali emergenze in mare il numero blu gratuito 1530, al quale risponde la Sala Operativa della Guardia Costiera competente nella gestione delle emergenze in quell’area.