
Ancora un'aggressione al personale di Polizia penitenziaria.
Questa volta si è verificata nel carcere di Vibo Valentia.
A renderlo noto sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale.
Un detenuto di origine marocchina, già trasferito da altri istituti per i suoi comportamenti violenti - si precisa in una nota - ha aggredito tre agenti di Polizia penitenziaria.
Infatti, sembra che si tratti dello stesso detenuto, a rischio radicalizzazione islamica che nello scorso mese di giugno ha aggredito il comandante della polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia.
Questa volta, a farne le spese, si legge sempre nella nota del Sappe, sarebbero stati i tre agenti, i quali hanno riportato contusioni giudicate guaribili in due e tre giorni.
«Non è accettabile che la Polizia penitenziaria continui a subire aggressioni, senza che l'amministrazione metta in atto iniziative concrete, dimostrando un'inversione di tendenza rispetto al passato - denuncia il sindacato di Polizia penitenziaria - se ci fossero le condizioni sarebbe opportuno che il detenuto, ormai plurirecidivo, venisse espulso e mandato a scontare la pena nel suo paese».
Per la Suprema Corte, le condotte dell’ex presidente della sezione civile del Tribunale di Vibo Valentia sono di estrema gravità
E' stata confermata dalla Cassazione la rimozione dalla magistratura di Patrizia Pasquin, ex presidente del Tribunale civile di Vibo Valentia condannata in via definitiva per corruzione in atti giudiziari a due anni e otto mesi di reclusione.
La Suprema Corte hanno infatti respinto - con il verdetto 22427 depositato oggi - il ricorso della Pasquin contro l'espulsione dall'ordinamento giudiziario deciso nei suoi confronti dal Consiglio superiore della magistratura con decisione depositata il 28 luglio 2017.
Ad avviso della Cassazione, non merita obiezioni la pronuncia disciplinare del Csm che "ha rilevato l'estrema gravità dei fatti, evidenziando che il reato di corruzione in atti giudiziari commesso da un magistrato costituisce una condotta che attinge al massimo livello di intollerabilità da parte dell'ordinamento, qualunque e di qualunque entità ne sia l'utile che se ne trae, ed è fonte di discredito per la magistratura".
Nel caso della Pasquin, secondo i giudici, il verdetto del Csm non ha riscontrato "alcun elemento idoneo a fornire una qualche parvenza di giustificabilità nel comportamento dell'incolpata, tale da indurre ad una riflessione sull’eventualità di una graduazione della sanzione".
Patrizia Pasquin, tra l'altro, "con atti contrari ai doveri di ufficio" - ricorda la Cassazione - aveva favorito una persona a lei legata da "stretti rapporti personali" in un procedimento, la cosiddetta vicenda 'Ventura', nel quale avrebbe dovuto astenersi dalla trattazione di una procedura fallimentare che riguardava il suo conoscente, "ricevendo in compenso continuative forniture di derrate" alimentari.
Patrizia Pasquin (in foto), 64 anni, residente a Tropea, è stata presidente della sezione civile del Tribunale di Vibo Valentia e prima ancora pm alla Procura di Vibo.
Sorpresi dai carabinieri della Stazione di Spilinga su un fondo privato, un 24enne e un 18enne sono stati condotti ai domiciliari.
La giustificazione: "Ci serve per scaldarci"
Sono stati sorpresi dai carabinieri della Stazione di Spilinga intenti a tagliare diverse querce appena fuori Ricadi, utilizzando una motosega il cui rumore ha attirato l’attenzione dei vicini.
Il tutto lungo la trafficata strada provinciale n. 22I.
I militari hanno così colto in flagranza un 24enne del posto, Stefano Paluci, e un 18enne senegalese ospite del Cas di Nicotera, Danko Salif.
I due sono stati tratti in arresto e condotti nelle rispettive dimore agli arresti domiciliari come disposto dall’autorità giudiziaria.
Alla richiesta di giustificazioni il 24enne ha asserito candidamente ai militari di aver bisogno di legna per scaldarsi d’inverno.