Sorpresi dai carabinieri della Stazione di Spilinga su un fondo privato, un 24enne e un 18enne sono stati condotti ai domiciliari.
La giustificazione: "Ci serve per scaldarci"
Sono stati sorpresi dai carabinieri della Stazione di Spilinga intenti a tagliare diverse querce appena fuori Ricadi, utilizzando una motosega il cui rumore ha attirato l’attenzione dei vicini.
Il tutto lungo la trafficata strada provinciale n. 22I.
I militari hanno così colto in flagranza un 24enne del posto, Stefano Paluci, e un 18enne senegalese ospite del Cas di Nicotera, Danko Salif.
I due sono stati tratti in arresto e condotti nelle rispettive dimore agli arresti domiciliari come disposto dall’autorità giudiziaria.
Alla richiesta di giustificazioni il 24enne ha asserito candidamente ai militari di aver bisogno di legna per scaldarsi d’inverno.
Detenzione di droga ai fini di spaccio.
Questa l’accusa per la quale i carabinieri (Radiomobile della Compagnia di Serra e militari dell'Arma della Stazione di Vazzano) hanno arrestato in autostrada Salvatore Emmanuele, 24 anni, di Gerocarne, già noto alle forze dell’ordine, e Rosa Inzillo, 33 anni.
Nell’auto con a bordo i due giovani i militari dell’Arma, al termine di una perquisizione, hanno rinvenuto della sostanza stupefacente e da qui l’arresto.
Più in particolare, 80 grammi di marijuana e quattro panetti di hashish per complessivi 750 grammi.
I due arrestati sono stati posti ai domiciliari in attesa della convalida in Tribunale a Vibo e della direttissima. Sono difesi dall'avvocato Pamela Tassone.
Ad insospettire i carabinieri è stata una manovra repentina dell'auto guidata da Salvatore Emmanuele nei pressi dello svincolo autostradale delle Serre.
Sono stati quindi inseguiti e bloccati in autostrada dalla Radiomobile a cui si sono poi aggiunti i carabinieri della Stazione di Vazzano.
Nei confronti di Salvatore Emmanuele pende una richiesta di rinvio a giudizio (inchiesta “Black Widows”) avanzata dal pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci (che ha applicato a tale inchiesta pure il pm della Procura di Vibo, Filomena Aliberti) con l’accusa di aver concorso ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di un’autovettura Fiat Punto (in ragione dell’assenza del numero di telaio), rinvenuta e sequestrata in data 23 gennaio 2018.
Il tutto con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di mettere a segno il progetto omicidiario in danno di Giovanni Nesci.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina
“Continua incessante l’attività di contrasto alla pesca illegale portata avanti dagli uomini e dalle donne della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina.
Nel corso della giornata odierna, nell'ambito di una serie di controlli sulla filiera della pesca, con particolare riferimento alla pesca ed alla vendita illegale dei prodotti ittici, i mezzi navali della Guardia Costiera di Vibo Valentia hanno sequestrato un attrezzo da pesca professionale utilizzato in maniera illegittima da pescatori senza regolare licenza.
L’attrezzo sequestrato, un palangaro di circa 4 km, senza alcuna targhetta identificativa è stato salpato direttamente dal personale della Guardia Costiera ed il pescato è stato donato in beneficenza ad una locale parrocchia per opere di carità
Continueranno nei prossimi giorni le attività di controllo da parte della Guardia Costiera, sia via terra che via mare, finalizzate al contrasto della pesca illegale e dell’immissione del frutto di tale pesca sul mercato.