Il 25 giugno con la convalida degli eletti,con il giuramento del Sindaco e la nomina della giunta e del Presidente del Consiglio,è iniziata ufficialmente la Consiliatura 2016-2021 del Comune di Cleto. Facendo in primis,a tutti noi Cletesi,l’augurio che la Consiliatura duri per tutti i prossimi 5 anni e sia proficua per il nostro paese, ritengo che sia utile fare alcune riflessioni.
Alle ultime elezioni comunali Cleto si è diviso praticamente in due, 46,33% dei votanti per la lista “A Testa Alta”, 51,58% per la lista “insieme per Cleto”, il 2,08% di elettori hanno votato scheda nulla o bianca e 48 elettori (rispetto ai dati delle amministrative 2009 e 2011) non si sono recati a votare.
La cosa un po' particolare è che queste due liste civiche sono,nei capilista e non solo, espressione di un unico partito,il PD, o se si vuole del partito della nazione. Il PD a Cleto ha vinto le elezioni ed è maggioranza,il PD a Cleto ha perso le elezioni ed è minoranza. E ancora, tutte le personalità istituzionali invitate e intervenute nella seduta del primo Consiglio erano del PD-partito della nazione.
La prima domanda che viene spontanea è: come è possibile che a Cleto si è verificato quello che nella norma non avviene e soprattutto è bene che non avvenga in una sana democrazia?
La seconda ancora più stringente è : ma se sono tutti,maggioranza e opposizione, dello stesso partito perché sono divisi?
Per comprendere quello che è successo a Cleto non bisogna fare riferimento ai partiti ma alle famiglie e al loro allearsi o contrapporsi nel corso degli anni e delle competizioni elettorali.
E che questa sia la direzione giusta per comprendere la “politica” amministrativa di Cleto è sufficiente dare uno sguardo agli ultimi 30 anni (1985-2015) con obiettività storica e non propagandistica.
Prendendo in considerazione i Sindaci e le Giunte di questi ultimi 30 anni (dati oggettivi!),che oggettivamente hanno caratterizzano la politica amministrativa, si può costatare che per 26 anni è stata costante e significativa la presenza di rappresentanti di pochissime famiglie (come si suol dire si contano sulle dita di una sola mano!), le stesse che oggi siedono nella maggioranza e nell’opposizione. I rimanenti 4 anni a Cleto c’è stato il Commissario, sempre in conseguenza di scontri che vede come protagonisti i rappresentanti delle stesse poche famiglie.
E ancora più significante,per questa analisi storico-politica,è il fatto che se si guarda oggi il Consiglio Comunale,maggioranza e opposizione,ci ritroviamo,ancora in primissimo piano, i rappresentanti delle stesse poche famiglie che negli anni ottanta e novanta erano il corpo storico della DC, confluito massicciamente nel PD.
Quindi a Cleto nelle elezioni amministrative del 2016 qualunque fosse stato il risultato uscito dalle urne “tutto sarebbe cambiato ma tutto si sarebbe ripetuto” o per dirla con Tomasi di Lampedusa “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
La cosa diventa ancora più strana se si sottolinea che Cleto non è questo monolite politico! Le ultime elezioni politiche (2013) a Cleto hanno fatto fotografare una divisione politica che niente ha a che vedere con quella di questa tornata amministrativa.
A Cleto c’è una ricchezza politica (politiche 2013) che è più o meno simile a quella che si fotografa oggi in Italia:destra,PD,M5S, sinistra.
Ma poi a livello amministrativo, cultura e appartenenza politica, soccombono difronte all’appartenenza familiare, oltre che alla clientela, e cosi da 30 anni “tutto cambia e tutto si ripete”!
Il dato che mi interessa mettere in evidenza e che nelle elezioni politiche del 2013, il M5S e l’universo dei partiti di sinistra hanno avuto insieme circa 200 voti.
Premetto che ritengo con forte convinzione culturale e politica che non è assolutamente né un peccato né tantomeno un reato essere del PD o di qualsiasi altro partito e che tutte le opinioni politiche e le persone che le manifestano siano da rispettare se sono dentro il rispetto delle regole della nostra Costituzione.
Ma sono convinto,altresì, che per rendere concreta e attuata la democrazia, anche a livello amministrativo di un piccolo comune, devono avere una loro importanza i riferimenti politici,culturali e le grandi idee (riequilibrio tra salari e profitti,diminuzioni delle diseguaglianze,redistribuzione della ricchezza,assistenza sociale,reddito garantito,pensioni min e max,rispetto delle regole democratiche,ambiente,clientelismi ecc.).
Ed è per questo che sono convinto che anche un piccolo paese come Cleto sarebbe amministrato in modalità differenti e con risultati differenti da persone (giovani o meno giovani che siano!) che abbiano differenti visioni del mondo e dei rapporti sociali, che discendono dall’avere posizioni differenti rispetto ai grandi temi sopra richiamati.
E per rendere ancora più chiaro e comprensibile quello che voglio dire faccio riferimento a Roma e Torino che sono state al centro dell’attenzione nazionale. Penso che nessuna persona culturalmente onesta possa dire,senza voler dare qui giudizi di merito, che sarebbe stato indifferente, per l’Amministrazione di Roma e Torino, se invece della Raggi e dell’Appendino, avessero vinto le elezioni Giachetti e Fassino.
Per questo ritengo che, per una attuazione concreta della democrazia a Cleto, in primis i circa 200 elettori, che, alle ultime politiche, a Cleto, hanno votato M5S e sinistra, abbiamo (io sono tra questi circa 200!) il dovere culturale oltre che civico e politico, nei prossimi 5 anni, di organizzarci, far sentire la nostra voce e avere l’ambizione di essere presenti in qualche forma nel prossimo Consiglio Comunale.
Se così non sarà tutto cambierà ma tutto si ripeterà!
Giuseppe Furano