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Furbetti del cartellino. Sospesi altri 7 impiegati di Francesco Gagliardi

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Bova Marina è un Comune di circa 4.179 abitanti, paesino della zona jonica di Reggio Calabria. Ora è al centro della cronaca.

I dipendenti comunali sono in numero di 25, 22 dei quali sono stati indagati dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura per assenteismo.

Il 28 maggio scorso per 5 di essi furono presi i provvedimenti cautelari.

Oggi altri 7 impiegati sono stati sospesi dal servizio sempre per i soliti motivi: assenteismo.

Ma è possibile che ancora oggi si ripetano fatti così eclatanti che non solo fanno arrabbiare la popolazione ma anche i tanti giovani in cerca di lavoro?

Non si accorgono che mettono in cattiva luce le amministrazioni in cui prestano servizio?

E così facendo i loro Comuni vanno a finire in prima pagina e i commenti si sprecano.

Hanno dunque in parte ragione quando qualcuno ci accusa che noi calabresi siamo imbroglioni e scansa fatica.

E ogni santo giorno leggendo i giornali regionali e nazionali apprendiamo che molti impiegati abbandonano il proprio posto di lavoro e si recano per ore e ore a casa, al bar, dal meccanico, nei supermercati e alcuni addirittura svolgono altre attività molto remunerative.

E’, purtroppo, una cronica, diffusa e generalizzata abitudine che nessuno ancora è riuscito a sconfiggere e debellare.

E’ un cattivo sistema di malaffare, così scrivono i Carabinieri e la Guardia di Finanza,quando scoprono questi impiegati e funzionari infedeli che invece di svolgere funzioni pubbliche si allontanano per motivi personali dagli uffici evitando di timbrare i cartellini in modo da non far risultare i periodi di assenza dal lavoro.

Ma in un Comune piccolo o di media grandezza tutti si conoscono e tutti sanno quello che gli impiegati fanno o non fanno.

E’ difficile sfuggire alle indagini. E così anche a Bova Marina un numero record di impiegati è finito sotto inchiesta.

E 12 di essi, per ora, sono stati accusati dalla magistratura di truffa aggravata e continuata ai danni dell’Ente pubblico, di false attestazioni o certificazioni.

E’ scattata anche l’interdizione dai pubblici uffici in via cautelare.

Addirittura 2 impiegati del Comune dovranno rispondere pure di peculato in quanto usavano le auto del Comune per scopi privati.

Ma se davvero vogliamo combattere l’assenteismo non basta l’interdizione, dopo un mese, due mesi gli impiegati infedeli li troviamo ancora una volta agli stessi posti.

Ci vuole il licenziamento.

Punto. Devono perdere il posto di lavoro.

Forse così chi rimane negli uffici capirà che senza un valido motivo non si può allontanare dall’Ente in cui presta servizio e assentarsi in modo ingiustificato al solo fine di sbrigare faccende personali.

Si sono così giustificati. Così fan tutti e così abbiamo sempre fatto.

Ma se tutti facessero davvero così sarebbe meglio chiudere gli uffici comunali e mandare definitivamente a casa tutti gli impiegati.

Potrebbero, a fine mese, riscuotere lo stipendio tranquillamente alle Poste Italiane.

Redazione TirrenoNews

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