Oltre al danno la beffa
Carissimi amici lettori di Tirreno News oggi vi voglio raccontare una triste storia o meglio una tresca amorosa risalente al 2008 che non si è verificata nei nostri paesi bensì a Roma, i cui protagonisti sono un sacerdote di una parrocchia romana e un marito e moglie per giunta con due figli. E’ una storia vera e chi vuole saperne di più può benissimo consultare il giornale “Il centro”. Non faccio i nomi dei protagonisti per rispettare la loro privacy, ma vi dico però che la vicenda si è verificata in una parrocchia romana e precisamente nella chiesa di San Giustino. Il marito della donna un giorno si accorge che la moglie lo tradisce con un sacerdote dopo aver assunto e pagato lautamente un investigatore privato il quale gli ha fornito le prove del tradimento. E dire che la signora era tutto casa e chiesa. Ogni giorno immancabilmente ogni giorno si recava in chiesa e quando tornava a casa era tutta raggiante e appagata. Appagata da chi e da che cosa? Naturalmente dal sacerdote che frequentava assiduamente e che veniva evidentemente soddisfatta sessualmente, soddisfazioni che certamente non riceveva in casa dal marito.
Il marito si è rivolto alla magistratura denunciando la tresca amorosa e dopo lunghi 5 anni di attesa e di lunghe indagini finalmente la magistratura ha emesso la sentenza: il marito è stato risarcito con 15.000 euro non solo perché ha dovuto sopportare le corna ma anche perché era caduto in un grave stato depressivo. Chi dovrà pagare il 15000 euro? Tutti si aspettavano che il verdetto deciso dal Tribunale di Roma avrebbe condannato il sacerdote, invece ha condannato la moglie fedifraga. E finanche il Tribunale ecclesiastico della diocesi di appartenenza del sacerdote non ha preso nessuno provvedimento contro di lui. Gli sono stati perdonati tutti i peccati commessi e gli hanno ordinato, come del resto fanno i confessori coi peccatori, di non commetterli mai più.
Il marito tradito e i suoi avvocati non hanno gradito la sentenza e il comportamento della curia, tanto da chiedere al Vescovo formali spiegazioni, spiegazioni che purtroppo non sono ancora arrivate.
La storia come abbiamo visto risale al 2008, lo scandalo però è scoppiato nei giorni scorsi quando il sacerdote è stato trasferito nella Diocesi dell’Aquila. L’intrigo è ora di dominio pubblico perché il giornale locale “Il Centro” ha pubblicato la notizia. Fin qui la storia, però c’è un ulteriore dettaglio: il sacerdote ha chiesto al marito cornuto tramite i suoi avvocati e ottenuto un risarcimento danni di 3.200 euro più il pagamento delle spese processuali. Allora è vero il famoso e antico detto calabrese o napoletano: Curnutu e mazziatu!