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Si aspettava il completamento della giunta, ma è arrivata per prima la magistratura, assestando un colpo durissimo ad un governo regionale che finora si è distinto soltanto per inadempienza rispetto ai problemi della Calabria e per la sua continuità, su molti fronti, dall’ambiente alla sanità, con il precedente esecutivo guidato da Scopelliti.

Non è nostro compito entrare nei dettagli dell’inchiesta, rispetto alla quale confermiamo il nostro atteggiamento garantista, sapendo anche distinguere tra le varie posizioni, ma è innegabile che questa vicenda ponga un problema politico grande come una casa.

Intanto non si può tacere il fatto che l’esistenza di un’indagine in corso sui rimborsi del Consiglio regionale era nota a tutti, anche al presidente Oliverio che avrebbe dovuto tenerne conto nella scelta dei suoi assessori.

Oggi la sua sicumera viene pagata da tutti i calabresi, che sicuramente si aspettavano altro da questa nuova stagione di governo, che, ancor prima di decollare, è già miseramente fallita.

Di questo, Oliverio, farebbe bene a prenderne responsabilmente atto, valutando anche l’ipotesi delle dimissioni.

La vicenda, in ogni caso, conferma la necessità di un’alternativa ad ogni livello al Pd, partito che a Roma, per conto dei tecnocrati di Bruxelles e di lobby economico-finanziarie, “lavora” per smantellare ciò che resta del welfare e della scuola pubblica, per cancellare diritti e svuotare la democrazia, mentre in periferia si conferma sempre più come aggregato di potere, subalterno a logiche affaristiche e incapace di innescare veri processi di rinnovamento della politica.

I tempi per un nuovo soggetto politico a sinistra, alternativo al Pd ed alle destre, sono maturi. L’altra Europa è al servizio di questo obiettivo.

Anche in Calabria, superando divisioni e imboccando una strada di netta rottura con il quadro politico esistente, dobbiamo fare la nostra parte, per costruire un’alternativa di governo in cui al centro ci siano i bisogni delle persone, dei ceti popolari, la salvaguardia dell’ambiente e dei beni comuni, un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile.

I membri del Comitato nazionale de L’Altra Europa con Tsipras:

Francesco Campolongo

Luigi Pandolfi

Alessandra Basso

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L’odierna operazione, denominata “Erga omnes” e scaturita dall’inchiesta “Rimborsopoli”, che ha portato a tre provvedimenti di custodia domiciliare, a cinque divieti di dimora in Calabria (da non sottovalutare!!) e ad oltre due milioni e mezzo di euro sequestrati, il tutto a carico di uomini politici dei vari schieramenti, fa ascrivere alla Calabria una nuova pagina nera.

Le responsabilità sono tutte di quei partiti e di quegli uomini politici che si ostinano a delegare alla Magistratura la pulizia del loro mondo.

La responsabilità è di chi dà incarichi di governo della cosa pubblica a coloro che sanno già essere sottoposti ad inchieste giudiziarie nonché di chi dall’interno dei partiti di appartenenza continua a difendere gli “indifendibili”.

La responsabilità è anche di chi non lascia fuori dalla politica coloro che, avvalendosi del consenso elettorale, sperpera o si appropria del denaro dei cittadini.

Credo che il Governatore della Calabria, dopo essersi ostinato a nominare nella sua Giunta personaggi che risultavano già sottoposti ad indagini giudiziarie ed oggi ufficialmente coinvolti nelle stesse, abbia il dovere morale di agire di conseguenza in relazione alla gravità della situazione emersa e ritengo, altresì, che i responsabili degli altri partiti politici, i cui uomini risultano coinvolti nell’inchiesta odierna, debbano comprendere che i cittadini calabresi non possono e non debbano più essere defraudati ed offesi nella loro onestà e moralità.

Taurianova, 26 giugno 2015 Angela Napoli Presidente Associazione “Risveglio Ideale”

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Signor governatore della Calabria, Mario Oliverio,

ieri non ha risposto alle mie domande in commissione parlamentare Antimafia. È rimasto in silenzio sull'iter dell'ospedale nuovo della Piana di Gioia Tauro, limitandosi a dire, con vecchia e debole scusa, che si è trovato davanti ad atti già definiti. Le ricordo che i parlamentari calabresi del Movimento 5 stelle le hanno scritto più volte sui punti oscuri del caso, ma lei ha ignorato queste segnalazioni e per risposta ha perfino accelerato l'inizio del lavori.

Inoltre, Lei ha detto di non sapere che la moglie dell'allora direttore generale del dipartimento regionale per i lavori pubblici stava in Tecnis, cioè la società appaltatrice di quell'ospedale (oltre ad un secondo previsto nella Sibaritide), il quale, grazie al suo assenso diretto sorgerà con pesanti dubbi sulle procedure: titolarità originaria e acquisto dei terreni, rimozione del vincolo di destinazione d'uso scolastico e varie deroghe di protezione civile.

Governatore Oliverio, Lei ha poi taciuto sulla nomina illegittima di Santo Gioffrè a commissario dell'Asp di Reggio Calabria, deliberata proprio dalla sua giunta regionale. A tal proposito ha fatto scena muta su chi, tra i suoi pochi assessori, le ha proposto il nome di Gioffrè, e ha asserito di non sapere che lo stesso Gioffrè fu assessore della Provincia di Reggio Calabria che in tale veste votò la delibera di anomala intestazione dei terreni per l'ospedale della Piana di Gioia Tauro.

La presidente della commissione parlamentare Antimafia ha messo la sordina su queste vicende, con dichiarazioni che all'estero farebbero inorridire perfino i marmi. Circa la presenza nella giunta calabrese di Antonino De Gaetano, nonostante le informative sul suo conto, la presidente Bindi ha infatti affermato: «Il presidente Oliverio si è assunto la responsabilità politica della scelta, fermo restando che siamo in assenza di alcun riferimento concreto o documento formale». Eppure Paolo Borsellino lanciò un monito etico chiarissimo. «I consigli comunali, regionali e provinciali – raccomandò – avrebbero dovuto trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze sospette tra politici e mafiosi, considerando il politico tal dei tali inaffidabile nella gestione della cosa pubblica».

La morale è che la missione di ieri della commissione Antimafia è stata indirizzata volutamente verso l'oscuramento di alcune vicende che tra le altre riguardano direttamente il Partito Democratico, in particolare nella provincia di Reggio Calabria; a partire dall'approdo di De Gaetano, che prima militava nei Comunisti. Nella sinistra reggina, rammento, si annoverano l'accusa di partecipazione 'ndranghetistica del sindaco – di Melito Porto Salvo – Gesualdo Costantino (Pd), ancora sotto processo, e il caso dell'altro assessore Rocco Agrippo, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il dato storico è che Agrippo e Costantino erano nella stessa, citata giunta provinciale di Gioffrè.

Come ha potuto affermare, governatore Oliverio, che la presenza in giunta di De Gaetano «continua a essere agitata in maniera strumentale»?

Vede, il problema non è il riscontro penale, ma il controllo politico e morale degli uomini, dei loro movimenti, dei loro rapporti con l'elettorato; soprattutto nella regione in cui è nata la 'ndrangheta, che impedisce la democrazia effettiva e lo sviluppo economico e sociale.

Al suo posto, governatore Oliverio, io mi sentirei male, per i suoi «non so» e i mutismi rispetto alle mie domande. Una cosa è certa: da ieri lei non può più presentarsi come uomo del cambiamento.

Riccardo Nuti           deputato M5S, commissione parlamentare Antimafia

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