
Per favore che nessuno dica che noi calabresi non siamo profondamente onesti!
La prova nella denuncia ed autodenuncia pubblicata dai 1550 disperati precari della sanità calabrese nel rivolgersi al ministro D’Alia chiedendo che il Governo ritiri la impugnativa della legge regionale 12/2013.
Ecco la lettera aperta ed ecco il passaggio:
“Egregio Sig Ministro,
siamo un gruppo di precari di base della Calabria autorganizzatisi per difendere i propri diritti , da cinque anni calpestati in ogni modo e maniera.
Siamo i reduci della legge 296 del 2006 , che in Calabria è stata dapprima convertita con la legge regionale 1/2009( dichiarata incostituzionale ) e poi con la legge 12 del 2013 in vigore, ma impugnata dal Governo.
L’impugnativa dell’esecutivo è avvenuta perché la Calabria, Regione sottoposta a Piano di Rientro, non avrebbe adempiuto ad alcuni obblighi e, pertanto non può procedere allo sblocco del turnover.
L’errore marchiano, sig Ministro, è che questi precari sono in servizio (!) e non rappresentano alcun costo aggiuntivo per la Regione e, anzi, la loro stabilizzazione finirebbe nella spesa storica con una diminuzione della spesa corrente.
Dobbiamo ringraziare il sen Gentile e l’on Chiappetta, promotori della legge, il Presidente del Consiglio regionale, on Talarico, che l’ha portata in Consiglio e tutte le forze politiche da sinistra a destra che l’hanno votata o si sono astenuti.
L’impugnativa del Governo appare oggi ancora più debole se si considerano le parole del ministro Lorenzin, che prevede nel decreto sulle stabilizzazioni ,tale possibilità anche per le Regioni sottoposte a piano di rientro.
In questo caso cadrebbero veramente tutti i motivi per l’impugnativa.
On D’Alia, lei che è uno dei pochi uomini di Governo che manifesta uno spirito meridionalista, deve sapere che la legge regionale in questione non apre finestre nuove, ma si rivolge a quanti abbiamo maturato alcuni requisiti entro il 31 dicembre del 2008 e quindi le fasi concorsuali sarebbero servite a dare pace e serenità solo a quanti sono effettivamente in servizio e vengono pagati (!)regolarmente dalla Regione.
Non solo: se applicata , la legge consentirebbe di verificare realmente i requisiti di molte persone che, forse, non esistevano al momento della prima stabilizzazione, ripristinando regole e legalità.
1.550 famiglie calabresi vivono con angoscia il presente.
Per questo ci rivolgiamo a Lei , nella speranza che voglia accogliere l’appello pubblicato oggi dalla stampa dallo stesso sen Gentile, che ci auguriamo possa diventare patrimonio comune da parte di tutte le forze politiche.
Confidiamo in Lei e aspettiamo risposte .
Antonio Riga-Coordinatore Regionale Precari di Base Sanità”
Come non essere d’accordo di fronte alla disperazione? Che stabilizzazione sia, quando possibile!
L’unica cosa che comunque occorrerebbe fare sarebbe quella di portare in giudizio penale coloro che hanno assunto senza requisiti e coloro che hanno dichiarato il falso. Ma ancora più importante sarebbe portare dinanzi alla Corte dei Conti per danni erariali gli stessi che a tal punto di denunzia devono essere portati davanti al giudice penale. Ed infine ma soprattutto è importante sapere se le assunzioni sono state fatte in cambio di voti o di soldi. Basta con queste mortificazioni istituzionali.
Il consigliere regionale Domenico Talarico interroga il Presidente della Giunta On. Giuseppe Scopelliti e l' Assessore all'Ambiente On. Francesco Pugliano in ordine agli interventi di svuotamento a scopo manutentivo dei laghi Arvo e Ampollino nel Parco Nazionale della Sila.
Ecco il testo:
Al Presidente del Consiglio Regionale Della Calabria SEDE
OGGETTO: Interrogazione a risposta immediata (art.122/Regolamento del Consiglio) al Presidente della Giunta regionale, On. Giuseppe Scopelliti ed all’Assessore all’Ambiente, On.Francesco Pugliano, in ordine agli interventi di svuotamento a scopo manutentivo dei laghi Arvo e Ampollino nel Parco Nazionale della Sila.
Premesso:
Che la società elettrica A2A, multinazionale che ha acquisito la proprietà di una parte delle centrali idroelettriche della Sila, intende, per il prossimo mese di settembre, procedere allo svuotamento dei laghi Ampollino e Arvo nel Parco Nazionale della Sila per effettuare interventi di manutenzione alle opere di presa dei due bacini idroelettrici;
Che gli interventi di manutenzione prevedrebbero lo svaso e la pulizia del fondale dei due laghi al fine di migliorare l’efficienza degli impianti e aumentare la produzione di energia;
Che le modalità di intervento previste, come ha recentemente dichiarato Legambiente, presenterebbero non pochi elementi di criticità;
Che, da questo punto di vista, non costituirebbe elemento di rassicurazione il richiamo alla precedente manutenzione avvenuta vent’anni fa, se non altro perché allora il Parco nazionale non era stato ancora istituito;
Che gli interventi verrebbero effettuati in un contesto naturalistico integrato nella rete “Natura 2000 (Sic e Zps)”, che, come è noto, impone la tutela dell’Habitat naturale e delle specie faunistiche prioritarie di quei bacini, come la lontra, la cui presenza è stata dimostrata da uno studio finanziato dal Parco, o di altri anfibi ed altre specie faunistiche la cui è strettamente legata al regime idraulico del lago;
Che la fluttuazione del livello del lago avrebbe un fortissimo impatto sulla conservazione delle specie faunistiche e vegetali, presenti soprattutto sulle sponde dei laghi silani, che sono gli ambienti più delicati e ricchi di biodiversità;
Che, per gli effetti che potrebbero discenderne, tali interventi devono essere sottoposti ad accurata valutazione di incidenza ambientale e strategica;
Che il contesto ambientale e paesaggistico in cui i due invasi sono inseriti costituisce, peraltro, uno dei volani più significativi dell’economia turistica regionale;
Per sapere:
Se si è a conoscenza delle modalità e delle garanzie previste per lo svuotamento dei laghi di che trattasi e se non sia il caso di disporre, per quanto di competenza della Regione, una verifica preventiva sugli effetti che tale intervento potrebbe avere sul paesaggio e la conservazione della biodiversità nell’ambito dell’importante area protetta.
Reggio Calabria, 29.08.2013 Domenico Talarico
Che la Calabria sia una regione storicamente disastrata è ormai noto in tutta Europa e forse in tutto il mondo. Ma le cose più sorprendenti si leggono tra le righe dei giornali che riportano tutto ed il contrario di tutto.
Questa è l’ultima in ordine di tempo.
In Calabria opera “Calabria It”, una società in house della stessa regione controllata da Fincalabra.
Calabria It è figlia dell’antica Sviluppo Italia Calabria, società' regionale di Invitalia, un “carrozzone” politico nato per gestire le misure a sostegno del lavoro autonomo e nel quale operano figli e figliastri della politica calabrese.
Il problema ora è che il commissario liquidatore, nonché consigliere d'amministrazione di Fincalabra, Attilio Funaro, arrivato a “Calabria It” lo scorso 19 giugno, dopo la decisione dell'assemblea straordinaria che ha deciso per la liquidazione della società, operazione da portare a compimento entro la fine del 2013, ha dichiarato che è necessario «procedere alla risoluzione della totalità dei rapporti di lavoro dei dipendenti, in quanto divenuti strutturalmente in esubero rispetto alle capacità economico-finanziarie e alle esigenze gestionali»
E per sostenere tale assunto ha dichiarato che “Calabria It” presenta «fortissime perdite in termini economici»
Ma la cosa più sorprendente è che “Calabria It” ha «costi di gestione che giornalmente si aggirano intorno a 25mila euro».
In sostanza parliamo di 9.125.000 euro annui, cioè circa 69.656 euro per ognuno dei 131 dipendenti
I sindacati sono intervenuti a sostenere il “diritto” al lavoro di tutti, compresi i 131 licenziati. E la stampa ha evidenziato che dal 2001 al 2013 Calabria It ha contribuito ad avviare circa 11.000 attività imprenditoriali, corrispondenti ad almeno 15.000 nuovi posti di lavoro disponibili nella regione in imprese individuali o microimprese. Nessuno che sia capace di dire quante ne sono sopravvissute dopo 12 anni!
Si tratta di circa 916 imprese all’anno , parti a circa 76 imprese al mese, circa 2,5 al giorno.
Praticamente ogni istruttoria è costata circa 10 mila euro!
La soluzione per i 131 i 131 dipendenti della "Calabria It" (ex Sviluppo Italia Calabria), passa per la mobilitazione delle OOSS che hanno dichiarato che la lettera di licenziamento collettivo inviata il 14 agosto scorso, ha “una procedura irrituale, per modalità e tempi”!
Povera Calabria, poveri calabresi!
Nessuno che riesca a capire che il diritto al lavoro è di tutti. O di nessuno!
Ma ancora più strano è che in questi momenti letta sta salvando centinaia di migliaia di precari della PA che sono nati nello stesso modo dei dipendenti di Calabria It e che la Regione finanzia con soldi pubblici Calabria Etica! Quale, per favore?