Il grido di rabbia dei candidati vincitori non basta.
La disperazione di decine di vincitori che si vedono costantemente annullato il concorso non basta.
Un concorso è un concorso e deve svolgersi nel rispetto della legge.
E se questo rispetto non è garantito allora il TAR deve annullarlo.
Anche se ovviamente tutti e non solo i candidati e vincitori debbono farsi la domanda di come funzioni la nostra regione. Stiamo parlando al concorso per n. 33 operatori informatici categoria B3.
Ora il TAR di Reggio Calabria con sentenza n 522/ 2913 ha annullato la Determinazione del Segretario Generale del Consiglio Regionale della Calabria n. 526 del 28.09.2012, di approvazione della nuova graduatoria generale di merito definitiva.
Una sentenza straordinariamente intensa e puntuale, oserei dire “illuminante” che invitiamo a leggere sia ai legali sia ai giovani che ritengono di poter o dover partecipare a concorsi pubblici.
Per leggerla andare a:
Partiamo dai dati per quanto essi siano poi realmente quelli veri. Dicono che la Calabria ha il tasso di occupazione più basso d'Italia.
Lavora solo il 39% dei cittadini fra i 15 ed i 64 anni.
La media nazionale, invece, è del 55,7%.
Una forbice di 17 punti percentuali.
Siamo in sostanza all’ultimo posto quale occupazione.
E lo dice l’Istat, proprio stamattina, così certificando in modo impietoso lo stato disastroso del nostro sistema produttivo.
Sempre secondo l’Istat nel secondo trimestre 2013 la disoccupazione era :
-in Calabria del 21,5% contro il 19,8% del 2012 ( più 1,7%)
-in Sicilia del 21,6 % contro il 19,4% del 2012 ( più 2,2%)
-in Campania del 21,9% contro il 18,5% del 2012( più 2,4% )
Anche in questa classifica siamo tra gli ultimi
Dall’altra parte dell’Italia i tassi di disoccupazione più bassi:
- il Trentino con il 5,8%,
- il Friuli con il 6,9%,
- il Veneto con il 7,5%,
- la Lombardia con il 7,6%.
Affermare che i fondi europei non creano nuovo e maggiore lavoro è una profonda verità.
Sostenere che i fondi europei sono pertanto sprecati è un’altra profonda verità.
Dichiarare che la responsabilità di un uso inidoneo è evidentemente della nostra classe dirigente non è certo un mendacio.
Sembra evidente che l’Italia e l’Europa sono incapaci di imporre il rispetto delle regole di sviluppo della nostra regione.
Ma a tal punto è anche evidente che i calabresi non sanno scegliere i propri politici.
Cosa devono fare allora i nostri giovani disoccupati ? Emigrare o continuare a rivolgersi ai poteri politici ed oltre ?
La risposta sembra ovvia.
Ma forse esiste un'altra possibile risposta!
Per favore che nessuno dica che noi calabresi non siamo profondamente onesti!
La prova nella denuncia ed autodenuncia pubblicata dai 1550 disperati precari della sanità calabrese nel rivolgersi al ministro D’Alia chiedendo che il Governo ritiri la impugnativa della legge regionale 12/2013.
Ecco la lettera aperta ed ecco il passaggio:
“Egregio Sig Ministro,
siamo un gruppo di precari di base della Calabria autorganizzatisi per difendere i propri diritti , da cinque anni calpestati in ogni modo e maniera.
Siamo i reduci della legge 296 del 2006 , che in Calabria è stata dapprima convertita con la legge regionale 1/2009( dichiarata incostituzionale ) e poi con la legge 12 del 2013 in vigore, ma impugnata dal Governo.
L’impugnativa dell’esecutivo è avvenuta perché la Calabria, Regione sottoposta a Piano di Rientro, non avrebbe adempiuto ad alcuni obblighi e, pertanto non può procedere allo sblocco del turnover.
L’errore marchiano, sig Ministro, è che questi precari sono in servizio (!) e non rappresentano alcun costo aggiuntivo per la Regione e, anzi, la loro stabilizzazione finirebbe nella spesa storica con una diminuzione della spesa corrente.
Dobbiamo ringraziare il sen Gentile e l’on Chiappetta, promotori della legge, il Presidente del Consiglio regionale, on Talarico, che l’ha portata in Consiglio e tutte le forze politiche da sinistra a destra che l’hanno votata o si sono astenuti.
L’impugnativa del Governo appare oggi ancora più debole se si considerano le parole del ministro Lorenzin, che prevede nel decreto sulle stabilizzazioni ,tale possibilità anche per le Regioni sottoposte a piano di rientro.
In questo caso cadrebbero veramente tutti i motivi per l’impugnativa.
On D’Alia, lei che è uno dei pochi uomini di Governo che manifesta uno spirito meridionalista, deve sapere che la legge regionale in questione non apre finestre nuove, ma si rivolge a quanti abbiamo maturato alcuni requisiti entro il 31 dicembre del 2008 e quindi le fasi concorsuali sarebbero servite a dare pace e serenità solo a quanti sono effettivamente in servizio e vengono pagati (!)regolarmente dalla Regione.
Non solo: se applicata , la legge consentirebbe di verificare realmente i requisiti di molte persone che, forse, non esistevano al momento della prima stabilizzazione, ripristinando regole e legalità.
1.550 famiglie calabresi vivono con angoscia il presente.
Per questo ci rivolgiamo a Lei , nella speranza che voglia accogliere l’appello pubblicato oggi dalla stampa dallo stesso sen Gentile, che ci auguriamo possa diventare patrimonio comune da parte di tutte le forze politiche.
Confidiamo in Lei e aspettiamo risposte .
Antonio Riga-Coordinatore Regionale Precari di Base Sanità”
Come non essere d’accordo di fronte alla disperazione? Che stabilizzazione sia, quando possibile!
L’unica cosa che comunque occorrerebbe fare sarebbe quella di portare in giudizio penale coloro che hanno assunto senza requisiti e coloro che hanno dichiarato il falso. Ma ancora più importante sarebbe portare dinanzi alla Corte dei Conti per danni erariali gli stessi che a tal punto di denunzia devono essere portati davanti al giudice penale. Ed infine ma soprattutto è importante sapere se le assunzioni sono state fatte in cambio di voti o di soldi. Basta con queste mortificazioni istituzionali.