Gli uomini dell'Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi di Roma, Bari, Cosenza e Napoli hanno sequestrato nei giorni scorsi 420 tonnellate di falso olio di oliva made in Italy per un valore commerciale di oltre un milione di euro.
Le indagini sono state effettuate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani.
Al sequestro hanno partecipato oltre ai funzionari dell'ICQRF anche un centinaio di finanzieri coordinati dalla Tenenza di Andria e funzionari dell'Agenzie delle Dogane di Bari che hanno operato anche in ore notturne e in condizioni disagevoli
Sono state eseguite 37 perquisizioni presso aziende, uffici e depositi commerciali delle province di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Barletta Andria Trani e Foggia.
Ci sarebbe una copiosa falsa documentazione attraverso la quale l'olio extravergine di oliva di provenienza straniera risultava come made in Italy, in alcuni casi anche designato falsamente come biologico.
Le ipotesi prospettate riguardano i reati di 'frode in commercio', 'vendita di sostanze alimentari non genuine dichiarate genuine', 'falsità di registri e documenti' e 'associazione a delinquere'.
Il sindaco di Melito Porto Salvo, Gesualdo Costantino, e’ una delle 65 persone arrestate stamattina dai carabinieri nell’operazione contro la cosca Iamonte. E’ accusato di associazione mafiosa.
La cosca, per l’accusa, condizionava lo svolgimento delle gare di appalto del comune.
Nelle indagini delle forze dell’ordine, è emerso come la cosca Iamonte abbia goduto della connivenza della locale classe politica ed in particolare proprio di quella di Gesualdo Costantino, che all’epoca dei fatti in questione (nel 2007) era consigliere comunale di maggioranza a Melito e vice Presidente della Provincia di Reggio Calabria, nella giunta di centro/sinistra guidata dal dott. Giuseppe Morabito.
Costantino fu poi eletto sindaco di Melito a inizio maggio 2012 con il 63% delle preferenze, battendo di gran lunga i suoi due sfidanti, Vincenzo Russo (30%) e Giuseppe Salvatore Minniti (6,7%). Secondo gli investigatori, quelle elezioni furono macchiate dalla ‘ndrangheta e il successo di Costantino fu determinato proprio dall’appoggio fornito dalla cosca Iamonte.
«Era espressione degli Iamonte. Il sindaco è stato eletto grazie al sostegno della cosca» ha riferito il maggiore Miulli nel corso della conferenza stampa tenuta stamattina al Comando provinciale dei carabinieri.
In un’ intercettazione di Remingo Iamonte si sente : «Noi ci dobbiamo basare su Gesualdo perché quello abbiamo. Ma lui ci deve tornare il conto. L'abbiamo messo noi lì».
Gratteri dice che : «La 'ndrangheta non è né di destra né di sinistra. Per quanto riguarda la politica, la nostra indagine si fonda sulla voce diretta di Costantino e Iamonte. Ci sono state cene e incontri in cui gli uomini della consorteria hanno discusso di voti. Prima di questa indagine non sapevo neanche chi fosse il sindaco. Oggi c'è Costantino che è del Pd, domani e dopo domani ci sarà il tizio che è del Pdl. Le cose non cambieranno se i calabresi non si arrabbiano. L'abbiamo detto più volte che i calabresi sono un popolo di coloni».
La cosca Iamonte è quella famiglia mafiosa che è d'accordo alla centrale a carbone di Saline Joniche.
Il terremoto stanotte, una lunga notte durante la quale Direzione distrettuale antimafia e carabinieri hanno stroncato la cosca Iamonte, il Comune e gli imprenditori di Melito Porto Salvo .
L'ordinanza di custodia cautelare (oltre 4mila pagine) è stata firmata dal gip Cinzia Barillà su richiesta del procuratore aggiunto Nicola Gratteri e Antonio De Bernardo.
In tutto 53 indagati sono finiti in carcere mentre a 12 è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari.
Oltre alla provincia di Reggio, il blitz dell'operazione “Ada” ha interessato le province di Milano, Monza e Brianza, Varese, Asti, Roma e Viterbo.
Secondo la DDA la cosca Iamonte controlla il traffico di armi e di sostanze stupefacenti nel basso Jonio reggino e ha realizzato un’infiltrazione pervasiva all’interno del palazzo Comunale. Anche il precedente sindaco Giuseppe Iaria, sempre del Pd, è indagato a piede libero.
Si tratta di un uomo di 45 anni , incensurato, residente nella frazione Campora San Giovanni di Amantea.
Ora è agli arresti domiciliari per detenzione illegale di arma da fuoco
Si tratta di una 7,65.
L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri della stazione di Amantea, coordinati dal comandante della Compagnia di Paola, capitano Luca Acquotti, i quali hanno rinvenuto una pistola non denunciata, nel corso di un regolare controllo.
L’arrestato sarà giudicato con rito direttissimo.
Il quarantacinquenne ha dichiarato che la pistola gli era stata affidata da un’altra persona la quale , ascoltata in merito, ha confermato
Quest’ultimo ovviamente è stato denunciato a piede libero e dovrà rispondere di omessa custodia.
Sull’arma sono in corso indagini.