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E´ emerso dai dati del Dipartimento Turismo alla Bit 1013 a Milano realizzata dal Sistema Informativo Turistico Regionale su un campione di 1.000 italiani

Nove italiani su dieci che hanno scelto la Calabria per trascorrere le vacanze nel 2012 hanno espresso un giudizio più che positivo sulla destinazione turistica. Tropea si conferma la regina del turismo calabrese. Sul podio anche Reggio Calabria e Cosenza. Si accorciano i tempi di permanenza nelle località turistiche. La ricettività alberghiera preferita all'extra-alberghiero per il pernottamento. È quanto emerge - si legge in una nota stampa - da un'indagine presentata dal Dipartimento Turismo alla Bit 1013 a Milano realizzata dal Sistema Informativo Turistico Regionale su un campione di 1.000 italiani.   "La scelta di attuare un percorso strategico attraverso l'adozione del Piano di Sviluppo turistico sostenibile - ha dichiarato il presidente Giuseppe Scopelliti, commentando i dati - produce oggi il significativo risultato del giudizio positivo della maggior parte dei turisti che si sono recati in Calabria. Il consolidamento dell'identità e del brand, la concertazione con gli operatori e con i portatori di interesse hanno consentito di offrire un prodotto soddisfacente ed efficace. Continuiamo a perseguire la strada della governance dell'offerta per promuovere e far crescere il turismo nella nostra regione, facendo un passo avanti con l'individuazione delle 14 macroaree a maggiore vocazione turistica che saranno sostenute con interventi razionalizzati e mirati nei mercati nazionale ed internazionale".

"Continueremo a sostenere la destinazione Calabria - ha dichiarato l'assessore all'internazionalizzazione, Luigi Fedele - consolidando azioni ed interventi mirati sull'attività di promo-commercializzazione del sistema turistico regionale prioritariamente nei paesi target individuati dal Piano triennale sul turismo sostenibile. Un percorso strategico virtuoso che, in un'ottica di medio periodo, produrrà non soltanto un incremento delle provenienze turistiche in Calabria ma anche un beneficio economico in termini di valorizzazione dell'intera filiera economica regionale attraverso la valorizzazione del brand Calabria sui mercati internazionali".   "Tracciato l’identikit del turista italiano in relazione al prodotto turistico calabrese e approfondite le caratteristiche della domanda attuale e potenziale del nostro mercato - ha precisato il Dirigente generale del Dipartimento Turismo, Raffaele Rio intervenendo all'incontro con i giornalisti a Milano - si può avviare la successiva fase di attuazione della pianificazione strategica messa in campo dal governo Scopelliti, attraverso azioni di animazione territoriale per stimolare forme di aggregazione propositive di incentivo al turismo e attraverso azioni mirate di supporto alla comunicazione sfruttando tra l'altro la forza degli strumenti digitalizzati di coinvolgimento sociale. Lavoreremo per dare supporto alle 14 destinazioni turistiche individuate sostenendo l'ideazione di pacchetti turistici dei nostri operatori in modo da ottimizzare risultati tangibili ed incrementare i flussi sul territorio".   Perché in Calabria? Prevale la motivazione "vacanza".

Dalle risposte fornite risulta che il motivo principale è legato al turismo, con l’ 83,3% degli assensi, seguito a notevole distanza dalla visita a parenti e amici (13%) e da ragioni lavorative e di studio (3,7%). Un dato rilevante, questo, che conferma come la Calabria sia conosciuta e apprezzata dagli italiani principalmente come meta e destinazione turistica.   Preferenze: Tropea, Reggio Calabria e Cosenza in cima al sentiment dei turisti.

NB: Notate che 83,3 +13+3,7 fa esattamente 100!!

Permanenza: 4 su 10 si fermano per una settimana.

Si fa strada il "mordi e fuggi". In merito al periodo di permanenza per la vacanza trascorsa in Calabria, il

37,9% del campione dichiara di essersi fermato una settimana,

circa un quarto per due settimane (25,4%),

circa un sesto oltre due settimane (16,9%),

e circa un quinto (18,6%), si è fermato per un weekend.

NB: Notate che 37,9+ 25,4+ 16,9+ 18,6 fa 98,8!!! Dove sono gli altri?

Rispetto al dato del 2010 si registra una tendenza più accentuata al turismo “mordi e fuggi”, aumenta, infatti, la percentuale del campione che si ferma solo un Weekend, da 13,1% nel 2010 a 18,6% nel 2012, e allo stesso tempo diminuiscono i turisti che dichiarano di fermarsi per 2 settimane e più di due settimane.

Ricettività tradizionale preferita dalla metà dei turisti "auditi".

Quasi la metà del campione (46,9%) coinvolto nell’indagine ha scelto di pernottare in strutture alberghiere (hotel, pensioni e residence).

Mentre un’altra quota consistente, il 37,8% ha dichiarato di aver soggiornato in casa,

diviso tra chi è stato ospite di parenti e amici (17,2%),

chi ha soggiornato in affitto (14,1%),

e chi ha una casa di proprietà (6,5%).

Oltre il 6% del campione ha optato per i campeggi,

quota a cui va aggiunto il 2,5% di chi si è sistemato in aree di parcheggio per motorhome e caravan.

Cifre residuali riguardano invece i bed & breakfast (4%)

e gli agriturismi (2,5%)

NB: Notate che il loro totale fa 99,7!!!

NB: Stiamo aspettando il rapporto 2013 con i dati reali delle presenze alberghiere : ma abbiamo dubbi che sia stato redatto. Abbiamo chiesto informazioni all’assessorato al Turismo. Appena le avremo le pubblicheremo.

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Il gip di Catanzaro, Sabatini, che ha accolto le tesi del pm Villani sul caso Isola Capo Rizzuto, con un proprio provvedimento stamattina ha inviato la Digos a sequestrare i beni di politici regionali e dirigenti che sarebbero coinvolti nel giro di tangenti per la realizzazione del Parco Pitagora, il centro eolico nel comune di Isola di Capo Rizzuto, famoso per le polemiche causate dall’impatto ambientale. Lo Stato rivuole i suoi soldi.

Secondo la Procura per le autorizzazioni del parco eolico era stata pattuita una mazzetta di 2 milioni e 400 mila euro, pagata solo in parte, per un 792.000 euro.

E stamattina gli agenti della DIGOS hanno effettuato il sequestro dei beni appartenenti alle persone coinvolte nell’inchiesta, per il valore della tangente ricevuta.

Al centro dell’inchiesta, secondo le rivelazioni dell’imprenditore Mauro Nucara, ci sarebbero Nicola Adamo e il suo entourage di dirigenti regionali, all’epoca in cui l’esponente del Partito Democratico era vice presidente della giunta regionale. Adamo avrebbe rappresentato il collegamento tra l’impresa appaltatrice e la Regione Calabria.

Assieme a quelli di Adamo sono stati colpiti dal sequestro dei beni anche alcuni suoi “collaboratori” ed imprenditori: Giancarlo D’Agni, Mario Lo Po, Carmelo Misiti, Mario Nucaro, Roberto Baldetti, Giampiero Rossetti e S. G..

Insomma, un’ennesima pagina oscura della politica regionale.

Sembra che grazie a sue pressioni, infatti, la Regione avesse deliberato delle linee guida ad hoc per il parco eolico da realizzare, così da sveltire tutti i processi burocratici del caso. Ad affiancarlo negli affari – ed oggi anche nei guai giudiziari – è il suo uomo di fiducia, Giancarlo D’Agni, “che - secondo la ricostruzione della Procura - teneva i contatti con i privati ai quali chiedeva in nome e per conto dell’Adamo la corresponsione di somme di denaro al fine di agevolare l’iter dei procedimenti amministrativi tesi all’emanazione di autorizzazioni uniche all’esercizio di impianti eolici ed ottenere così provvedimenti finali favorevoli, nonché al fine di ottenere l’emanazione di regolamenti regionali favorevoli per i privati corruttori, provvedendo poi ad intascare il denaro, versato nella finta veste di pagamento di consulenze a società nelle quali lo stesso D’Agni diviene, ad hoc e per volere di Adamo, socio”. Il funzionario regionale Carmelo Misiti viene, invece, definito “braccio esecutivo di Adamo del quale esegue gli ordini anche nella sua funzione di dirigente (esterno) del Settore commercio artigianato ed Energia del dipartimento Economia della Regione Calabria, incarico che gli viene conferito su indicazione dello stesso Adamo.

Ora basta attendere la sentenza.

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Ormai la situazione italiana è grave. Non come la Grecia, la Spagna od il Portogallo, ma certamente è grave. E la cosa peggiore di tutti è che la verità viene raccontata quando va bene in modo tardivo e comunque parziale. Una mancata o parziale o tardiva verità finalizzata a non impaurire, utilizzata per giustificare il sistema politico attuale, resa obbligatoria dalla paura che se venisse detta sarebbe facile scoprire i responsabili e poiché la attuale classe politica e dirigente è quasi tutta responsabile è ovvio che partiti ,ministri, onorevole, presidenti, sindaci, commissari, dirigenti fanno come “Ministero della cultura popolare” fascista , cioè raccontino la loro verità. Tanto è difficile, Grillo a parte, che la verità venga detta.

E la situazione è talmente grave in Italia che se la verità venisse detta sarebbe difficile od impossibile crederle.

Per esempio parliamo dei rifiuti in Calabria?

C’è un commissario per la emergenza Vincenzo Speranza che si è auto prorogato in mancanza di decisioni governative( ma certamente con la tolleranza governativa) e nessuno contesta siffatto comportamento. Nemmeno la regione. Tantomeno la regione.

C’è una situazione grave che è stata addormentata perché adesso, pochi giorni prima delle elezioni , la Daneco & c. fanno entrare i rifiuti, ma si sospetta( ed è più che un sospetto) che siccome i comuni non pagano quanto dovuto, subito dopo le elezioni la spazzatura continuerà a restare in mezzo alla strada

I comuni sono debitori di milioni e milioni di euro e per quanto sollecitati dal commissario non pagano la Daneco e gli altri.

Ed allora Vincenzo Speranza scrive , cioè mette nero su bianco, racconta senza peli sulla lingua la “sua”verità. Lo dice al Segretario del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà( perché lo legga il prossimo CdM), lo dice al capo della protezione Civile Franco Gabrielli( probabilmente perché la situazione è ancora più grave di quanto si sospetti,al punto che si imporrà il riuso dei poteri della protezione civile per tentare una seppur impossibile soluzione), lo dice a Giuseppe Scopelliti( perchè se resta al governo della Calabria lo sappia e se se ne va lo sappia il prossimo governatore).

I comuni non pagano i servizi di trattamento e conferimento dei rifiuti.( Non paga nemmeno lo Stato)

Mancano le discariche, al punto che i rifiuti sono inviati in Puglia.

Manca l’inceneritore in provincia di Cosenza, quello che nessuno ha voluto, che la sinistra non ha voluto e che domani invece appena avrà responsabilità di governo andrà ad accettare.

Non si fa quella salutare e necessaria raccolta porta a porta che sola potrebbe anche migliorare il turismo calabrese.

I poteri sporchi ( politici e mafiosi) sono pronti ad entrare nel nuovo & vecchio business dei rifiuti

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