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Si è tenuta a Serra Pedace una manifestazione elettorale sul tema: “L’Italia giusta. Il contributo politico delle donne”. Alla manifestazione è intervenuta Enza Bruno Bossio, candidata alla Camera al terzo posto della lista del PD in virtù dello straordinario risultato ottenuto alle primarie in cui è risultata essere la più votata in Calabria con oltre 10mila preferenze.

“Io credo, ha detto Enza Bruno Bossio, che il PD sia riuscito a fare con la sue primarie e con l’introduzione della doppia preferenza di genere, nonostante la vergogna del porcellum, una operazione politica straordinaria superando la logica delle quote rosa, verso la quale sono sempre stata contraria.

Oggi, infatti, il PD ha candidato il 50% di donne e almeno il 40% saranno quelle elette: un risultato che non era affatto scontato. Ma soprattutto andranno in parlamento donne che sono il frutto di una competizione reale; anzi è stata proprio questa competizione virtuosa tra donne e uomini a generare una sostanziale parità di genere.

Con le quote rosa, invece, ci siamo trovate spesso di fronte ad autoreferenzialità o, peggio, a donne scelte dagli uomini.

Accrescere la presenza delle donne significa contribuire al miglioramento della qualità della politica, delle istituzioni, dell’economia e della società in generale.

E ancora: anche in Calabria dobbiamo condurre una battaglia per cambiare la legge elettorale regionale ed introdurre la doppia preferenza di genere, per come propone il gruppo del Pd al Consiglio Regionale.

Il PD, con le sue primarie, ha iniziato un percorso, è riuscito a fare avanzare una parità di genere vera e concretamente rappresentativa di sensibilità, culture e, non ultimi, di territori diversi.

Bisogna dargliene atto e sono sicura che il 24 ed il 25 febbraio gli elettori sapranno premiarlo anche per questo”.

Serra Pedace, li 30 /010/2013 Ufficio Stampa di Enza Bruno Bossio

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Trebisacce. Una storia folle se non fosse vera. La storia di un pensionato settantaduenne del quale da almeno 2 settimane non si hanno notizie, con il quale i parenti non riescono a parlare. Infine i Carabinieri che, chiamati da alcuni parenti, bussano alla porta che viene aperta dalla figlia trentottenne ed ancora universitaria .

Poi la macabra scoperta . Il corpo del pensionato fatto a pezzi era contenuto in sei o sette scatoloni, come se dovesse traslocare. Resti in avanzato stato di avanzata decomposizione, per quanto fosse stata usata anche calce e borotalco per attutire il forte fetore cadaverico

Indagini ,sembra inutili, compiute anche su alcuni bidoni della RSU alla ricerca di pezzi di corpo mancanti.

Una storia familiare che sembra fosse fatta di incomprensioni se non di litigi continui tra padre e figlia. Ora la giovane è stata fermata ed al momento si trova sotto interrogatorio.

Una storia che ha sconvolto gli abitanti di Trebisacce , dove è successo il fatto, e di San Demetrio Corone, paese da cui era originario il pensionato, ma anche qualche corrispondente che, nella fretta e nella emozione ha scritto : “Indagini in corso. Dalle prime verifiche si tratta di un omicidio, ma sul posto stanno operando carabinieri e vigili del fuoco per i necessari accertamenti”

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Non lo chiede ufficialmente Carlo Guccione , ma la forte denuncia lo impone. Basta scherzare dice il politico calabrese: “l’allagamento si poteva evitare”. Anzi si doveva evitare, ma non si è fatto quanto si doveva fare. Di qualcuno sarà bene la responsabilità, vero? Ed è necessario, corretto, onesto che si richiami , anche se in Calabria, circondata come è dal mare e ricca di fiumi, salvo che non esondino, tutto finisce nelle profondità del Tirreno e dello Ionio.

(ASCA) - Reggio Calabria, 25 gen - ''L'esondazione del fiume Crati si poteva evitare e l'allagamento degli scavi di Sibari poteva essere scongiurato se solo si fossero prestate maggiore attenzione ed ascolto alle incessanti e continue comunicazioni, ripetute anche negli ultimi giorni, dei sorveglianti idraulici che, proprio in quell'aria interessata all'esondazione del Crati, avevano segnalato l'occupazione delle golene per la presenza di coltivazioni di vario genere e di una folta e rigogliosa vegetazione. Ancora una volta, purtroppo - afferma il Consigliere regionale della Calabria, del Pd, Carlo Guccione - le schede di ''allerta'' trasmesse dai nostri sorveglianti idraulici sono rimaste lettera morta, senza che nessun incaricato dell'Afor, l'ente che gestisce questo delicato e importante servizio, abbia sentito la necessità di assumere e trasmettere i dati nel sistema informativo istituito per legge, essenziale a qualsiasi attività di prevenzione del rischio idrogeologico e, principalmente, di salvaguardia dell'incolumità delle popolazioni calabresi. Il servizio, tra l'altro, prevede per legge non solo la trasmissione dei dati delle criticità, ma anche l'allertamento di tutti gli enti preposti (Arpacal, Protezione Civile, Regione) perché vengano immediatamente predisposti gli interventi necessari a prevenire il rischio idrogeologico e a segnalare incombenti esondazioni dei fiumi. Ancora una volta, così come e' accaduto per la tragedia del camping 'Le Giare' alle porte di Soverato, il cui pericolo era stato segnalato per tempo dai sorveglianti idraulici a cui, anche in quell'occasione non fu dato nessun ascolto, tutto ciò non ha funzionato e gli scavi di Sibari sono stati sommersi dall'acqua e dal fango.

Perche'? Chi rispondera' di tutto questo?''. Si chiede infine il politico.

Al politico coraggioso suggeriamo- nelle more dell’apertura di una indagine da parte della magistratura- di formulare in consiglio regionale la proposta dell’apertura di una inchiesta interna.

 

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