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Davanti alle nostre coste del Tirreno Calabrese, anzi Cosentino, a soli 83 km giace il Marsili, un vulcano sottomarino lungo circa 70 km e largo 30, che si innalza per 3000 metri dalle profondità marine per arrivare a 450 metri dalla superficie del mare. Eppure nessuno ne parla. Un po’ come la grande faglia del nord Italia che si scopre oggi, “dopo i morti e gli sfollati” Eh, si! Ci vogliono i morti, le ecatombe., lo strazio civile, le disgrazie sociali, perchè la “scienza e la politica” capiscano o facciano almeno finta di capire “Sempre drammatico” direte voi, quasi fosse semplice essere cassandre o se volete il grillo di Pinocchio ( se non quello di oggi) No! Non ci sto! Il problema, se proprio volete tentare di capire, è la verità, quella possibile, quella preventiva, non quella cronicistica, del dopo. Questa la lasciamo ad altri, a coloro che poi invocano il fato, il destino amaro, ineludibile, se non la condanna divina di un Dio che non amo, se è così No, parlo del Marsili, quel grande, pericoloso e sconosciuto vulcano d’Europa che è proprio di fronte alle nostre coste. A pochi km dalla costa calabra, identificato dalle coordinate 39° 15’00’’N / 39° 25’00’’ N ( in sostanza di fronte a noi pensando che Amantea ha coordinate 39° 13’ 42’’N, che Belmonte Calabro ha 39° 16’ 24’’N, Longobardi ha 39°20’ 81’’N, Fiumefreddo Bruzio ha 39°23’54’’N) Un vulcano da poco scoperto, un vulcano accesosi geologicamente da poco( meno di 200 mila anni) un vulcano costantemente controllato ed i cui rilievi idrogeologici fatti in acque profonde indicano in attività geotermica costante, insieme a quella di Enarete, Eolo, Sisifo, la Secca del Capo, ed altre fonti idrotermali profonde del Tirreno meridionale. Un vulcano, il Marsili, che non si è svegliato ma che è sempre sveglio, e che come dice il sismologo Enzo Boschi, presidente dell’INGV( istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia) è pericoloso: « La nostra ultima ricerca mostra che il vulcano non è strutturalmente solido, le sue pareti sono fragili, la camera magmatica è di dimensioni considerevoli. Tutto ciò ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe entrare in eruzione in qualsiasi momento.” Ed ancora che “ La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Calabria, della Sicilia e della Calabria provocando disastri” Ma Boschi non è il solo. Anche Bill McGuire, geologo della University College London, sostiene che sia impossibile prevedere quando l'evento potrebbe scatenarsi. "La apparentemente fragile struttura del Marsili suggerisce che un collasso futuro non sarà una sorpresa. Dipendentemente dalla scala, dalla velocità e dalla natura del collasso, questo potrà generare uno tsunami di dimensioni rilevanti e potenzialmente devastante”. Forse ha ragione il prof Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, dell’ Università di Napoli Federico II che lancia l’allarme. Ma non bisogna lasciarsi prendere dal panico, anzi, “bisogna al più presto organizzare sistemi di difesa dei litorali”. Quantomeno occorre educare i calabresi a tutelarsi da un evento del genere.
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