Che strano questo PD. E quante “lotte” interne che inizialmente non appaiono ma che poi si svelano nella loro interezza.
La stranezza è nel “Non significato” delle primarie.
È possibile, ci si chiede, che chi partecipa alle primarie e non viene “premiato” dagli elettori, venga, poi, salvato dal partito?
Siamo di fronte ad un mancato rispetto della volontà democraticamente espressa dalla base e quindi al disconoscimento della sua valenza?
O piuttosto siamo alla sanatoria di abbandoni da parte della base indotti da chi la base “governa”?
Come intendere allora il “recupero” di Laratta, non espresso dalla base della provincia di Cosenza?
Comunque alla fine lista c’è. Eccola!
Una lista arrivata in modo sofferto alle prime luci dell'alba.
Una soluzione che forse accontenta tutti. O forse no!
In ogni caso, a guidare il plotone per Montecitorio sarà la presidente nazionale del Pd Rosy Bindi.
Poi, a seguire, lo stesso D'Attorre e la vincitrice delle primarie celebrate lo scorso 29 dicembre Enza Bruno Bossio.
Quarta piazza per Nico Stumpo, indicato direttamente da Bersani.
Al quinto posto il reggino Demetrio Battaglia.
6°) Quindi il renziano Ernesto Magorno,
7°) il Vibonese Bruno Censore,
8°) il Crotonese Nicodemo Oliverio
9° e 10°) i cosentini Stefania Covello e Franco Laratta.
Praticamente solo 3 donne e 7 uomini.
Poco importa che all’undicesimo posto ci sia un'altra donna, la pdellina Consuelo Nava, arrivata subito dietro la Bindi alle primarie in quel di Reggio Calabria.
Qualche sorpresa in più nell'elenco dei candidati in lizza per il Senato.
Capolista sarà l'ex viceministro all'Interno Minniti.
Dietro di lui un'altra parlamentare arrivata a Montecitorio nel 2008: la lametina Doris Lo Moro. Terzo posto per il cosentino Bruno Villella (sulla sua indicazione ha inciso molto l'opera di convincimento sui livelli nazionali portato avanti da Mario Oliverio e Carlo Guccione).
Il quarto ed il quinto posto dovrebbero andare a due esponenti indicati direttamente da Roma e sui quali ancora è in corso una discussione