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La Svimez pubblica dati drammatici sullo spopolamento della Calabria

Ipotizza che nel 2065 in Calabria ci sarà una popolazione di 1 milione 497mila persone.

Con un saldo negativo di 468mila abitanti.

 

 

Praticamente la Calabria avrà la popolazione che aveva tra il 1901 ed il 1911.

Ovviamente non sarà solo la Calabria a perdere popolazione ma tutto il sud (-5 milioni) e comunque tutto il resto del Paese (-1,5 milioni).

Due riflessioni si impongono .

La prima è la notizia positiva che si nasconde dietro a questi dati

La Svimez infatti indirettamente conferma che tra 50 anni la calabri ci sarà ancora!

La seconda è che l’Istat non farà più censimenti visto che la Svimez prevederà la popolazione e la sua composizione

I problemi però sono altri

Il primo è che la Svimez la Calabria è ULTIMA – indice 39 su 100- in termini di qualità dei servizi pubblici offerti alla comunità

100 alla regione più efficiente, il Trentino Alto Adige

61 la Campania

60 la Sardegna

53 l’Abruzzo

43 la Puglia

42 la Basilicata

40 la Sicilia

39 la Calabria

Il secondo è che la calabria è prima per evasione sanitaria

La Calabria nel 2016 ha“emigrato” 33.922 ammalati gravi

Più della Campania che ha tre volte la popolazione calabrese e che emigra “solo” 32.098 ammalati gravi

Più della Puglia che ha due volte la popolazione calabrese e che emigra 11071 ammalati gravi

Potremmo continuare a lungo a celebrare le qualità della nostra terra.

Chiudiamo ricordando che nel 2065 :

-In Calabria il saldo naturale sarà - 549.767 mentre il saldo migratorio sarà + 81.725

-In Italia,invece, il saldo naturale sarà – 14.841.120 mentre il saldo migratorio sarà + 8.338.337

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Scrive Quicosenza.it Reggio Calabria “ Un caso che ha creato molto scalpore, che ha generato anche malumori intorno allo stesso governatore e che è stato al centro dei lavori ieri, dell’assemblea regionale nel corso della quale il presidente della Regione, Oliverio, ha reso noto il contenuto di un’informativa scritta e a lui inviata dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria, Frank Benedetto.

Da questa si evince che “un paziente di sesso maschile era arrivato al Pronto soccorso del presidio Riuniti gia’ immobilizzato con il cartone sul luogo dell’incidente”, mentre per una paziente di sesso femminile “sono in corso ulteriori approfondimenti”.

Eppure sui social, tra i commenti, ci sono calabresi che giurano di aver visto con i loro occhi “ingessature” di quel genere e che raccontano di pratiche simili anche in altri ospedali.

Ma ieri dopo la bufera scatenata da quelle immagini Oliverio si è detto “preoccupato, leggendo gli organi di informazione” e ha chiesto subito un’informativa scritta al dg dell’azienda ospedaliera di Reggio, Frank Benedetto, che ha disposta un’indagine “interna”.

“Di questa informativa mi premeva informare, perche’ mi sembra giusto, il consiglio regionale e l’opinione pubblica per evitare che una rappresentazione, possibile non solo a Reggio ma in qualsiasi parte del nostro il Paese, e grave se fosse stata rispondente a verita’, possa alterare l’immagine di una struttura nella quale non si e’ verificato quanto si e’ illustrato nei giornali, o quantomeno – ha aggiunto Oliverio – non si e’ verificato, per come ci e’ stato detto nell’informativa, per responsabilita’ di quella struttura sanitaria”.

Prima dell’intervento del presidente della Regione, sulla vicenda si erano registrati alcuni passaggi da parte di alcuni consiglieri regionali come Fausto Orsomarso, Alessandro Nicolo’ e Carlo Guccione. In particolare, Guccione ha osservato: “Non penso che ce la possiamo prendere con il commissario Scura, ma piuttosto la responsabilita’ sta in capo al presidente della Regione del presidente della Regione e a chi il presidente della Regione ha nominato a dirigere quell’azienda.

Sulla sanita’ siamo a zero, anzi qualcuno rimpiange persino Scopelliti, perche’ – ha concluso Guccione – un presidente della Regione che non e’ in grado di farsi ascoltare da un governo amico sulla sanita’ resta un problema di cui questa maggioranza paghera’ un prezzo salatissimo”.

Strano che addirittura il ministro della Salute, Giulia Grillo sia caduta nella ‘trappola mediatica’ se di questo si tratta.

Eppure c’e’ un secondo caso “sospetto” su cui la direzione generale dell’ospedale di Reggio Calabria, nel cui pronto soccorso sarebbero state praticate fasciature ortopediche di fortuna, intende fare luce”.

A comunicarlo sempre il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Benedetto, nell’informativa redatta per il presidente Oliverio:

“Sono in corso ulteriori approfondimenti – scrive – relativi ad un’altra paziente O.G. pervenuta in Pronto Soccorso il 30 luglio 2018 alle 7:11”. La donna e’ stata soccorsa sul luogo dell’incidente dal 118, dove, precisa il manager, le e’ stato applicato “un tutore con anima di metallo (non radiotrasparente)”.

Giunta al Pronto Soccorso alle 7,11, la donna e’ stata visitata alle 7,16 in codice verde. “Considerata la necessita’ di sottoporre ad indagini radiografiche la paziente, si inviava la stessa in radiologia – scrive Benedetto – con immobilizzazione provvisoria di cartone e radiotrasparente. Successivamente alle radiografie effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva rimosso l’immobilizzazione provvisoria di cartone e veniva applicata valva gessata di posizione e quindi rinviata al Pronto Soccorso da dove veniva ricoverata alle 9,42 ed e’ tutt’ora degente”.

Poi Benedetto, finito nella bufera vuole puntualizzare che l’unita’ di ortopedia “è operativa H24 con 30 posti letto di ricovero, con l’aggiunta di 2 unita’ reperibili per le urgenze nelle ore notturne. Si fa inoltre presente – scrive – che le risorse umane utilizzate debbono far fronte a tutte le necessita’ ortopediche afferenti a tutta la provincia di Reggio Calabria Le precisazioni – aggiunge – sono relative al fatto che mentre la notizia fa clamore, com’e’ giusto, mesi di lavoro, molto spesso silenzioso, hanno determinato un cambiamento strutturale all’interno dell’ospedale. Questo lascia parecchia amarezza sul momento, ma non riduce, anzi aumenta – assicura – la determinazione a proseguire il lavoro intrapreso. Il miglioramento degli ultimi tre anni e’ sotto gli occhi di tutti, degenti ed operatori. I numeri, che sono piu’ testardi delle opinioni e degli scoop di un giorno – scrive ancora – certificano la situazione e quanto fatto da questa direzione negli ultimi tre anni”.

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Ecco la risposta a chi critica il nostro presidente che sembra interessato più ai problemi del mondo( vedi la schiavitù) e meno a quelli italiani.

In attesa dei poveri italiani che girano tra i rifiuti per recuperare qualcosa da mangiare, visto che non hanno la dignità di chiedere l’elemosina davanti ai supermercati, sembra che abbia preso una decisa posizione politica sulla vicenda della medicazione delle fratture nella sanità calabrese.

Non conoscete la vicenda?

E già tutte le televisioni parlano degli episodi di razzismo, e dello schiavismo, tanto per non far parlare dei veri problemi dell’Italia :

Eccola descritta dalla bella penna di ALESSIA CANDITO

“Reggio Calabria, in ospedale mancano i gessi: pazienti medicati con il cartone

Cartone al posto del gesso e un appuntamento alla mattina dopo.

Rompersi un arto di notte a Reggio Calabria è un problema, la cui soluzione deve essere necessariamente rinviata al giorno dopo, quando il reparto di ortopedia apre i battenti con i suoi (pochi) specialisti e tutto il materiale necessario per trattare fratture e lussazioni.

Di notte invece, a meno che non si tratti di casi gravi, ad occuparsene è il Pronto soccorso, perché ad Ortopedia i medici non bastano per garantire anche le guardie.

Non che il reparto di prima assistenza se la passi meglio.

Nato per rispondere alle esigenze di una città di poco più di 200mila persone, adesso è l'unico punto di riferimento per l'intera provincia e i suoi 750mila abitanti.

Saturo.

A corto di personale e di mezzi.

Così capita - e sono almeno quattro i casi documentati con tanto di foto - che dopo la visita fratture e lussazioni vengano trattati con garze, bende e cartoni per immobilizzare l'arto.

Almeno fino all'indomani mattina, quando in Ortopedia arrivano pazienti "impacchettati" alla meno peggio.

"È una situazione da terzo mondo - dice Gianluigi Scaffidi, rappresentante dell'Anaoo, il sindacato dei medici ospedalieri - anzi neanche lì si vede più". Il problema però, spiega, sta a monte. L'intero ospedale, unico hub provinciale, è sottodimensionato rispetto all'utenza cui si rivolge e la soluzione non può essere la costruzione di un nuovo polo sanitario che non si sa quando vedrà la luce. In direzione generale, cadono dalle nuvole.

"Non sapevamo nulla di tutto ciò - dicono - indagheremo.

Per domani mattina è convocata una riunione per chiarire la situazione e individuare gli eventuali responsabili.

Di certo prenderemo provvedimenti".

Beh. Ci hanno chiesto di suggerirvi di tenere sempre del buon cartone in auto. In Calabria non si sa mai!

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