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Sanità-debitiSulla ricognizione del debito ci auguriamo che il commissario-presidente abbia ragione, ma la realtà è molto diversa da quella raccontata da Occhiuto.

Finalmente, anche lui si è reso conto che troppo spesso una stessa fattura è stata pagata due o addirittura tre volte per centinaia di milioni di euro. È quello che abbiamo sostenuto con insistenza in questi anni, denunciando anche il fatto che da anni molte Asp e Aziende ospedaliere non approvano bilanci, alcune addirittura dal 2013. Ricordo che l’ultimo commissario, Guido Longo, ha bocciato 15 bilanci su 18 approvando solo quelli dell’Azienda ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria (Bilancio d’esercizio 2017 e il Consuntivo 2018) e dell’Azienda ospedaliera di Cosenza (Bilancio d’esercizio 2018).

Non si può commettere l’errore di pensare che il debito sia solo frutto di doppie e triple fatturazioni o pensare di mettere in atto,come è già accaduto in passato, una politica di ricognizione del debito che cerca di nasconderne l’ammontare mettendo la polvere sotto il tappeto.

Ci auguriamo che questa volta si faccia sul serio visto che la quantificazione del debito era uno degli obiettivi che i commissari, nominati dal Governo, dovevano raggiungere. Ma nessuno l’ha fatto o ha voluto farlo in questi dodici anni di commissariamento della sanità calabrese.

Vorrei solo ricordare che nell’audizione della Commissione speciale di Vigilanza della Regione Calabria, tenutasi a settembre 2020, è emerso che l’Asp di Reggio Calabria aveva un debito di 920 milioni e non approva Bilanci dal 2013, mentre all’Asp di Cosenza, al 31 dicembre 2019, non risultavano approvati i Bilanci consuntivi 2018 e 2019. Bisogna poi aggiungere la mancata approvazione dei Bilanci consuntivi 2020 e 2021.

Inoltre, non dimentichiamo che già nel 2019 la terna commissariale dell’Azienda sanitaria dello Stretto, guidata dal prefetto Giovanni Meloni, aveva avanzato una proposta di dissesto.

Dunque, dove sta la verità?

Invece, per quanto riguarda il decreto con cui il commissario dà un ultimatum per la redazione dei Piani dei fabbisogni di personale e del Piano delle assunzioni nel sistema sanitario regionale, sarebbe stato opportuno conoscere, come ho già chiesto più volte, quante assunzioni sono state effettuate rispetto a quelle previste nei Piani assunzionali 2019-2021. Perché questo report non è mai stato reso pubblico?Forse sarebbe emerso che molte Aziende sanitarie e ospedaliere non hanno provveduto, come rilevato anche dal Tavolo Adduce, a bandire i concorsi visto che “le assunzioni risulterebbero in grave ritardo o non effettuate”.

L’adozione del nuovoPiano operativo 2022/2024 è stata più volte annunciata dal commissario Occhiuto ma tarda ad arrivare, causando gravi ripercussioni sull’intera organizzazione sanitaria regionale. Senza questo Piano non è possibile attivare il Piano straordinario delle assunzioni per la Regione Calabria, né utilizzare le risorse del Contributo di solidarietà stanziate, in base al decreto-legge 150/2020 (Decreto Calabria), al fine di supportare gli interventi di potenziamento del servizio sanitario regionale. In particolare, sessanta milioni è la cifra accantonata per ciascuno degli anni 2021, 2022, 2023.

Ci aspettiamo, dunque, parole chiare e concrete che vadano al di là degli annunci.

Carlo Guccione

Responsabile Pd Sanità per il Mezzogiorno e Candidato alla Camera dei Deputati

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discaricaIl Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del Territorio aderisce e parteciperà al sit-in di protesta promosso dal Comitato "No Discarica - Sì Acqua Pulita" per sabato 17 settembre a Palmi, condividendo le ragioni e le preoccupazioni che stanno alla base di questa iniziativa.

Non è il primo caso in cui i territori hanno subito, in anni di gestioni pseudo-emergenziali, l'imposizione di discariche, inceneritori ed impianti, a forte impatto ambientale, mal gestiti, mai monitorati ed oggetto di denunce da parte delle associazioni ambientaliste e di tutela della salute, ma anche di fermi amministrativi a seguito di indagini da parte della magistratura e delle forze dell'ordine.

È il caso della discarica la Zingara, nel Comune di Melicuccà, a ritrovarsi dopo anni con proposte di ampliamento e riapertura, nonostante il sito, oggetto anche di sequestro, sia risultato altamente inquinato, come accertato dai Carabinieri del NOE nel lontano 2014.

Ma evidentemente non sono bastate le difformità riscontrate rispetto alla valutazione di impatto VIA, né che la Procura di Catanzaro, nello stesso anno, avesse condizionato la riapertura solo a fronte della bonifica precedente del sito.

A nulla sono valse le preoccupazioni di Legambiente che già nel 2011, segnalava la presenza della falda acquifera del torrente Arena, affluente del Vina. A nulla valgono, oggi, i provvedimenti amministrativi e giudiziari presi dalle Amministrazioni comunali allarmate dal rischio di coinvolgimento, nel disastro ambientale, anche della risorsa idrica. A nulla sono valsi i ricorsi al TAR, le denunce in Procura, le indagini del CNR, e persino lo stop intimato dal Ministero alla transizione ecologica, di fermare i lavori in corso! Evidentemente gli interessi economici, l'elemosina delle royalties, spesso persino disattese, e le mire di gestori privati, contano più della salute pubblica.

Si continua a insistere su quel sito, bypassando i cori di NO che arrivano da più parti!

Le rassicurazioni della Città Metropolitana non potranno mai rassicurare comunità che troppo hanno subito da gestioni poco trasparenti: basti ricordare la corposa relazione sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti in Calabria del 2011 redatta dalla Commissione parlamentare di inchiesta guidata allora dall'on.Pecorella.

Buttare fuori i privati dal ciclo dei rifiuti, rendere pienamente trasparente le varie fasi della lavorazione, favorendo anche forme di controllo popolare, ragionare sui siti dove realizzare i vari impianti insieme ai territori e nel rispetto della salute pubblica e dell'ambiente, dovrebbero essere i primi passi per provare a ricreare un clima di fiducia in un settore così controverso.

E come si può avere fiducia quando, proprio mentre si chiedeva l'apertura della Zingara per affrontare l'emergenza rifiuti reggina, arrivavano in Calabria i rifiuti che invadevano le strade del ragusano?

Per queste ragioni non potremo che essere sabato 17 settembre a Palmi con chi protesta, per la sicurezza dei territori e la salute dei cittadini.

CMDT - Coordinamento dei Movimenti per la Difesa del Territorio

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sequestro s.marcoSi comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento) al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

COSENZA 12 settembre 2022 –I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cerzeto hanno nei giorni posto sotto sequestro una area di 15000 mq nel Comune di San Marco Argentano in località “Maiolungo” dove sono stati eseguiti dei lavori abusivi di movimento terra. Il controllo effettuato ha inoltre evidenziato che per effettuare tali lavori è stata sradicata la vegetazione preesistente consistente in area boscata di essenze quercine con presenza di macchia mediterranea. Tale attività è stata eseguita dal proprietario del terreno senza alcuna autorizzazione in una area sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale, per la quale è necessaria l’imprescindibile autorizzazione dell’Ente competente, ovvero la Regione Calabria oltre all’autorizzazione edilizia. Per tali motivi si è provveduto al sequestro dell’area e dei mezzi utilizzati per i lavori, una macchina operatrice e un camion con rimorchio, oltre alla denuncia del proprietario del terreno, appartenente ad una società agricola della zona, dell’Amministratore della stessae dell’autore materiale dei lavori.

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