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Carl Brave Rende 3Bagno di folla ieri sera a Rende (Cs) per il concerto unico in Calabria di Carl Brave con la sua super band, uno degli eventi più attesi della 57° edizione del “Settembre Rendese” del Comune di Rende con la direzione artistico-organizzativa di Alfredo De Luca e la collaborazione di “Fatti di Musica” di Ruggero Pegna. Oltre ventimila fan sono arrivati da tutta la regione sull’immenso e maestoso Viale Rossini.

Carl Brave, pseudonimo di Carlo Luigi Coraggio, che festeggerà il suo trentatreesimo compleanno il prossimo 23 settembre, ha confermato di essere uno dei protagonisti della nuova ondata rap che dalla Capitale ha invaso tutto il Paese. Nel gremitissimo concerto durato circa due ore ha sfoderato tutta la sua energia e la sua musica originale, che fonde rap, pop e cantautorato, in un mix di assoluto successo. Una dietro l’altra, in una scaletta travolgente, sono arrivate tutte le sue hit, brani tra i più ascoltati, radiodiffusi e cantati degli ultimi anni. Ad aprire il concerto “Shangai”, poi “Ecaalla”, “Chapeau”, “Parli Parli”, “Spigoli” (feat. Tha Supreme e Mara Sattei), fino a ben tre medley  di successi più noti, da “Pokemon go” a “Fotografia”. Immediata l’esplosione di entusiasmo della marea che ha invaso Viale Rossini. Tutti a cantare, saltare, muovere le mani e accendere le lucine, fino ad un crescendo finale che ha fatto ballare tutti come un’onda umana che sprizzava gioia con le braccia al cielo. A chiudere una serata da incorniciare, forse la più partecipata e coinvolgente delle 57 edizioni dello storico Festival, diversi bis con alcuni dei veri e propri tormentoni di Carl Brave, tra cui “Posso” (ft Max Gazzè), “Hula Hoop” e “Makumba” incise con Noemi, “Che poi” e “Malibu” (ft. Gemitaiz).

Bravissimi tutti gli scatenati musicisti della numerosa band, che hanno contribuito a trasformare il concerto in un autentico show: Mattia Castagna basso, Massimiliano Turi chitarra, Lorenzo Amoruso chitarra, Edoardo Impedovo tromba, Gabriele Tamiri tromba, Marco Bonelli sax, Matteo Rossi piano, Francesco Sacchini cori, Marta Gerbi cori, Simone Ciarocchi batteria, Lucio Castagna percussioni. Al termine, foto e autografi per centinaia di fan assiepati oltre le transenne del backstage e, per lui, il Premio del Festival consegnatogli da De Luca insieme alle consigliere comunali Marisa De Rose e Chiara Lolli.

Una serata davvero memorabile sia per il formidabile tour di Carl Brave, prodotto dalla Otr Live di Francesco Barbaro, che si è chiuso proprio ieri sera, sia per il “Settembre Rendese”, che si è aperto come meglio non si poteva. Un successo straordinario per un’edizione del festival che punta molto al pubblico giovanile. Attesi ora i live di Marina Rei il 12 nel Centro Storico, del cantautore spagnolo Dani J il 14 in Piazza Matteotti e di Miss Keta, tra le mattatrici dell’estate con il suo “Finimondo”, hit che si rifà al grande successo del 1961 “Il capello” di Edoardo Vianello. Il suo live è in programma il 15 settembre in Piazza Kennedy. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero. Ogni informazione sul festival è reperibile alla pagina facebook ufficiale del Settembre Rendese (https://www.facebook.com/settembrerendese).

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fooooAuguro a me stesso di non essere incoerente. Vorrei potermi interrogare perpetuamente. Un tipo di ricerca che mi portasse a ribellarmi e dare un senso ad un mondo governato dal non senso. Assurdo? Forse.

Vorrei tanto ricostruire una verità dopo aver vissuto quasi una vita intera in un mondo fatto di menzogne e di falsi valori. Ho visto anche io un'anatra andare verso nord, come il protagonista del film "Quintet" di Robert Altman. Ho deciso di seguirla contro la ragione che suggerirebbe di andare verso sud in un'era glaciale.

In questi primi giorni di Settembre proverò ad occuparmi di una questione che apparentemente non interessa nessuno di voi che leggete, perché ognuno sente solo i mali propri. Ma cercherò di stimolarvi a volare al di sopra dei vostri interessi immediati; e vi richiamerò ad osservare un problema che, in fondo, è di interesse generale.

Dal Mezzogiorno si trasferiscono al Parlamento Nazionale, quasi sempre deputati ministeriali! Le vittorie, in campo politico sul territorio, sono sempre più rare e di breve durata. E questo spiega, secondo la mia modesta opinione, l’odio, direi quasi personale, che hanno i meridionali, ma anche tutte le persone oneste, contro i poteri smisurati del Nord.

Dagli inizi degli anni 50 ad oggi abbiamo avuto molti ministri che hanno calpestato, corrotto l’Italia meridionale; ma nessuno ha così sistematicamente e cinicamente calpestato il nostro onore e la nostra dignità di “Magna Greci”. Questa spiegazione è un pochino frettolosa ma necessaria. Giudicate Voi. Nel meridione, fare opera di rinnovamento, è quasi impossibile. Le persone dovranno ben presto avvedersi che manca loro il terreno sotto i piedi, manca l’aria per respirare.

Si parla di un territorio, dove la gente che lavora ( una volta si sarebbero chiamati proletari) non riesce in alcun modo ad avere una certa influenza sull’andamento politico ed economico dello stesso.

Se si eccettuano rare e, tutto sommato, poco efficaci eccezioni (Salvemini, Fortunato, Sturzo, Dorso e qualcun altro), lo sciagurato e amebico politico meridionale è indistruttibile e si organizza su diversi livelli: quello che arriva ai vertici della politica italiana, quello che "fa numero" nelle varie sedi della iper-burocratica macchina politico-amministrativa e quello che è addetto al controllo del territorio dal basso, non raramente in tacito accordo con le fiorenti associazioni a delinquere.

Negli ultimi anni, il Sud e la Calabria hanno ripreso “le valige” e questo sta sconvolgendo tutto il territorio: è tornata l’emigrazione a dissanguare e dilaniare questa parte dell’Italia. Si continua, come negli ultimi 80 anni, a parlare della “quistione” meridionale, quale era tanti anni fa; mentre l’Italia meridionale di oggi è tutt’altra cosa.

Il meridionale, ancora una volta, si vede costretto a prendere suo malgrado la strada per l’estero dove cercherà e otterrà una coscienza di cittadino, che gli viene negata nel Proprio Paese. L’Italia non può più ospitare i figli poveri del suo Mezzogiorno e se ne sbarazza mandandoli via per poi ritrovarseli sugli spalti degli stadi esteri a tifare per la squadra del Paese che gli ha dato i natali e non li ha voluti.

Tornato single qualche anno fa, chi scrive aveva comprato una piccola tana con i soffitti a volta in piazza Caprera a Roma e di tanto in tanto tornava al Sud, per sentirsi dire, facendo la carità a qualche povero, di essere un santo; se invece denunciava e cercava le cause della povertà gli davano del comunista. “E’ veramente un mondo difficile”, come direbbe l’amico Frank Ditch, alias Francois Le Gap. “La vie humaine est impossible:” la vita è letteralmente impossibile per quell’essere impregnato di contraddizioni che è l’uomo, ma è quell’impossibilità che sola è in grado di aprire l’essere contraddittorio alla possibilità delle possibilità. Tutto sembra avere una fine: le stelle esplodono, i cadaveri si decompongono e gli imperi crollano. Sarebbe da chiedersi se anche la psiche, in tutte le sue accezioni, segua il principio della morte.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

 

 

 

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radiCon il concerto “Histoiredu Tango” dedicato ad AstorPiazzolla si è conclusa la XIX edizione del Festival “Radici e Ali” organizzato dai circoli Auser e Uniauser di Paola. Nello splendido Chiostro del S. Agostino, alla presenza di un foltissimo pubblico – tanta gente ha assistito in piedi essendo esauriti i posti a sedere – l’Ensemble dell’Associazione “Il Tritono” ha eseguito un delizioso programma interamente dedicato al compositore argentino. I musicisti (Luigi De Filippi e Angelina Perrotta al violino, Monica Sanfilippo alla viola, Deborah Perri al violoncello e Davide Piluso alla chitarra) hanno magistralmente eseguito brani celebri come AdiosNoniño e Oblivion, veri e propri classici nella letteratura del Tango, OtoñoPorteño, Chiquillin de Baquine la suite Histoiredu Tango, tutti trascritti per la loro formazione dal M° Luigi De Filippi. Una serata molto raffinata e perfettamente riuscita anche nell’organizzazione, che ha confermato il Festival nel ruolo che ormai da anni svolge quale manifestazione di grande qualità e spessore culturale.

Anche quest’anno, infatti, in una forma “itinerante” che ha abbracciato diversi luoghi della città, il Festival Radici e Ali ha offerto un cartellone ricco e differenziato, composto da ben otto serate dedicate ai libri, al teatro e, soprattutto, alla musica con un’offerta sempre diversificata e di altissimo livello.

Dopo due serate presso il Belvedere Auser, si è passati al Chiostro S. Agostino per altre tre manifestazioni; poi il Teatro Mauro Ganeri per uno straordinario concerto ed infine nuovamente il Chiostro S. Agostino per la magnifica conclusione del 25 agosto.

I circoli Auser e Uniauser esprimono grande soddisfazione per questa XIX edizione del Festival, interamente finanziata dalle due associazioni, e desiderano ringraziare gli scrittori e i musicisti che hanno reso possibile questo fantastico viaggio: Antonella Perrotta per “Malavuci” con Antonio Grosso, Armando Orlando per “I libri della musica – Ombre a Mezzogiorno”,l’Associazione Valle del Savuto e i suoi musicisti, Rino Garro per “Alrightcompà”, il duo Hamal Project Daniele Sanfilippo e Deborah Perri, Vincenzo Mercurio per lo spettacolo “Levat’ a pistol down!”, Rosellina Oddo per “Cronache familiari di Calabria”, Emanuele Filella, Alfonso Perrotta per “Maoisti in Calabria”, il duo Elviranna Aceto e Emilio Amendola, Lavinia Mancusi e la sua band (Iacopo Schiavo, Mauro Menegazzi, Nicolò Pagani e Raul “Cuervo” Scebba) per “Revolucionaria!”, l’associazione musicale “Il Tritono” e il suo ensemble per “Histoiredu Tango”.

Un ringraziamento affettuoso ai ragazzi del servizio civile, che con entusiasmo e spirito di condivisione hanno dato un contributo essenziale alla realizzazione di questo Festival.

Infine, grazie di cuore al pubblico: agli spettatori affezionati che da anni seguono Radici e Ali e ai tanti, tantissimi che per la prima volta ci hanno onorato con la loro presenza. Per il calore ricevuto, per il successo decretato con gli applausi e la partecipazione, un commosso ringraziamento e la promessa di ritrovarci il prossimo anno, per una nuova edizione.

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