Le cattedrali del Nord della sanità chirurgica hanno lasciato che si aprisse una filiale all'Annunziata di Cosenza. Questa volta il Carlo Levi che si era fermato ad Eboli ha compiuto un altro passo verso i più derelitti del Sud per chi ha bisogno di operazioni complesse e difficili. Andare al nord per lasciarsi curare dai soliti paesani, che ti avrebbero liberato, con mani meridionali, da quel male che ti aveva fatto tanta paura, non conviene più da quando vieni a sapere che il compaesano che opera nelle più prestigiose cattedrali della chirurgia mondiale, ha deciso di farti risparmiare un viaggio, che potrai eventualmente fare da turista, senza il disagio di lunghe liste di attesa.
Pronto per partire per L’ospedale Mauriziano di Torino, mi accorgo che Cosenza è più vicina, insieme all'opportunità di poter contribuire al successo di un'idea che merita il massimo sostegno. Si sarebbe rivelato più facile prendere i contatti necessari al più presto in un incontro con colui che poteva diventare l'autore di un intervento sulla tua vita, con l'asportazione di un epatocarcinoma nell’addome, di circa 20 cm, che avrebbe richiesto una competenza chirurgica ed una visione nuova per la specificità del caso.
L'incontro con il Prof. Bruno Nardo, in servizio fino a qualche anno fa al Policlinico Universitario S. Orsola di Bologna, ed ora Direttore della Chirurgia Generale Falcone dell’Annunziata, si è svolto a Cosenza verificando la fondatezza delle mie aspettative: quella di poter essere operato da mani sicure e da menti dotate di visione prospettica e sinergica, tali da poter assicurare il massimo di prevedibilità col minimo rischio chirurgico, che sarebbe stato ridotto a zero, dopo verifica della fattibilità al tavolo anatomico tridimensionale.
Speravo e credevo che si sarebbe trattato dell'incontro giusto. Il Prof. accolse il caso come una sfida a sè stesso, per poter sperimentare ancora il superamento dei suoi stessi limiti. Il mio intervento sarebbe stato simulato e pianificato al tavolo anatomico, con ricostruzione tridimensionale disponibile all’Università della Calabria, dove si è avuto conferma che l‘asportazione della massa tumorale poteva essere effettuata.
Avendo 75 anni ed un cuore non perfetto, ma sicuro, come verrà verificato dalle poderose macchine e dal mestiere di un eccezionale cardiologo, il Dr Francesco Greco, dopo avere esplorato le mie coronarie, concede semaforo verde con espressione di completa tranquillità, che contagia tutti gli altri operatori sanitari. Mancava solo l'essenziale opera dell'anestesista, il dr Demetrio Bonofiglio, che rivelerà eccezionali doti di partecipazione non solo scientifica ma anche umana: rallegrandosi successivamente con sè stesso e con gli altri della buona riuscita complessiva dell'intervento, che ha visto anche lui, misurarsi con un caso insolito, la cui sfida non può non essere accettata. Egli si terrà informato fino a notte tarda delle mie condizioni, ricavandone gioia immensa e piacere, per il buon esito di un intervento assai impegnativo. In ogni momento diagnostico mi sono sentito come dentro una fiction televisiva, di un film-commedia all'italiana. Le varie location dentro l'ospedale, apparivano più come scene teatrali, in cui il protagonismo del paziente è quello dell'attore principale,intorno a cui ruota una costellazione di figure professionali di importante e significativo spessore, di una potenza estetica capace di suscitare e trasmettere un messaggio rivitalizzante al paziente cui si misurano le capacità di affrontare l'intervento. Un intervento per me irrinunciabile, ma che agli autori dell'operazione non poteva apparire, neanche minimamente, di incerta possibilità di riuscita. In tutta la mia circolazione labirintica, nell'ospedale, che assembla vari momenti delle mie necessarie diagnosi, si avverte invisibile l'input di un regista, l'input di una regia, che contestualizza ogni momento in vista dell'obiettivo di condurmi in sala operatoria nelle condizioni più rassicuranti. Un regista che orienta e guida i vari momenti con voce curiale e stile vescovile. Dopo un'infinita serie di contatti, che mantiene costanti con i miei familiari, fornendo quasi ora per ora il bollettino della mia situazione, mi viene nel pomeriggio dell’intervento spento il lume della coscienza, sottomettendomi alle sue mani che da lì a poco mi avrebbero liberato dal male, che allignava abusivamente dentro di me. Dopo alcune ore avrei riaperto gli occhi e le orecchie nuovamente nel mio letto di reparto, e non come avrei potuto temere, in un letto di terapia intensiva. Ho avvertito un'assenza: mi mancava quel peso sullo stomaco e non sapevo decidere come godere di una liberazione che giorno dopo giorno sarebbe diventata voglia di vivere, come non provavo più da chissa' quanto tempo, da quando mi abitava quel male oscuro sconfitto all'Annunziata di Cosenza da una banda di pericolosi chirurghi, capaci di osare le imprese più rischiose, sicuri di vincere. Non credo potesse accadere la stessa situazione se mi fossi fatto operare lontano dalla mia terra. Ospedale Annunziata può sembrare un titolo riduttivo e inadeguato al contenuto,ma io ero rimasto impressionato dalla facciata federiciana con cui si era presentato davanti a me, quando ho salito per la prima volta la sua scalinata, guardandolo in faccia. Sono entrato dentro un luogo che subito ho percepito come rassicurante. La forza dei secoli che resiste nell'operosità e genialità dei suoi figli migliori, che eredi di una memoria storica,impersonata dalla statua di Bernardino Telesio, non possono mai mancare di onorare il debito, il grande debito culturale, con un passato di storia e di gloria, in una continuità che anche nei periodi politicamente meno luminosi, può venire garantita dalla ricchezza ribollente di una società civile indomabile, grazie anche al potente ed inesauribile messaggio che partì da Cosenza dalla mente e dal cuore di un uomo, che scosse con le vibrazioni del suo pensiero le migliori menti dell'Italia e dell'Europa, inaugurando un'era nuova per l'umanità intera, che ricade oggi dopo essersi sedimentato nell'agire di mani, che non solamente fanno quello che sanno, perchè l'hanno imparato, ma sanno quello che fanno, perchè possiedono una memoria innata,come direbbe un altro grande pensatore meridionale: G. B. Vico. Un agire che nell'intervento chirurgico trova il massimo campo di espressione, esprimendo una potenza geometrica dimostrativa della forza intellettuale di chi ha voluto scegliere la Chirurgia Generale “Falcone” dell'Annunziata di Cosenza, come santuario presidio della custodia di una forza rigeneratrice e rivitalizzante rinascimentale. Figura araldica il Prof. Bruno Nardo, con accanto il suo scudiero, il guitto Daniele dal Molise, che può prestare già contributi preziosi e insostituibili nell'agire professionale del suo maestro, insieme anche al dottor Marco Doni, il cui nome, come direbbe Oscar Wilde, è la sua persona.
Lettera firmata
Antonino Fontana di Reggio Calabria
Riceviamo e pubblichiamo
dell’Ing. Fabio Pugliese
2021 - autore del libro “Ecco chi è Stato!”, un inedito sulla Statale 106 ionica in Calabria,
2014/2020 - fondatore ed ex presidente dell’O.d.V. “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106,
2013 - autore del libro “Chi è Stato?”, il primo libro scritto sulla strada Statale 106 ionica.
La Sezione Centrale di Controllo della Corte dei Conti nella sua ultima relazione, depositata il 25 gennaio scorso, ha emesso un giudizio a dir poco impietoso sulle spese e, soprattutto, sulla mancata produzione dell’Anas Spa.
Nello specifico è stato rilevato che tutte le previsioni di spesa contenute nel contratto di programma per il 2020 non sono state rispettate ed hanno letteralmente fatto saltare anche le previsioni di spesa contenute nel contratto di programma per il 2021.
In parole poverela percentuale di scollamento tra la previsione di produzione per il 2020 e il consuntivo di quello stesso anno è stata un flop, registrando il -50,9%. Il che ha messo in luce quella che in gergo tecnico viene definita “la variazione negativa in termini di investimenti in nuove opere”e ciò è accaduto a cascata anche nel 2021. In pratica, in Anas Spa, per due anni non si è battuto un chiodo. O, meglio, lo si è battuto a metà.
Tutto questo ha inizio nel 2018 grazie all'Ex Ministro delle Infrastrutture del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli che a dicembre decide di sponsorizzare fortemente e, quindi, ottiene la nomina dell'Ing. Massimo Simonini (capo della sua segreteria al Ministero), come Amministratore Delegato dio Anas Spa.
L’Ing. Simonini viene poi nominato Commissario Straordinario per la Statale 106 e per comprendere cosa ha realmente fatto di “straordinario” per la Statale 106 basta semplicemente spiegare la slide numero 4 contenuta nella sua presentazione in seno alle Commissioni riunite di Infrastrutture e Ambiente della Camera dei Deputati nell’audizione del 3 febbraio 2021.
Il Commissario Simonini, senza alcuna ombra di dubbio “straordinario”, ha in dote 884 milioni di euro, pianifica 12 interventi previsti sulla Statale 106 ma distribuisce queste risorse in modo da avere bisogno, per ognuno di questi interventi, un fabbisogno economico. Eppure, sarebbe bastato poco: concentrare tutte le risorse almeno su uno o due degli interventi che lui stesso ha programmato al fine di realizzarli.
In pratica l’Anas Spa nel biennio 2020 – 2021 non solo ha prodotto il -50,9% rispetto a quello che aveva programmato ma, come si evince banalmente dal rapporto dei togati della Corte dei Conti, di ciò cheha investito e, quindi, prodotto (il rimanente 49,1%), neanche un centesimo di euro è statoimpegnato sulla Statale 106 dal Commissario (senza dubbio), “Straordinario” ed oggi tutto ciò è certificato dalle toghe contabili (oltreché dai nostri occhi).
Tutto ciò dimostra, ancora una volta, oltre ogni ragionevole dubbio, che non c’è mai stata e continua a non esserci la volontà politica di investire per intervenire sulla Statale 106 con interventi di completamento per l’ammodernamento o di messa in sicurezza urgente dell’arteria ormai, tristemente nota, come la famigerata “strada della morte”.
Poi c’è di più…
L'Ing. Simonini, durante la sua gestione disastrosa da Amministratore Delegato di Anas Spa, nel 2020 ha effettuato 1.005 nuove assunzioni, di cui 232 a tempo indeterminato, 724 a tempo determinato e 49 per personale esterno. Ha trasformato 65 contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Infine, si è rilevato un elevato aumento di personale tra quello in entrata e quello in uscita per pensionamenti e cessazioni di contratti e, tutto ciò, ovviamente ha prodotto un notevole aumento dei costi per l’Ente.
Simonini non si è fermato qui perché ha anche determinato un aumento di dirigenti costato all'Ente - come spiegano i magistrati della Corte dei Conti - 431 milioni di euro solo per il 2020. Proprio grazie a Simonini oggi abbiamo in Anas Spa un dirigente ogni due impiegati...
Infine, c’è la ciliegina sulla torta: quella che proprio non poteva mancare. L’Amministratore Delegato di Anas Spa fortemente voluto dall’Ex Ministro alle Infrastrutture del M5S Danilo Toninelli (di cui Simonini è stato capo della Segreteria), il 21 dicembre 2020 ha deliberato un aumento di 15.000 euro per ogni componente del Consiglio di Amministrazione con decorrenza al passato: da aprile 2020... Mentre per lui è stato disposto un aumento di ben 70.000 euro in più sui 180.000 precedentemente previsti per un totale di 250.000 euro annui lordi.
Insomma, un giusto premio per i grandi risultati ottenuti.
Non c’è dubbio.
Peccato che la politica calabrese (consiglieri regionali e parlamentari su tutti), non legge e quindi ancora non riesce a rimuovere il Commissario “Straordinario” per la Statale 106 anche se, a questo punto, nasce un dubbio molto forte: nonostante l’evidente fallimento dell’Ing. Simonini, è mai possibile che nessuno realmente e concretamente vuole la sua rimozione semplicemente per un proprio tornaconto politico…?
Intanto, le stragi sulla Statale 106 continueranno e, anzi, purtroppo saranno destinate ad aumentare: ma parliamoci francamente, di chi sono le responsabilità morali…?
Proposti nuovi collegamenti veloci per Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Campania.
La rivalutazione del trasporto su ferro è uno dei cambiamenti a cui siamo approdati dopo il periodo di emergenza pandemica.
A muovere le richieste di un pool di Associazioni e Comitati del Mezzogiorno è stato un profondo ripensamento dei paradigmi su cui si fondano i modelli organizzativi.
In funzione di obiettivi comuni,Svimar, Comitato Magna Graecia, Unione delle Associazioni della Riviera dei Cedri e del Pollino e Ferrovie in Calabria, hanno inviato una lettera al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ed al Direttore della Divisione Passeggeri Lunga Percorrenza e Alta Velocità di Trenitalia, Paolo Attanasio.
Oggetto della missiva é stata la proposta, già a partire dal prossimo mese di giugno, di creare tre importanti collegamenti diretti.
Nella specifico a Trenitalia è stata chiesta:
-l’istituzione di un treno Intercity fra Bari Centrale e Palermo via Sibari/Paola;
-l’istituzione per il periodo estivo, di un FrecciarossaTorino/Milano-Reggio Calabria via Adriatica/Sibari/Paola (in prolungamento di una corsa esistente ed attualmente attestata nel Capoluogo pugliese);
-l’istituzione di un collegamento Frecciargento diretto fra Reggio Calabria e Genova (unificando delle corse già esistenti);
La particolarità delle prime due proposte ha riguardato la predisposizione di una fermata a Cosenza, ad oggi non servita da treni a lunga percorrenza. Inolte, tramite servizi in coincidenza a Sibari, le connessioni con le città di Corigliano-Rossano e Crotone, ancora non servite da rete elettrificata. Infine, la predisposizione a Paola di coincidenza con i regionali dall'alto Tirreno ed a Rosarno con i bus dalla Locride.
Basilicata, Calabria e Sicilia avrebbero così servizi diretti con importanti località del centro-nord come Parma, Modena, Rimini, Riccione, Pesaro, Ancona e Pescara.
Ma il vantaggio più innovativo sarebbe quello di collegare fra di loro grandi città del Sud quali Bari, Messina, Catania e Palermo, capillarizzando, con i servizi in coincidenza, l'Arco Jonico e la Riviera dei Cedri.
Contestualmente é stata inviata una missiva ad Italo-NTV per chiedere, sulla scia di quanto avvenuto con l'istituzione del Frecciargento Sibari-Bolzano, la creazione di un nuovo collegamento AV Sibari-Milano/Torino.
In questa caso é stato suggerito di sacrificare la sosta a Napoli Centrale, già oppurtunamente servita, a favore di quelle di Cosenza e Battipaglia. Prevedendo, inoltre, un collegamento in coincidenza da e per Crotone, il proposto servizio potrebbe soddisfare le esigenze di mobilità dei tre grossi ambiti demografici dell'Arco Jonico, della Valle Crati e del Golfo di Policastro.
La speranza resta quella di vedere realizzate tali proposte nel più breve tempo possibile. In questo modo, quindi, non solo si favorirebbe la mobilità interregionale, ma ci sarebbero riverberi positivi anche per il comparto turistico.
Crotone/Corigliano-Rossano, sabato 26 marzo 2022
Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia
INFO:
www.magnagraecia.eu
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