Nella giornata di sabato, in due distinti interventi la Polizia di Stato ha deferito tre extracomunitari, tutti per reati contro la persona per fatti avvenuti nel centro storico.
In particolare, la squadra volante è intervenuta nel tardo pomeriggio a seguito di una chiamata al 113, dove veniva segnalata una rissa tra più stranieri.
All’arrivo delle volanti, alcune delle persone coinvolte riuscivano a scappare, mentre due stranieri venivano bloccati.
In particolare uno dei due, di origine gambiana, dopo aver divelto un’asse di legno da una panchina, cercava di aggredire un altro straniero, di nazionalità afghana, che, intanto, aveva in mano tre sassi.
Ciononostante, grazie al tempestivo intervento del personale della Polizia di Stato, i due venivano bloccati e denunciati.
Sempre nella serata di sabato, personale delle volanti notava nelle vie del centro un extracomunitario, di origini somale, in evidente stato di ubriachezza che minacciava i passanti con una bottiglia di vetro.
Questo, al tentativo degli operatori di bloccarlo, opponeva resistenza, ma, con non poca difficoltà, veniva calmato e accompagnato in Questura.
Per questi motivi è stato deferito all’A.G. per i reati di “resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale” e “minaccia aggravata”.
Per tutti e tre gli stranieri sono in corso accertamenti di natura amministrativa circa la loro posizione sul territorio nazionale.
Calabria 7 16 Settembre 2019
In nome delle poltrone Pd e Movimento 5 Stelle non conoscono vergogna.
Anche nei nomi e sui numeri dei sottosegretari hanno trovato la quadra.
Dopo alcuni giorni di trattative l’accordo è finalmente arrivato: 22 + 6 poltrone al M5S e 18+4 al Partito Democratico.
Hanno sistemato tra Sottosegretari e Vice Ministri 50 Deputati e Senatori.
L’Ufficio di collocamento ha funzionato alla perfezione.
E’ riuscito a trovare un lavoro ben remunerato a 50 uomini e donne che nella vita civile non avrebbero mai trovato, neppure come minatori o bagnini nelle assolate spiagge italiane.
Tutti felici e contenti?
Non direi.
Alcuni Deputati e Senatori che aspettavano con ansia e trepidazione la promozione e non sono stati accontentati ci sono rimasti malissimo.
I renziani addirittura sono in rivolta contro la Segreteria del partito perché nessun Deputato o Senatore della Toscana è stato nominato sottosegretario.
Parlano di una vendetta contro Renzi.
Il Senatore calabrese Ernesto Magorno ha bocciato la scelta del suo partito per non aver inserito un calabrese nella squadra di Conte.
Una calabrese, però, è entrata a far parte della squadra di Conte.
Si tratta di Anna Laura Orrico eletta nel Collegio uninominale di Cosenza.
Sarà Sottosegretario alla Cultura.
Liberi e Uguali ha ottenuto due posticini e uno anche il Movimento per gli italiani all’estero.
Da oggi in poi anche un solo voto conterà nelle votazioni specialmente al Senato e una poltrona ben remunerata aiuta il Governo a sopravvivere.
E a noi, miseri mortali? Niente.
A noi non hanno offerto niente, neppure una poltroncina sgangherata.
Anche noi abbiamo contribuito col nostro voto a mandare Deputati e Senatori nullafacenti alla Camera e al Senato.
Ma forse il nostro voto non servirà più, avranno il voto degli extracomunitari.
Ora il Governo può iniziare a lavorare per il bene del paese.
Come? Porti aperti e accoglienza indiscriminata ai poveri cristi che lasciano la loro terra e sbarcano in Italia per riempire le strade e le piazze delle nostre città senza alcuna prospettiva.
Le coop ringraziano e qualcuno già brinda e esulta: Hanno sconfitto Salvini.
E Franceschini è pronto ad aprire una nuova stagione di alleanza con il M5Stelle. Potranno presentarsi insieme alle elezioni regionali.
Per fare cosa?
Impedire alla destra e a Salvini in particolare di vincere anche in Umbria, Calabria ed Emilia Romagna.
A Roma ci sono riusciti.
Hanno estromesso con un inciucio il Ministro Salvini dal Viminale.
Ma il M5Stelle, per il momento, nonostante le lusinghe del Pd ha detto no. Per il momento, domani si vedrà.
Per anni hanno detto che mai e poi mai avrebbero fatto un Governo col Pd, oggi, invece, sono insieme, si abbracciano e giurano che questo Governo del professorino durerà l’intera legislatura come ha promesso lo stesso premier nel lungo discorso pronunciato alla Camera e al Senato.
Cosa ha promesso agli italiani? Tante cose belle. E intanto le macerie delle case crollate durante il terremoto di tre anni fa non sono state neppure rimosse.
E il Premier ha avuto il coraggio e la faccia tosta di ripresentarsi nelle zone terremotate e ha promesso ancora una volta che gli abitanti non saranno dimenticati.
Campa cavallo che l’erba cresce.
Ma forse lui non conosce questo antico e saggio proverbio.
Ma perché gli abitanti di Accumoli non sono scesi in piazza?
I forconi, i forconi ci vogliono.
Il Movimento Cinque Stelle ha smentito l'ipotesi di alleanza col Pd in occasione delle Regionali in Umbria, circolata nelle ultime ore
Il Movimento Cinque Stelle ha smentito l’ipotesi di alleanza col Pd in occasione delle Regionali in Umbria, circolata nelle ultime ore dopo essere stata proposta dal ministro Dario Franceschini.
Come riporta l’Ansa, fonti del movimento hanno dichiarato: “Il tema delle alleanze alle regionali non è all’ordine del giorno.
Dunque non c’è in ballo alcuna possibile alleanza con il Pd in vista delle prossime elezioni Regionali”.
Le elezioni Regionali in Umbria si terranno il prossimo 27 ottobre, ma la proposta del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo non ha trovato terreno fertile tra gli alleati di governo.
L’idea era stata accolta positivamente anche dal segretario del Pd Nicola Zingaretti, e criticata dal leader della Lega Matteo Salvini.
I portavoce del M5s hanno precisato: “Le priorità per il MoVimento sono altre, ci sono temi importanti da affrontare e provvedimenti da realizzare in tempi celeri a favore dei cittadini.
Una cosa è certa: le dinamiche interne tra forze politiche non interessano agli italiani e non servono a far crescere il Paese.
Rimaniamo concentrati sulle cose concrete come il taglio dei parlamentari e l’abbassamento delle tasse“.
Intanto, Matteo Salvini ha rassicurato il suo elettorato a un’iniziativa a Orvieto: “Ho visto anche oggi che secondo gli ultimi sondaggi la Lega è il primo partito italiano.
Quindi non penso che potranno andare avanti a lungo solo nel nome della poltrona e dell’odio nei confronti della Lega”.
Ndr: Matteo. La lega non è l’ombelico del mondo!
«È indispensabile rivedere con rapidità la rete dell’assistenza ospedaliera, al fine di determinare con esattezza il fabbisogno di personale per le assunzioni necessarie nella sanità calabrese».
Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, che aggiunge: «Spesso si parla di assunzioni in termini astratti, senza criteri e obiettivi.
A riguardo la retorica di attori politici e sociali è stata deleteria.
Del commissario Saverio Cotticelli ho potuto invece apprezzare la serietà e l’impegno, peraltro in una lunga fase di tensioni istituzionali e di reggenza temporanea delle aziende del Servizio sanitario regionale, che devono avere vertici stabili, capaci, sganciati dal potere e in grado di assicurare il rispetto della legalità e la piena tutela della salute».
«Confido – prosegue il deputato del Movimento 5 Stelle – che la sub-commissaria Maria Crocco, appena insediatasi, definisca il fabbisogno di personale sulla scorta di un’attenta riorganizzazione della rete dell’assistenza ospedaliera, che rappresenta la base per procedere al reclutamento del personale sanitario in ospedali e strutture territoriali.
Il vecchio quadro delle assunzioni risente di logiche clientelari e non garantisce affatto l’affidabilità dell’emergenza-urgenza».
«Le unità operative e i cittadini della Calabria – sottolinea il parlamentare – hanno subito oltremodo sterili campanilismi, squallide speculazioni politiche, sfacciati favoritismi, timori di più direttori generali reggenti, grossi interessi di privati, pesanti carenze di organico nel dipartimento regionale Tutela della salute e perfino dei mezzi di base nella struttura commissariale.
Ora bisogna cambiare partendo dalla riorganizzazione ragionata dei servizi sanitari e rimuovendo quelle prassi di palazzo, anche ministeriali, che bloccano le nuove assunzioni e infine creano paralisi inaccettabili dei reparti, come per esempio successo a Castrovillari, a Corigliano-Rossano e a San Giovanni in Fiore».
«Mi auguro – conclude Sapia – che gli alleati di governo del Pd concordino sulla necessità di allontanare definitivamente dalla gestione della sanità calabrese il presidente della Regione, Mario Oliverio, e il proprio consulente Franco Pacenza, primi responsabili politici del grave degrado di tante strutture sanitarie pubbliche».
Avrebbe postato una foto 'fake' del 2017 con saluti romani spacciandola per un'immagine scattata oggi alla manifestazione contro il governo, invocando piazzale Loreto per chi era in piazza il segretario dem di Civitavecchia, Stefano Giannini, finito nel mirino della Lega che lo accusa di aver "postato sul suo profilo una foto falsa, relativa a una manifestazione neofascista del 2017 che nulla aveva a che fare con l'iniziativa odierna del centrodestra propalando quindi fake news allo scopo di diffondere odio sui social".
A quanto riferito dalla Lega di Civitavecchia, che ha diffuso anche gli screenshot dei post, Giannini avrebbe prima accompagnato la foto falsa con il commento: "Non meritate di stare all’opposizione effettivamente vi preferisco a testa all’in giù a piazzale Loreto".
Messaggio che sarebbe stato poi corretto in "Non meritate di stare all’opposizione. Meritate di stare in galera".
Con aggiunta di Ps: "post modificato per non urtare la sensibilità di alcuni...".
Secondo la Lega inoltre la foto postata oggi sarebbe un fotomontaggio costituito nella parte superiore da una vecchia foto del 2017 in cui un gruppo di manifestanti fa il saluto romano e in quella inferiore da una foto di oggi in cui uno dei dimostranti alza il braccio in segno di saluto romano.
"Proprio nel giorno in cui il ‘nuovo’ premier Giuseppe Conte richiama le opposizioni ad usare ‘parole miti’ - prosegue il comunicato della Lega - a Civitavecchia c'è chi invita ad impiccare gli italiani che hanno liberamente e pacificamente manifestato stamane in piazza.
E si tratta anche di un dirigente del Pd, politicamente molto legato al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Ci attendiamo dal Pd, sempre pronto a predicare bene ma assai spesso efficace solo nel razzolare male, che nei confronti del loro dirigente Giannini siano immediatamente assunti i provvedimenti del caso", conclude.
Laura Ferrara è una bella persona.
Vorremmo crederle quando la stampa dice che esclude ogni possibilità di dialogo politico con il PD.
Ma ci è difficile.
Laura dice :
«Voglio ricordare a tutti che le regole del M5S non permettono coalizioni con partiti politici e che l’unica alleanza prevista, come votato a luglio, è con le liste civiche pure».
E quando aggiunge «Sono a Bruxelles a portare avanti il mio lavoro in Europarlamento.
Non ho incontrato nessuno e nella mia agenda non è previsto alcun appuntamento con esponenti del PD per discutere di elezioni regionali».
Noi non interpretiamo queste parola come una chiusura ad un accordo con il PD per le prossime elezioni regionali
E tantomeno le interpretiamo come la esclusione della accettazione della candidatura di Oliverio a Governatore della Calabria.
Il Partito Democratico ovvero il Partito Comunista Italiano è tornato al Governo dopo un anno di astinenza e il suo segretario Nicola Zingaretti a Ravenna a conclusione della festa dell’Unità è stato accolto trionfalmente dai simpatizzanti sulle note del famoso inno dei comunisti:-Avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà-.
Qualcuno si è scandalizzato, io no.
E sapete perché? Perché il Partito Comunista Italiano non è morto.
E’ stato sconfitto dalla storia, in Russia e negli stati europei che dopo il conflitto mondiale furono invasi dall’Unione Sovietica, ma in Italia esiste ancora.
E l’altro giorno, durante il giuramento dei Ministri, un esponente comunista, Ministro del secondo Governo Conte, si è presentato indossando una bella cravatta rossa.
Il Partito Comunista Italiano ha cambiato nome diverse volte in questi ultimi anni dopo il crollo del muro di Berlino per prendere in giro la gente, ma i dirigenti sono rimasti sempre gli stessi e gli agitprop e i trina ricciuti, pur cambiando pelle come i serpenti, sono rimasti sempre fedeli al marxismo e allo stalinismo.
La falce e il martello ce l’hanno sempre nei loro cuori. Il P.C.I. non è mai morto.
E’ vivo. E ieri sera i comunisti erano tutti a Ravenna a festeggiare il loro segretario, ma soprattutto il ritorno a Palazzo Chigi grazie al matrimonio con gli ex nemici 5 Stelle.
Cantavano a squarciagola, battevano le mani e le bandiere del partito garrivano al vento.
Una nota stonata, non c’è che dire.
Mancavano le bandiere rosse con la falce e il martello.
Sul palco con Zingaretti c’erano Gentiloni e Franceschini, i quali forse anche loro sussurravano piano piano :-Viva il comunismo e la libertà-.
Si sono vergognati? Macchè! Anche loro provengono da un partito che per prendere per i fondelli gli italiani ha usato la croce di Cristo nel simbolo del partito.
E quando con tangentopoli il partito si è sciolto come neve al sole, senza vergognarsi, sono confluiti nel PDS, nel Ds, nel Pd che vuol dire Partito Comunista Italiano. Se Gentiloni e Franceschini non la pensavano come quelli che intonavano “Bandiera Rossa” avrebbero dovuto abbandonare la manifestazione. Invece sono rimasti accanto al loro segretario, hanno risposto al saluto e hanno cantato l’inno dei lavoratori.
Provengono, è vero, dalla Democrazia Cristiana, ma da quella democrazia cristiana catto comunista. E ora che dopo un anno di astinenza e digiuno sono entrati a Palazzo Chigi e in Europa anche loro hanno intonato “Bandiera Rossa”, perché solo e soltanto con i metodi marxisti e stalinisti hanno potuto occupare le comode poltrone parlamentari.
E l’inno della Democrazia Cristiana se lo sono dimenticato?
Forse “Bianco fiore simbolo d’amore” non l’hanno mai cantato.
E poi cosa ci azzeccano Gentiloni e Franceschini con la festa dell’Unità.
Ma questo giornale esiste ancora?
Il giornale è scomparso, la festa è rimasta, e i comunisti ancora ci sono e nelle manifestazioni di piazza si fanno ancora sentire intonando “Bandiera Rossa” e mangiando hot dog e salsicciotti. Bandiera rossa trionferà, viva il comunismo e la libertà.
I vari studi criminologici sulle mafie nigeriane confermano che dagli anni ’80, il crimine organizzato nigeriano si è ramificato in tutto il mondo. Tra i vari Paesi in cui ha attecchito stabilendo solide radici vi rientra senza dubbio l’Italia. Ci siamo chiesti quindi quali potrebbero essere le motivazioni per l’arrivo del crimine organizzato nigeriano in Italia. Non vi sono dubbi circa il fattore principale: le mafie seguono i flussi di denaro.
Questo ha motivato le organizzazioni criminali nigeriane a muoversi verso il nostro Paese e tramite esso invadere anche l’Europa.
Il fenomeno migratorio cominciò con la grande crisi degli anni ‘80 che portò la Nigeria verso la corruzione endemica e la più grande depressione economica del Paese. Questi eventi purtroppo hanno significato nuove opportunità di lavoro all’estero e quindi molti nigeriani emigrarono soprattutto avendo come meta il nostro Paese. Ovviamente assieme a tante brave persone nel flusso migratorio si mossero anche molte componenti della criminalità organizzata locale.
La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa, quindi, statisticamente, ha anche numero maggiore di persone coinvolte in attività criminali. Molti laureati disoccupati con ottime competenze informatiche hanno approfittato del boom dell’informatica negli anni ’90 e sono diventati specialisti nel settore dei crimini informatici. La famosissima truffa alla nigeriana è una truffa postale, sia informatica sia tradizionale, tra le più diffuse al mondo, inventata nel 1992 per lettera e nel 1994 per e-mail. Esistono numerose varianti ma in genere si presenta uno sconosciuto che non riesce a sbloccare un conto in banca di milioni di dollari, questi, sarebbe un personaggio noto che avrebbe bisogno di un prestanome che si occupi dell’operazione al suo posto in cambio di una percentuale. L’ammontare del raggiro è molto remunerativo senza che le autorità possano davvero fare qualcosa per fermare il fenomeno. Può sembrare assurdo ma da questa semplicissima truffa ha inizio il crimine transnazionale nigeriano.
In Italia, i gruppi criminali nigeriani ormai hanno stabilito partnership con tutte le mafie locali (ndrangheta, camorra, mafia siciliana, mafie pugliesi). Alcuni membri della mafia nigeriana confermano il dato già noto a noi studiosi della materia che i nigeriani s’ispirano alla struttura e ai metodi operativi delle famiglie mafiose italiane, usando l’intimidazione per gestire le loro attività e cercando di governare sia le imprese legali sia illegali attraverso il sistema delle estorsioni.
I gruppi criminali nigeriani hanno avuto un tale successo nel mimare le famigerate famiglie che la polizia italiana ha iniziato a considerarle “mafia”. Possiamo affermare senza timore di smentita che la mafia nigeriana oggi in Italia ha una struttura attiva, partenariati internazionali e una strategia criminale ben pianificata. L’arrivo di un gran numero d’immigranti nigeriani per le mafie autoctone ha significato all’inizio poter appaltare alcune attività criminali meno remunerative. Nel tempo però il crimine organizzato nigeriano si è affermato grazie alla grande richiesta di prostitute nigeriane e ha portato nel mercato italiano cocaina e soprattutto crack.
Agli inizi degli anni novanta, i locali notturni iniziarono ad assumere buttafuori nigeriani come sicurezza, sostituendo gli italiani che erano più inclini alla violenza e attiravano l’attenzione indesiderata della polizia. Questo ha dato una risorsa di marketing ai nigeriani coinvolti nella droga, che hanno potuto ampliare il loro mercato vendendo nei locali notturni. Questo ha consentito loro di affermarsi come spacciatori della catena di distribuzione di cocaina e crack.
La mafia nigeriana, prima di stabilirsi in Italia, ha creato sempre accordi di non belligeranza con le mafie autoctone. Per introdurre la droga in Italia, i nigeriani, utilizzano corrieri remunerandoli con circa tremila euro per ogni trasporto andato a buon fine. Si tratta soprattutto di donne, provviste di regolari permessi di soggiorno, che sono utilizzate non più di due o tre volte per evitare che la ripetizione dei visti insospettisca la polizia di frontiera. Ad alcune di queste donne particolarmente fedeli all’organizzazione è conferito il titolo di “maman” per avviarle alla gestione delle prostitute (vere e proprie schiave sessuali) di esclusiva origine nigeriana.
Altro settore sotto controllo delle mafie nigeriane è l’accattonaggio. Quando, cedendo al sentimento di umana pietà, regaliamo un euro all’immigrato che ci attende fuori dal supermercato, al semaforo, davanti al ristorante o al bar, è bene sapere che, di quell’euro, forse neppure cinque centesimi gli rimarranno in disponibilità. Il resto finirà all’organizzazione che lo controlla e cioè ai nigeriani. E’ un settore molto redditizio che va tutto a beneficio della mafia nigeriana. Se si pensa alle molte centinaia di fonti, da cui questo flusso di denaro proviene (parcheggi, questua, prostituzione, spaccio, caporalato), si parla d’ingenti guadagni che nessuna attività legale è in grado di eguagliare. Guadagni che la mafia nigeriana utilizza per acquistare droga, cercare altre rotte di smercio, aprire attività di copertura, come centri interculturali, circoli ricreativi e negozi etnici. In quasi tutte le regioni italiane a organizzare il caporalato sono i mafiosi nigeriani che schiavizzano gli altri clandestini sfruttandoli in condizioni totalmente disumane.
Nell’ultima relazione antimafia la DIA conferma che le cosche nigeriane sono radicate in almeno sette regioni: Lazio, Campania, Calabria, Piemonte, Puglia, Sicilia e Veneto, dove trattano da pari a pari con la malavita italiana e ci sono otto città che sono i loro capisaldi: Torino, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Bari, Caserta. I pentiti e le tante operazioni di polizia rivelano che anche Padova, Macerata, Ferrara e nella piccola regione del Molise sono entrate a far parte di questo elenco e che in Sardegna, a Cagliari in particolare, c’è un forte radicamento dei Supreme Eye, mentre in Lombardia cominciano a farsi vedere anche i cd. colletti bianchi della mafia nigeriana nel bresciano, nell’hinterland milanese e nella bergamasca.
Stando alle ultime indagini la mafia nigeriana avrebbe messo in piedi un altro orribile mercato che riguarda il traffico di esseri umani e di organi. Il mercato è così florido che esiste anche un listino prezzi: un rene varrebbe cinquantamila euro, le cornee ventimila, il midollo ventimila e il cuore, duecentocinquantamila euro. La grande adattabilità della mafia nigeriana è il suo punto di forza e le modalità operative diverse per ogni gruppo fanno sì che agli inquirenti resti incomprensibile e difficile da perseguire la loro attività criminale.
Le nostre mafie si nutrono tramite il condizionamento delle attività economiche, passando per la corruzione di politici, pubblici funzionari, imprenditori, appalti ottenuti illegalmente, minacce e intimidazioni, per ottenere il controllo del territorio. La criminalità nigeriana invece non essendo in grado di agire come le mafie autoctone si dedica a tutto ciò che non interessa direttamente alle mafie locali e gli accordi di non interferenza di conseguenza giocano a favore sia dell’una sia dell’altra organizzazione criminale.
Il primo germoglio criminale nasce proprio nei centri di accoglienza, mentre uno dei fattori in grado di alimentare questa giro potrebbe essere anche il flusso degli sbarchi. Dalla Libia sono reclutate e obbligate a imbracarsi giovani donne nigeriane, le quali una volta in Italia sono messe sui marciapiedi, costringendole non solo a prostituirsi ma a diventare schiave nei campi e nelle imprese italiane. I soldi ricavati da prostituzione e droga, pertanto, sono il carburante che tiene in vita le varie cellule africane che sono il vero cordone ombelicale della mafia nigeriana.
Secondo il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato alcuni arrestati membri del clan Vikings avevano come base operativa il Cara di Mineo, in provincia di Catania. Pertanto, anche i centri di accoglienza andrebbero maggiormente attenzionati. Questa nuova mafia sta diventando sempre più potente e pericolosa ma giacché è quasi invisibile agli occhi dei più ed è poco conosciuta dall’opinione pubblica e dall’associazionismo antimafia, se ne parla troppo poco. Forse è arrivato il momento di affrontare più seriamente il problema!
Vincenzo Musacchio – Presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise
Se lo ricordino gli amici dei 5stelle ora che saranno chiamati ad esprimersi sul governo PD-M5s.
La storia leggerà le loro scelte.
Ovviamente non lo dico io, lo dice, tra gli altri, nientemeno, che Zingaretti
Lo fa dicendo ne restano a bordo ancora 31.: “Il governo non faccia finta di nulla”
Intanto l'Alan Kurdi, dopo che anche i ministri Trenta e Toninelli hanno firmato il divieto di ingresso, ha fatto rotta verso Malta.
Il segretario Pd: "È la conferma che in Italia sull'immigrazione bisogna cambiare tutto"
Già sabato Nicola Zingaretti aveva dichiarato che quanto sta succedendo “non è umano”.
E ieri il segretario del Pd ha scritto su Twitter: “La vicenda Mare Jonio conferma che in Italia sull’immigrazione bisogna cambiare tutto.
Coinvolgere con autorevolezza l’Europa, unire sicurezza, legalità e umanità è possibile.
Il Governo non faccia finta di niente, stiamo parlando di esseri umani”.
Ecco il problema.
Una ipocrisia galoppante, inarrestabile, irrefrenabile.
La distruzione dei valori della cultura italiana venduti all’Europa ed altri.
Ma perchè i migranti diventano esseri umani solo quando sono sulle navi delle ONG e non anche nei centri libici o nel deserto libico?
Perché Zingaretti, il Papa, i PPMM non dispongono l’invio di navi, magari delle stesse ONG, per prelevare i migranti dai campi libici, pullman per portarli in sicurezza nel deserto, militari disarmati nei loro paesi di provenienza per offrire la possibilità di venire tutti in Italia( non dico in Europa).
Non ci sarebbe più bisogno di porti sicuri
Non ci sarebbero più annegamenti.
Non ci sarebbero più ingiustizie nel mondo.
W il Papa che apre il Vaticano ai migranti .
W certa magistratura che scopre i diritti dei migranti
Wn Zingaretti che vuole cambiare la politica verso le “migrazioni” aiutando l’Africa a venire in Italia.
Catanzaro. “La possibile nascita di un governo targato Movimento 5 Stelle e Pd non significa in alcun modo che la stessa alleanza debba essere replicata nelle regioni e nelle varie realtà locali prossimamente chiamate al voto”.
E’ quanto afferma, in una nota, la deputata del Movimento 5 Stelle, Federica Dieni.
“Quanto al presunto patto elettorale, paventato da alcune testate locali, tra Pd e M5S alle prossime elezioni comunali di Reggio Calabria – aggiunge Dieni – affermo, senza temere smentite, che non esiste, in tal senso, alcun contatto, né dialogo finalizzato a un’intesa, tra il Movimento e il Pd o tra il Movimento e il sindaco Falcomatà.
Il M5S, a Reggio, non stringerà alleanze con altri partiti o forze politiche”.
“La maggioranza degli iscritti alla piattaforma Rousseau, nel luglio scorso – sostiene ancora Dieni – ha dato il via libera a collaborazioni elettorali solo con liste civiche.
Qualsiasi altra ipotesi, a Reggio e nel resto della Calabria, è quindi destituita di ogni fondamento”.
La Dieni sa usare bene le prole.
- La Dieni dice che ““La possibile nascita di un governo targato Movimento 5 Stelle e Pd non significa in alcun modo che la stessa alleanza debba essere replicata nelle regioni e nelle varie realtà locali prossimamente chiamate al voto”. Ma non esclude che “non possa”!
- Sempre la Dieni dice “affermo, senza temere smentite, che non esiste, in tal senso, alcun contatto, né dialogo finalizzato a un’intesa, tra il Movimento e il Pd o tra il Movimento e il sindaco Falcomatà. Ma non esclude che non possa esistere!
Insomma. Chi vivrà ,vedrà!