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Avanti popolo, alla riscossa di Francesco Gagliardi

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Il Partito Democratico ovvero il Partito Comunista Italiano è tornato al Governo dopo un anno di astinenza e il suo segretario Nicola Zingaretti a Ravenna a conclusione della festa dell’Unità è stato accolto trionfalmente dai simpatizzanti sulle note del famoso inno dei comunisti:-Avanti popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà-.

Qualcuno si è scandalizzato, io no.

E sapete perché? Perché il Partito Comunista Italiano non è morto.

 

E’ stato sconfitto dalla storia, in Russia e negli stati europei che dopo il conflitto mondiale furono invasi dall’Unione Sovietica, ma in Italia esiste ancora.

E l’altro giorno, durante il giuramento dei Ministri, un esponente comunista, Ministro del secondo Governo Conte, si è presentato indossando una bella cravatta rossa.

Il Partito Comunista Italiano ha cambiato nome diverse volte in questi ultimi anni dopo il crollo del muro di Berlino per prendere in giro la gente, ma i dirigenti sono rimasti sempre gli stessi e gli agitprop e i trina ricciuti, pur cambiando pelle come i serpenti, sono rimasti sempre fedeli al marxismo e allo stalinismo.

La falce e il martello ce l’hanno sempre nei loro cuori. Il P.C.I. non è mai morto.

E’ vivo. E ieri sera i comunisti erano tutti a Ravenna a festeggiare il loro segretario, ma soprattutto il ritorno a Palazzo Chigi grazie al matrimonio con gli ex nemici 5 Stelle.

Cantavano a squarciagola, battevano le mani e le bandiere del partito garrivano al vento.

Una nota stonata, non c’è che dire.

Mancavano le bandiere rosse con la falce e il martello.

Sul palco con Zingaretti c’erano Gentiloni e Franceschini, i quali forse anche loro sussurravano piano piano :-Viva il comunismo e la libertà-.

Si sono vergognati? Macchè! Anche loro provengono da un partito che per prendere per i fondelli gli italiani ha usato la croce di Cristo nel simbolo del partito.

E quando con tangentopoli il partito si è sciolto come neve al sole, senza vergognarsi, sono confluiti nel PDS, nel Ds, nel Pd che vuol dire Partito Comunista Italiano. Se Gentiloni e Franceschini non la pensavano come quelli che intonavano “Bandiera Rossa” avrebbero dovuto abbandonare la manifestazione. Invece sono rimasti accanto al loro segretario, hanno risposto al saluto e hanno  cantato l’inno dei lavoratori.

Provengono, è vero, dalla Democrazia Cristiana, ma da quella democrazia cristiana catto comunista. E ora che dopo un anno di astinenza e digiuno sono entrati a Palazzo Chigi e in Europa anche loro hanno intonato “Bandiera Rossa”, perché solo e soltanto con i metodi marxisti e stalinisti hanno potuto occupare le comode poltrone parlamentari.

E l’inno della Democrazia Cristiana se lo sono dimenticato?

Forse “Bianco fiore simbolo d’amore” non l’hanno mai cantato.

E poi cosa ci azzeccano Gentiloni e Franceschini con la festa dell’Unità.

Ma questo giornale esiste ancora?

Il giornale è scomparso, la festa è rimasta, e i comunisti ancora ci sono e nelle manifestazioni di piazza si fanno ancora sentire intonando “Bandiera Rossa” e mangiando hot dog e salsicciotti. Bandiera rossa trionferà, viva il comunismo e la libertà.

Redazione TirrenoNews

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