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Appalti al clan . Inquisito l’assessore Michele Trematerra ed altri 14. Ecco i nomi
Martedì, 10 Giugno 2014 16:16 Pubblicato in CalabriaUna bomba la notizia che il PM antindrangheta Pierpaolo Bruni ha indagato l’assessore Michele Trematerra, 50 anni, sposato, due figli, medico,' assessore regionale all'Agricoltura e alla Forestazione dal 2010, consigliere nazionale dell'Udc, in Consiglio regionale dal 4 aprile 2005, nella lista dell'Udc, rieletto recentemente con 10.816 preferenze.
Il reato contestato è quello di concorso esterno in associazione mafiosa.
Ma ecco i nomi degli indagati e le sedi perquisite dai carabinieri.
I nomi
Michele Trematerra,
Giuseppe Perri, 58 anni, considerato il capo della cosca di Acri legata ai Lanzino;
Angelo Gencarelli, 58 anni, ex consigliere comunale, esponente del sodalizio e componente della segreteria politica di Trematerra;
Giuseppe Burlato, 37 anni;
Giuseppe Tarsitano, 58 anni;
Massimo Greco, 32;
Angelo Ferraro, 53;
Giorgio La Greca, 71;
Salvatore Gencarelli, 50;
Antonio Gencarelli, 28;
Carmine Pedace, 44;
Luigino Terranova, 34;
Luigi Maiorano, 49, ex sindaco di Acri;
Elio Abbruzzese, 52;
Franco Caruso, 55 anni.
23 le perquisizioni ordinate in abitazioni private, uffici della regione e sei imprese
"Fai Srl" con sede ad Acri;
Azienda Agricola "Perri Rosa" di Rose;
"Fratelli Terranova" di Acri;
"Pedace Carmine" di Acri;
"La Fungaia di Molinaro Gabriella" di Luzzi;
"Inerti Petrini sas" di Luzzi.
Perquisito anche lo studio legale dell'avvocato Maiorano, ex sindaco di Acri.
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Amantea: il secco NO allo streaming del consiglio comunale
Martedì, 10 Giugno 2014 16:12 Pubblicato in Primo PianoLa richiesta era stata presentata dal Movimento 5 Stelle di Amantea, che si erano offerti anche di allestire e preparare il necessario alla trasmissione via web del primo consiglio comunale targato Sabatino
Ecco cosa scrive Francesca Menichino consigliere di opposizione e candidata alla carica di Sindaco per il M5S Amantea.
“Aspettavamo la risposta: è arrivato un DINIEGO.
NO alla diretta streaming.
Le motivazioni qui enunciate ci sembrano giuridicamente molto fragili, perché si dice per l' autorizzazione occorrono due elementi:
1)"Che si tratti di episodi di rilevante attualità" e questo elemento è assolutamente presente.
2)Che lo chiedano giornalisti iscritti al registro del tribunale.
Per cui se in ipotesi l' avessero chiesto Ernesto Pastore o Salvatore Muoio sarebbe stato concesso.
E senza nemmeno chiedere ai consiglieri il consenso al trattamento dei dati cui avevamo fatto riferimento.
Appare chiara la scelta politica ed il sacrificio delle ragioni del MoVimento 5 Stelle, oltre che dei valori della trasparenza e dell' informazione ai cittadini”
NdR. Comprensibile la delusione.
D’altro canto l’accoglimento della richiesta avrebbe determinato un comportamento illegittimo e non è possibile chiedere alla neo amministrazione comportamento fuori legge tanto più che a norma non è estensibile in via analogica!
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Lo dicono i parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela, che aggiungono: «In Calabria è emergenza ‘ndrangheta.
La gestione pubblica, stando alle risultanze della magistratura, è spesso in relazione con attività economiche dell’associazione mafiosa, che raccoglie voti e poi chiede il conto.
In Calabria le elezioni sono una farsa.
Esiste un rapporto reciproco fra ‘ndrangheta e politica.
L’una procura i voti, l’altra gli appalti».
«La situazione – proseguono i parlamentari M5S – è stata complicata dalla nuova legge regionale, concepita per fortificare questo rapporto e impedirne il contrasto politico.
Se il governo continuerà a ignorare il fenomeno, aumenterà l’emigrazione, soprattutto dei più giovani, e il sistema dominante sarà legge».
Nesci, Morra, Dieni e Parentela concludono: «Lanciamo l’allarme in ambito nazionale. A vari livelli la Calabria è gestita insieme alla ‘ndrangheta. Servono misure che, a partire dalle elezioni, garantiscano la pulizia dei candidati e la loro assoluta distanza dalla ‘ndrangheta».
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