Lo ha deciso la Cassazione.
Come noto l'ex consigliere regionale Nicola Adamo era rimasto coinvolto nell'inchiesta "Rimborsopoli" sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi in consiglio regionale.
Ed il gip di Reggio Calabria Olga Tarzia aveva disposto il provvedimento di divieto di dimora nella regione.
La misura del divieto di dimora era stata confermata anche dal Tdl per evitare l'inquinamento delle prove e la reiterazione del reato poiché, pur non sedendo più Nicola Adamo a Palazzo Campanella.
Adamo si era difeso sostenendo che: «Io ho presentato una nota spese, sono rendicontate anche le virgole, il problema è l'interpretazione. Se mi si dice che quelle sono spese del politico Adamo andremo a discutere in sede processuale. Sono state fatte, non sono spese pazze, non ci sono profumi, non ci sono champagne, non ci sono mutande, non ci sono lap dance, non ci sono gratta e vinci... sono tutte spese dell'unica normativa che è la legge regionale numero 13».
E la Cassazione gli ha dato ragione.
Ora gli avvocati di Adamo, Fabio Viglione ed Ugo Celestino, esprimono «viva soddisfazione» per il provvedimento della Corte di Cassazione e dichiarano : «La fiducia che, assieme al nostro assistito, abbiamo da sempre riposto nella Magistratura ha trovato ancora una volta sicuro riscontro: la Suprema Corte, accogliendo pienamente il nostro ricorso, ha restituito all'on. Adamo il pieno diritto di far rientro in Calabria da libero cittadino. Siamo altresì convinti che il processo fugherà ogni dubbio sulla correttezza dell'operato istituzionale del nostro assistito»